Cosa resta di Datagate. La storia di Edward Snowden va in scena al Teatro dei Filodrammatici di Milano

L'informatico che dodici anni fa svelò un programma di sorveglianza di massa gestito dagli americani è al centro di WILD, una pièce ironica e tagliente su privacy e libertà

Un whistleblower, una fuga di dati senza fine, e l’impero morale degli Stati Uniti scosso dalle fondamenta. Dodici anni dopo, però, non sono in molti a ricordare ciò che Edward Snowden ha cercato di fare con Datagate. Era il maggio del 2013 quando l’informatico americano 29enne, ex dipendente della National Security Agency, lasciò gli Stati Uniti per Hong Kong: da qui, nel corso di alcune settimane, rilasciò al pubblico migliaia di documenti secretati con l’aiuto di alcuni giornalisti e una documentarista, Laura Poitras, che ci vinse l’Oscar con Citizenfour (2014). Ciò che emerse dalla mole di informazioni riservate, divulgate seguendo una rigida scaletta per non coinvolgere vittime, è un colossale programma di sorveglianza di massa, operato dai servizi segreti americani ai danni di governi, organizzazioni e privati cittadini in tutto il mondo.

Cosa resta di Datagate. La storia di Edward Snowden va in scena al Teatro dei Filodrammatici di Milano
Wild © Laila Pozzo

“WILD – Chi ricorda Edward Snowden?” al Teatro dei Filodrammatici

È questa la storia che va in scena al Teatro dei Filodrammatici di Milano in WILD – Chi ricorda Edward Snowden?, o meglio una sua parte: quella subito precedente alla concessione dell’asilo politico a Snowden da parte di Vladimir Putin (seguita alcuni anni dopo dalla cittadinanza). Il testo del 2016 del drammaturgo inglese Mike Bartlett – famoso per la provocatoria e apprezzata commedia Cock, la cui storia ruota attorno a un uomo gay che si innamora di una donna – si svolge tutta in una camera d’albergo a Mosca, dove l’americano è stato fermato durante uno scalo alla volta del Sud America: qui il protagonista ricevere la visita di due personaggi che, a turno, gli offrono protezione dai servizi segreti americani in cambio di un’alleanza.

Cosa resta di Datagate. La storia di Edward Snowden va in scena al Teatro dei Filodrammatici di Milano
Wild © Laila Pozzo

La “vera” storia di Edward Snowden a Milano

Quella che va in scena (fino al 23 novembre) è, inevitabilmente, una storia di finzione. Ma la pièce conserva diversi riferimenti alla realtà, a cominciare dal cubo di Rubik che campeggia sul tavolino, uno dei pochi oggetti di scena presenti. Il riferimento non sarà sfuggito a chi abbia visto il film Snowden (2016) di Oliver Stone con Joseph Gordon-Levitt: per raccogliere i documenti secretati, l’informatico ha infatti usato delle piccole schede SD che ha nascosto (oltre che in bocca o nei vestiti) proprio dentro il cubo che portava con sé in ufficio. O i frequenti riferimenti all’aiuto nella sua fuga da parte dell’attivista e hacker Julian Assange e della nonprofit WikiLeaks, nata nel 2006 per portare alla luce crimini di guerra e violazioni dei diritti umani.

Cosa resta di Datagate. La storia di Edward Snowden va in scena al Teatro dei Filodrammatici di Milano
Wild © Laila Pozzo

Le conseguenze di Datagate

Il testo, tradotto dallo stesso regista Bruno Fornasari, è scandito da dialoghi lunghi e serrati, che dividono l’opera (della durata di un’ora e mezza) in quattro sezioni. Oscillando tra l’ironico, l’assurdo e il tagliente, questi scambi tra gli attori Marta Belloni, Michele Correra ed Enrico Pittaluga guidano gli spettatori attraverso ciò che è accaduto, considerando anche le conseguenze di questo rilascio di informazioni: una nuova, e ben diversa, percezione della privacy.

Se abbiamo sempre il dubbio che qualcuno ci ascolti mentre parliamo al telefono, se copriamo le telecamere dei computer con lo scotch – e persino se capiamo il contesto dei meme de “l’agente segreto americano che legge i miei messaggi” – è anche grazie a Datagate. Che, come detto dallo stesso Snowden, ha svelato l’esistenza di “programmi di sorveglianza di massa a tappeto che mettono intere popolazioni sotto un occhio onniveggente e ne conservano copie per sempre”.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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