A Roma c’è Teatri di Vetro. Che va comunque scena in barba ai tagli ministeriali

Con un formato necessariamente rimodulato, il festival diretto da Roberta Nicolai torna nella capitale come tenace “presidio” artistico e culturale

Nonostante sia stata vittima, la scorsa estate, di un’incomprensibile e, dunque, inattesa bocciatura da parte della Commissione ministeriale incaricata di valutare le realtà dello spettacolo in Italia, il festival ideato e diretto da Roberta Nicolai e organizzato dall’Associazione Triangolo Scaleno, Teatri di Vetro, vuole comunque affermare la propria volontà di esistere. La XIX edizione della manifestazione romana è attesa dal 16 al 18 dicembre 2025 al Teatro India di Roma, con due anteprime, il 6-7 al Teatro del Lido di Ostia e l’11 e il 13 allo Spazio Rossellini, con un intento: far risuonare la propria idea – tutt’altro che consolatoria, ovvero meramente fondata sull’intrattenimento – di arti performative e di ricerca, presentandosi quale “presidio di pratiche e di pensiero.

Paola Bianchi - EX
Paola Bianchi – EX

La bocciatura del MiC di Teatri di Vetro 2025

Lo scorso giugno gli esiti del lavoro delle Commissioni incaricate dal MIC di valutare le domande di accesso ai contributi del FNSV – Fondo Nazionale per lo Spettacolo dal Vivo suscitarono non poche proteste e interventi pubblici da parte di quelle realtà – a partire da quella della Pergola di Firenze, declassata da Teatro Nazionale a Teatro della Città – maggiormente penalizzate: tra questi, alcuni festival multidisciplinari di storica e artistica pregnanza – da Santarcangelo a Testimonianze ricerca azioni di Teatro Akropolis –, le realtà più vitali della Sardegna. E ancora, nei settori Danza e Circo, la penalizzazione di esperienze vitali e radicate come DA.RE di Adriana Borriello e il festival siciliano Conformazioni; o, ancora, il torinese Cirko Vertigo. 

Teatri di Vetro, creatura quasi ventennale dell’operatrice culturale romana Roberta Nicolai, che in questi anni ha offerto spazi e soprattutto cura alla ricerca di molti artisti italiani, è stato fra i festival multidisciplinari non ammessi al finanziamento ministeriale, ottenendo un misero e inspiegabile punteggio di 8,5 punti contro i 29 del precedente triennio. Tutto ciò malgrado anche quei risultati numerici cui il MIC attribuisce un peso rilevante (gestione, dimensione quantitativa, numeri di spettatori) fossero più che positivi: basti pensare che nel triennio precedente il festival aveva registrato un aumento degli spettatori del 38%… 

MENOVENTI
MENOVENTI

Come Teatri di Vetro ha reagito alla bocciatura ministeriale

“Colpiti (al cuore), ma non affondati. La scena come presidio di pratiche e di pensiero”: così Roberta Nicolai ha programmaticamente voluto intitolare la XIX – e speriamo non l’ultima – edizione di Teatri di Vetro. Dichiara l’operatrice culturale romana: “La bocciatura del Ministero, cieca e violenta, ha tentato di cancellare vent’anni di vita artistica, gettando ombre pesanti sul futuro e portando le esistenze lavorative di molti e molte di noi sulla soglia dell’insostenibilità. Nonostante tutto, con una caparbietà di stampo antico, con la compattezza di un gruppo di lavoro e la vicinanza di una famiglia di artisti e artiste, scegliamo di presidiare ciò che ci è più caro: la ricerca.” Una reazione costruttiva, dunque, dettata dal mai scalfito desiderio di “aprire le porte del nostro Presidio di pratiche e di pensiero, spazio di cura, responsabilità. Spazio d’arte. Un luogo che accoglie e genera processi, li accompagna e li documenta. Dove la scena diviene laboratorio, officina di creazione, assemblea di confronto, terreno di sperimentazione. In cui si intrecciano pratiche artistiche e riflessioni teoriche, si condividono strumenti e saperi, si costruiscono comunità temporanee che si restituiscono lo sguardo, dialogano con il territorio e con il presente.” Prosegue Roberta Nicolai: “Voglio continuare a credere che un luogo d’arte possa edificarsi come proposta e azzardo. Farsi motore per cercare zolle solide nell’impantanamento culturale. Discutere e far discutere su una nozione abusata: il contemporaneo. Contrastare le retoriche facili, le mode usurate, le relazioni strumentali. Abbracciare la pluralità e sostenere ogni singola opera come unica e come parte di una narrazione collettiva.

