Giuliano Collina

Informazioni Evento

Luogo
GALERIE CARZANIGA GMBH
Gemsberg 8+10, CH - 4051 , Basel, Switzerland
Date
Dal al
Vernissage
24/01/2015

ore 11

Artisti
Giuliano Collina
Generi
arte contemporanea, personale
Loading…

In mostra circa 30 dipinti, realizzati tra il 2010 e il 2014, che raffigurano Tovaglie e Tovaglioli.

Comunicato stampa

In questa occasione, e fino al 14 marzo, verranno esposte circa 30 dipinti, realizzati tra il 2010 e il 2014, che raffigurano Tovaglie e Tovaglioli.

Giuliano Collina ha esposto per la prima volta le sue opere nel 1962 alla Galleria delle Ore di Milano. Tra le sue più recenti personali ricordiamo

quella presso il Museo Michetti di Francavilla a Mare nel 2011, e quelle tenute nel 2013 presso la Galleria del Credito Valtellinese e il MVSA di Sondrio,

e negli spazi della Galleria Matasci Arte di Tenero (CH). La galleria Carzaniga ha già esposto i dipinti di Collina nel dicembre 2009/gennaio 2010.

Attualmente, e fino a maggio 2015, l’Expo di Shanghai ospita “La piazza”, un’opera di m. 8x12 realizzata nel 1992 per la XVIII Triennale di Milano.

Il grado zero della natura morta

Ammesso che la pittura abbia un senso, e che debba necessariamente averlo, proviamo anzitutto a comprendere che cosa non significano

le tovaglie dipinte da Giuliano Collina. Non significano per esempio che il momento del pasto è il fulcro della giornata, il tempo della condivisione,

il contesto in cui si celebrano gli affetti famigliari: potrebbe sembrare un'osservazione scontata e anche un po' di cattivo gusto, ma chi si sentirebbe

di escludere che sia il pensiero più immediato che nasce osservando i dipinti? Invece no, l'apologia (e la retorica) della quotidianità non ha nulla

a che fare con queste tovaglie. Il discorso è tutto interno alla pittura e si concentra sullo statuto della natura morta: la tovaglia è la base,

fisica e metaforica, di questo genere (però forse nella sua variante più campestre, meno patinata e borghese, e più ruvidamente autentica).

Negli ultimi anni Collina ha dipinto il grado zero della natura morta, il suo presupposto, che è poi la sua occasione di perenne modernità.

In un certo senso, e utilizzando un temerario gioco di parole, ha fatto del desco un desktop, ha scosso una polvere ancora ottocentesca e

ha riscoperto la freschezza, la giovinezza di una formula pittorica. Perché sebbene queste tovaglie non cerchino di essere attuali,

nel loro periodico disfarsi e ricomporsi, nell'offrirsi a volte come accenni di paesaggi, altre volte come casuali ma efficaci astrazioni,

inevitabilmente lo risultano. E se nella maggior parte dei casi sembrano esprimere un senso di gioia, è forse perché la pura pittura

è ciò che più assomiglia alla pura vita.

Roberto Borghi