La musica Mtv lascia l’Europa (però restano i reality). Funerali di un mito morto da tempo
Il leggendario canale di videoclip musicali aveva debuttato nel 1981, ma da allora è cambiato parecchio: si grida alla fine di un'era, ma è così? Ripercorriamone la storia e i perché della svolta
Anche i boomer sono stati giovani. Ed è proprio per quei giovani che, la notte del primo agosto del 1981, debuttò in chiaro la Music Television mandando in onda la clip di Video Killed the Radio Star dei Buggles. L’obiettivo iniziale era semplice ma nuovo: trasmettere a nastro video di brani musicali seguendo il format della radio Top 40, lasciando chiacchierare tra un pezzo e l’altro in nuovi “veejay”. Un format di musica pura molto apprezzato che ha tuttavia subito nel corso dei decenni delle profonde trasformazioni, spostandosi prima gradualmente poi in modo più massiccio sull’intrattenimento, per lasciare la programmazione musicale a canali ad hoc. Che ora chiudono in quasi tutta l’Europa.
Breve storia di Mtv
La prima Mtv, aperta in Italia solo nel ‘97, era la rete dei ragazzi cool, dei video trasgressivi e un po’ sexy, dei colori accesi e della musica a tutte le ore. Questo è stato il punto di partenza della rivoluzione dei video musicali negli Anni Ottanta, una rampa di lancio della cultura pop e delle sue divinità: da Prince, Madonna e Michael Jackson si è passati ai Nirvana, a Britney e i Backstreet Boys, e poi ancora a Beyoncé, Lady Gaga e Taylor Swift. Tutti sono stati elevati all’Olimpo della musica anche grazie a Mtv. Che, pure mentre perdeva i suoi connotati esclusivamente musicali, è riuscita per anni a tenere una propria identità distinta ed eclettica, saltando dall’informazione ai cartoni animati, dai primi reality trash allo sport e alla politica, restando pop prima che tutto si chiamasse pop.
La fine di Mtv in Europa
Nel corso di questo processo, la musica è stata settorializzata e spinta sui canali tematici dedicati ai video in rotazione, Mtv Music, Mtv 80s, Mtv 90s, Club Mtv e Mtv Live. Saranno proprio questi a sparire da molte reti europee dal 31 dicembre, lasciando in onda solo un palinsesto di serie generaliste e reality tv (Catfish, Teen Mom, Geordie Shore ecc) che terranno il comodo nome della rete ammiraglia. Questa decisione, che non riguarda gli Stati Uniti, ha una piccola eccezione tra Europa e UK: l’Italia, dove restano sia il canale flagship di intrattenimento sia quello tematico Mtv Music, entrambi disponibili live su Sky e in streaming su Now.
Il riassetto di Mtv: la conseguenza di un grosso merge
Questo riassetto, in linea con le tendenze di mercato, è una conseguenza diretta della fusione di Paramount Global (che già possedeva i canali) con la casa di produzione cinematografica Skydance Media e della conseguente nascita del gruppo Paramount Skydance. Oltre a spostare un po’ della programmazione di Mtv sugli altri output del gruppo – come lo streaming di Paramount+ e la rete nazionale della CBS (dove si sono trasferiti i popolari VMA – Video Music Awards), il gruppo ha quindi deciso di chiudere dove poteva. Certo, senza rinunciare al brand, che resta forte grazie al suo vecchio ruolo rivoluzionario nonostante questo e altri tradimenti: prima tra tutti, la decisione della Paramount di cancellare decenni di archivi online di Mtv, CMT e Comedy Central dai rispettivi siti. Streaming killed the video star? Non proprio. Si può parlare di nuova fase, e di nuovi player. In parallelo all’espansione streaming di YouTube e alla stabile popolarità di TikTok, su cui le case discografiche fanno recruiting e si aggiudicano i preordini, persino Spotify ha annunciato di voler cominciare a riprodurre video musicali negli Stati Uniti e in Canada, dopo alcune sperimentazioni all’estero, lasciando agli ascoltatori la scelta se ascoltare la musica con o senza video.
Giulia Giaume
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