Arte e musica. Intervista a Yamila: violoncellista, cantante e produttrice
Un ritratto della violoncellista, cantante e produttrice spagnola Yamila che, tra archi ed elettronica, con il nuovo album presto in uscita, diffonde un messaggio di speranza e grazia
Yamila è una violoncellista, cantante e produttrice spagnola. Nata a Granada, ha studiato violoncello classico a Madrid e sonologia al Royal Conservatory a L’Aia, attualmente vive tra Bruxelles e Madrid. Con ascolti divisi tra la musica colta di Stockhausen, Ligeti, Xenakis e grandi nomi dell’elettronica come Aphex Twin e Autechre, e un amore verso la musica popolare, l’artista si muove tra sonorità elettroniche e analogiche, tradizione e sperimentazione.
I primi album di Yamila tra tradizione e innovazione
Nel 2019 pubblica l’album di debutto Iras Fajro per la label Forbidden Colours, in collaborazione con il produttore e compositore britannico Clark (Warp) e il poliedrico compositore di flamenco contemporaneo Niño de Elche (Sony). Un viaggio onirico tra distorsione elettronica, piccoli cori e suoni vellutati di violoncello. Nel 2022, con la pubblicazione del secondo album Visions per la label messicana Umor Rex, l’artista fortifica il suo stile unendo accenti barocchi, folklore spagnolo e musica elettronica contemporanea. Il disco, che include la collaborazione con il musicista newyorkese Rafael Anton Irisarri in un brano ispirato alla Suite Espagnola (1922) del celebre compositore Manuel de Falla, concretizza le tematiche principali da lei affrontate in una sorta di dipinto dai toni chiaro-scuri: dolore e gloria, religiosità lacerante, femminismo e allucinazioni mistiche, pregne di letture medievali.
La carriera di Yamila, tra festival e nuove produzioni
Negli anni Yamila si è esibita in diversi festival, inclusi Sonic Acts Festival ad Amsterdam, Ars Electronica a Linz, Rewire a L’Aia e Rotterdam Film Festival, e ha collaborato con artisti visivi, registi e soprattutto coreografi, creando musica per produzioni di danza contemporanea presentate in teatri rinomati come l’Opera di Göteborg, il Nederlands Dans Theater e il Dance Forum Taipei. Ha da poco pubblicato due singoli, parte del nuovo album Noor, in uscita il 6 febbraio 2026, sempre per Umor Rex. Composto mentre Yamila stava cercando di concepire sua figlia, già nel titolo, che significa “luce” in arabo, rimanda a una sensazione luminosa di speranza e grazia. Un ritrovarsi dentro il respiro della terra, dell’aria, della natura, la possibilità di liberarsi da un certo senso di disagio verso le difficoltà in cui verte l’umanità.

Intervista alla cantante e produttrice Yamila
La tua definizione di arte.
Per me l’arte è la possibilità che emerga qualcosa di nuovo, un nuovo modo di comprendere il mondo che ci circonda, una nuova prospettiva.
La tua definizione di musica.
La musica è ciò che modella lo sguardo e sostiene il corpo.
Ti definisci “artista”?
Se intendiamo l’artista come qualcuno disposto a considerare l’atto di suonare come qualcosa di molto importante, allora sì. Quando un bambino suona, non si limita a divertirsi, ma cerca di comprendere il mondo che lo circonda. Per me, creare è proprio questo: suonare per comprendere il mondo.
L’opera di arte visiva che ami di più.
Non ce n’è solo una, ma mi piace molto Francis Bacon.
La canzone che ami di più.
4’33” di John Cage
I tuoi recenti progetti.
Il mio prossimo album Noor.
Un ricordo della tua vita.
Gli occhi di mia figlia quando l’ho vista per la prima volta
Samantha Stella
Scopri di più
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