Olimpichetto. Il ritorno di un ambasciatore
Nel Salone della Basilica Palladiana è allestita la ricostruzione della scena del Teatro Olimpico realizzata nel 1948 in scala quasi reale per portare l’Edipo Re in tournée nel mondo.
Comunicato stampa
Nel Salone della Basilica Palladiana è allestita la ricostruzione della scena del Teatro Olimpico realizzata nel 1948 in scala quasi reale per portare l’Edipo Re in tournée nel mondo
Il 2025 offre a Vicenza l’occasione di riallacciare un filo essenziale della propria storia: il ritorno di Olimpichetto, che cittadini e turisti possono riscoprire in tutto il suo splendore nel Salone della Basilica Palladiana dal 20 dicembre 2025 al 22 febbraio 2026.
Ideato dal regista teatrale Guido Salvini nel 1948, Olimpichetto è una ricostruzione in scala quasi reale della frons scenae e delle prospettive del Teatro Olimpico, realizzata con materiali leggeri e pensata per essere smontata, trasportata e rimontata. Una macchina scenica di straordinaria raffinatezza e qualità, concepita per riprodurre in ogni luogo l’atmosfera unica del teatro palladiano.
Salvini ne promosse la costruzione mentre preparava la messa in scena dell’Edipo Re di Sofocle, la tragedia con cui si inaugurò, nel 1585, il Teatro Olimpico. Lo spettacolo, rappresentato nel settembre 1948, fu il primo grande evento teatrale del dopoguerra vicentino. Con la stessa scenografia e parte della medesima troupe – la compagnia teatrale italiana della Biennale di Venezia, che annoverava interpreti affermati e giovani promettenti come Vittorio Gassman e Nino Manfredi – Salvini portò la produzione in tournée a Londra e Parigi, offrendo all’Europa l’immagine rinnovata di un’Italia che riscopriva il proprio genio teatrale e architettonico. Olimpichetto fu, a tutti gli effetti, un teatro palladiano itinerante: l’unico mai realizzato.
La sua storia si intreccia con la volontà di rinascita artistica e civile di un Paese e di una città che uscivano dalle rovine del conflitto. Dopo anni di tournée in Italia e all’estero, dai primi anni 2000 la struttura venne ricoverata nei magazzini comunali: la sua storia cadde nell’oblio e dell’Olimpichetto si perse quasi la memoria.
Oggi, grazie a un accurato restauro e a una rigorosa indagine documentaria, l’Olimpichetto torna a vivere. La ricerca condotta negli archivi e integrata dalle testimonianze dirette ha permesso di ricostruirne la genesi, i percorsi delle tournée e la ricezione critica, restituendo un quadro sorprendentemente vitale della cultura teatrale del dopoguerra. Collocare Olimpichetto, manufatto scenico di eccezionale interesse, nel Salone della Basilica Palladiana significa restituire dignità e funzione a un unicum della storia del teatro, ma anche rinnovare il dialogo tra due architetture simboliche della città: la prima e l’ultima opera civica di Palladio. In questo allestimento, il visitatore può rivivere la forza inventiva di Salvini e riconoscere nel linguaggio del teatro la capacità di rendere mobile e universale un capolavoro architettonico.
Olimpichetto è un documento storico di immediata forza narrativa che racconta il rapporto fra Vicenza e la sua eredità palladiana nel Novecento, tra memoria e innovazione, tra identità locale e apertura internazionale. La sua rinascita nel 2025 restituisce alla città un frammento prezioso del proprio patrimonio e riafferma, attraverso il teatro, la continuità della sua vocazione culturale.
Il grande progetto espositivo è ideato e promosso dal Comune di Vicenza con la co-organizzazione di Intesa Sanpaolo ed è curato da Musei Civici Vicenza, Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e Centro Internazionale di Studi di Architettura Andrea Palladio.