Lena Shaposhikova – Gli occhi hanno paura ma le mani fanno

  • AMY-D

Informazioni Evento

Luogo
AMY-D
Via Lovanio 6, Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
17/03/2022

ore 18

Artisti
Lena Shaposhikova
Generi
arte contemporanea, personale
Loading…

AMY D Arte Spazio Milano apre la stagione espositiva 2022 con “Gli occhi hanno paura ma le mani
fanno” dell’artista Lena Shaposhnikova ( 1990 -Irkutsk – Federazione Russa ) al suo primo show in
galleria e un tributo al filosofo Byung -Chul Han , in uno dei momenti più cruciali e drammatici della storia
europea e del mondo.

Comunicato stampa

AMY D Arte Spazio Milano apre la stagione espositiva 2022 con “Gli occhi hanno paura ma le mani
fanno” dell'artista Lena Shaposhnikova ( 1990 -Irkutsk – Federazione Russa ) al suo primo show in
galleria e un tributo al filosofo Byung -Chul Han , in uno dei momenti più cruciali e drammatici della storia
europea e del mondo .
Il progetto espositivo , accompagnato dal testo critico di Evfrosiniya Bumazhnova , è un'urgenza di sincerità , come l'esistenza stessa , instabile ed emergenziale in un regime di sorveglianza biopolitica come quello attuale .
“Davanti al caos globale che riveste tutto il mondo , come la tela bianca , solo le mani si salvano perchè agiscono nel fare ,attraversando il dolore ; ecco il senso del titolo , tratto da un detto russo.” dice l'artista .
Visionaria e analitica al tempo stesso , ricostruttrice di luoghi e dei non-luoghi, Lena Shaposhnikova riesce con questa mostra a dare visibilità a un immaginario imprevedibile, conflittuale e poco trasparente. Attitudine contemplativa e silente, la sua, talvolta anche ironico-critica , spesso empatica , racconta la -terra di mezzo- come area di disagio in un tentativo di racconto .
Tra acquerelli , taccuini ,oli su tela e installazioni , la mostra si propone come specchio di un'arte di frontiera, zona di disagio , assolutamente in movimento , ipermoderna ,ipertesa ; ma anche come progetto e destino della comunicazione estetica. L'idea di attraversamento e nomadismo definisce l'artista in soggetto -in -divenire capace di mettere il mondo in discussione grazie alla consapevolezza dell'abitare la transizione e abbracciare un'esistenza dolorosamente fluida , ibrida , senza confini .
Lena può essere definita una virtuosa del disegno ; ricco di particolari da scoprire e ricercare che ,quando diventano pittura si caratterizzano di un forte tratto cristallino di atmosfere cosmiche ,fuori dal tempo e al contempo figurativo , marcato e definito da un onirico, legato alla memoria .
I soggetti sono declinati attraverso una giustapposizione di immagini , come da tradizione transcontinentale fluttuanti in sfondi di inchiostri diluiti ed ispirati o a paesaggi siberiani o al caos del mondo contemporaneo ,
dove architetture antiche e moderne convivono fianco a fianco senza una visione armoniosa del reale . La forte cultura ibrida che contraddistingue Lena Shaposhnikova , imposta la personale “ Gli occhi hanno paura
ma le mani fanno” come un laboratorio socio-culturale per l'osservazione dei mutamenti in corso nelle border-region artiche .
L'uomo è solo nel suo fare ma è indissolubilmente legato all'universo che lo circonda .
Le comunità lo accolgono , lo respingono,lo assorbono , lo inducono nella tentazione di essere Altro , ma ritrovando se stesso non può fare a meno di constatare il proprio senso di appartenenza al mondo , e la sua inevitabile partecipazione .
La mostra di Shaposhnikova ci invita a riflettere sulla conoscenza delle forme e delle immagini e solleva questioni rilevanti sulla rappresentanza , la politica identitaria e le metodologie della libertà.

Dolori silenti
Medium usato , il dolore , quello silente , confinato ai margini , perchè solo il dolore trasforma l'intelligenza nello spirito e si fa linguaggio traghettandolo in una narrazione .
“ Il dolore per me è una condizione di mezzo ; una sorta di confine , avvoltoio che si attraversa , sforzandosi, per levarselo. E come nel buddismo , il corpo (e non solo quello) cerca di allontanare il dolore .Tutta l'esistenza si trova nella condizione di perenne sofferenza, che a volte viene accolta come un piacere .Ma è comunque una sofferenza e non sempre solo fisica. “ Lena Shaposhnikova “ .
In una economia del dolore come capitale invisibile , il quesito primario resta : Dimmi il tuo rapporto con il dolore e ti dirò chi sei .