Chiude con 800.000 presenze la Biennale Arte di Cecilia Alemani

È il numero più alto nella storia della Biennale. Non si registrava un risultato così dal 1976, con la mostra curata da Germano Celant

Nonostante tutti i dibattiti, le critiche positive o negative, o forse anche grazie ad essi, Il latte dei sogni, la mostra a cura di Cecilia Alemani pensata per la Biennale Arte di Venezia, ha chiuso con un grande successo di pubblico: la storia dell’arte alternativa orchestrata dalla curatrice italiana residente a New York, che ha messo al centro l’arte delle donne, dei sistemi emergenti e le questioni di genere ha convinto o, quanto meno incuriosito i visitatori. Sono stati infatti 800.000 (+ 22.498 nei giorni di preapertura) coloro che hanno affollato dal 23 aprile al 27 novembre 2022, le sale dei Giardini e all’Arsenale per questa 59.edizione, inizialmente sfortunata e rimandata causa pandemia, ma poi premiata da un anno di lavoro e di attesa in più, testimoniando anche l’esigenza del ritorno in presenza dopo due anni di chiusura.

I NUMERI DELLA BIENNALE DI VENEZIA

Il dato è significativo: si tratta del numero più alto di visitatori nella storia della rassegna nel 1895 in Laguna, per iniziativa di un gruppo di intellettuali, ritornata nell’ultimo decennio ad essere la manifestazione più importante di arte contemporanea al mondo, punto di riferimento per il settore a livello internazionale. Sono stati infatti soprattutto gli stranieri a premiare la Biennale: il 59% dei visitatori risiede infatti fuori dai confini del nostro Paese. Prima d’ora, la Biennale più visitata di sempre è stata quella curata da Germano CelantAmbiente/Arte, chiusa nel 1976 con 692.000 visitatori (come ricorda Ludovico Pratesi in Perché l’Italia non ama più l’arte contemporanea, Castelvecchi, 2017). Seguita dai 615.000 conquistati da Christine Macel nel 2017 e dai 600.000 di Ralph Rugoff nel 2019. La mostra congegnata da Okwui Enwezor nel 2015 ha chiuso i battenti con 500.000 spettatori.

BIENNALE DI VENEZIA: LE PAROLE DI ROBERTO CICUTTO

“Voglio segnalare”, spiega il Presidente della Fondazione Biennale di Venezia, Roberto Cicutto, “in particolare, che in questa edizione di grande successo di pubblico – malgrado la bassa presenza di visitatori provenienti dall’area asiatica – e di altissima attenzione da parte della stampa italiana e internazionale, La Biennale ha voluto fortemente garantire la presenza degli artisti ucraini, supportando la realizzazione del Padiglione Ucraina e mettendo a disposizione uno spazio libero ai Giardini – “Piazza Ucraina” – per la presentazione di opere in qualsiasi formato (trasmesse digitalmente), provenienti da artisti rimasti nel loro paese e spesso direttamente coinvolti nella resistenza all’aggressione russa.Voglio inoltre ricordare la grande determinazione e capacità della Curatrice nell’aver realizzato una Mostra così importante e ricca malgrado le limitazioni imposte dai due anni peggiori della pandemia”.

Santa Nastro

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Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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