Somali Arts Foundation: ecco la prima istituzione d’arte contemporanea in Somalia

Martoriata da decenni di guerra civile, la Somalia cerca di trovare una via verso la pace e la normalità anche attraverso la cultura. Con mostre, dibattiti e seminari per riavvicinare le persone alla creatività e a una dimensione più serena dell’esistenza

Quando la guerra devasta un Paese, annienta non soltanto decine di migliaia di vite umane, ma anche decine di migliaia di menti capaci di portare un contributo al progresso sociale. Nella Somalia contemporanea, dove la vita è quotidianamente una scommessa, si cerca di costruire spazi dove aggregare le idee e farne i catalizzatori di energie per una ricostruzione che appare ancora difficile. Senza perdersi d’animo, la giovane Sagal Ali ha creato nel settembre 2020 la Somali Arts Foundation, con sede a Mogadiscio. Il suo scopo è quello di utilizzare l’arte per aiutare a costruire una società più pacifica, prospera e armoniosa in un Paese che da decenni conosce solo fallimenti. L’arte, infatti, può essere un potente mezzo per guardarsi intorno e impegnarsi criticamente a migliorare la realtà, per porsi sfide e domande. In particolare, l’arte contemporanea può essere uno strumento d’indagine del passato recente. Come afferma la stessa Sagal, “l’arte dopo un conflitto crea un’opportunità unica per esprimere il dolore della perdita, per condividere il fardello e per iniziare potenzialmente a guarire dal suo peso. Molte forme d’arte possono annullare le differenze culturali e linguistiche. Ci sono molti esempi in tutto il mondo in cui le campagne per ridurre la violenza e sostenere la ricostruzione dopo un conflitto hanno utilizzato una varietà di approcci, tra cui teatro, musica, arte visiva e poesia. Tali sforzi possono affrontare i sentimenti di paura, lutto e sfiducia che le persone hanno vissuto. Allo stesso tempo, possono anche lavorare con il bisogno di giustizia, la speranza per un futuro condiviso e gli sforzi per abbattere gli stereotipi, incoraggiando così l’empatia fra individui, essenziale per costruire ponti dopo il conflitto”. Al momento è in corso Still Life, mostra fotografica dei giovani Fardowsa Hussein e Hana Mire, sulla Somalia contemporanea.

Sagal Ali, a sinistra, nel corso di un incontro presso la Somali Arts Foundation

Sagal Ali, a sinistra, nel corso di un incontro presso la Somali Arts Foundation

SOMALI ARTS FOUNDATION: RICOSTRUIRE DAL DI FUORI

Stante la difficilissima situazione interna del Paese, dove sono ancora attivi numerosi gruppi di terroristi islamici e la vita quotidiana è ancora una scommessa, nei grandi centri come nei villaggi del deserto, Sagal conta molto sul supporto dei somali della diaspora, che sono cresciuti all’estero e lì si sono formati. A Mogadiscio la Fondazione ha radunato giovani artisti, donne ed emarginati, dando loro un luogo per incontrarsi e dimenticare per un istante gli orrori della guerra; ma poiché l’arte e la cultura sono praticamente scomparse dal sistema educativo somalo dallo scoppio della guerra civile, è necessario che arrivi da fuori un impulso capace di reintrodurre l’interesse per l’espressione creativa. E soprattutto, Sagal conta sulla sovrapposizione del senso di appartenenza alla Somalia come “patria” con le esperienze di vita all’estero, in particolare in Europa e Nord America, capace di infondere a chi è rimasto a casa un più ampio punto di vista e rafforzare il senso critico, necessario nell’arte come nella costruzione di una nuova società.

– Niccolò Lucarelli

www.somaliartsfoundation.org
@somaliarts_SAF

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Niccolò Lucarelli

Niccolò Lucarelli

Laureato in Studi Internazionali, è curatore, critico d’arte, di teatro e di jazz, e saggista di storia militare. Scrive su varie riviste di settore, cercando di fissare sulla pagina quella bellezza che, a ben guardare, ancora esiste nel mondo.

Scopri di più