Iacozzilli e Dalisi "Oltre". Ph Gianluca Pantaleo
Iacozzilli e Dalisi “Oltre”. Ph Gianluca Pantaleo

Le anteprime di Teatri di Vetro 2025

La prima anteprima, Composizioni, è in cartellone il 6 e 7 dicembre al Teatro del Lido di Ostia, dove andranno in scena alcune performance frutto di laboratori realizzati con la comunità cittadina: Pratica su A Human Song di Chiara Frigo, La parte scritta/la parte raccontata, esperienza curata da Teodora Grano; il duplice lavoro condotto da Sofia Abbati e Andrea Milano a partire dall’indagine sulle stratificazioni di segni che il tempo ha inciso sui muri di Ostia. A completare il programma, Entract #1 e #2 di Ivan Gasbarrini, Deterioratedi Dehors Audela e la tavola rotonda Corpo Archivio / Corpo Comune.

Allo Spazio Rossellini – Polo Culturale Multidisciplinare della Regione Lazio, invece, l’11 e il 13 dicembre Teatri di Vetro ospita le restituzioni pubbliche di due importanti progetti: Feedback – tavolo di scrittura e confronto orizzontale e circolare ideato da Spartenza Teatro; e Residenze Digitali, bando giunto alla sua sesta edizione che ha premiato quattro progetti, che il pubblico potrà dunque vedere nella loro versione definitiva. Si tratta di Spooky Internet – Storie per non dormire. Buonanotte di Mara Oscar Cassiani, Molka di Benedetta Pigoni e Giammarco Pignatiello, Screenvestigation di Albert Figurt ed Eburnea di Boris Pimenov. 

Il programma di Teatri di Vetro 2025

Dal 16 al 18 dicembre, invece, il Teatro India di Roma ospita la programmazione della nuova edizione di Teatri di Vetro: sul palcoscenico non tanto performance concluse bensì “nuclei performativi e tracce di ricerca”, ossia l’inedita possibilità di esplorare il processo artistico messo in atto da registi, autori, performer che, generosamente, metteranno a disposizione materiali di lavoro, riflessioni e frammenti di ricerca. Gli artisti coinvolti sono Fabiana Iacozzilli e Linda Dalisi che, con Oltre_dall’altra parte della montagna, apriranno il diario di lavoro e le tracce rimaste fuori dalla creazione del loro spettacolo, ora in tournée, Oltre; Lucia Guarino che, con Contengo Moltitudini, indaga la figura archetipica di Pulcinella; Andrea Cosentino con Esercizi comici di depensamento comunitario, un happening-conferenza che gioca con l’AI; Celia/Macera con Mechanè – pneuma mod. e Pneuma; Bartolini/Baronio con Una finestra; Paola Bianchi con EX; Stefano Murgi, che  apre Werkstatt pathosmells, progetto di ricerca che mette in relazione odori, corpo e memoria, interrogando la performatività olfattiva; Simona Lobefaro e Lorenzo Giansante con Boomerang; Menoventi con Veglia; la coreografa Alessandra Cristiani con Tracce_Geynest under gore; Carullo/Minasi e Irida Gjergji con Asja Lācis – La donna che fa parlare la storia; Michael Incarbone con Draunara e, infine, Operabianco con Analisi della Bellezza

Laura Bevione

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Laura Bevione

Laura Bevione

Laura Bevione è dottore di ricerca in Storia dello Spettacolo. Insegnante di Lettere e giornalista pubblicista, è da molti anni critico teatrale. Ha progettato e condotto incontri di formazione teatrale rivolti al pubblico. Ha curato il volume “Una storia. Dal…

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