Gli strumenti del lavoro diventano icone nella mega opera d’arte urbana a Roma in Piazza Venezia
Il progetto “Murales” nasce dall’esigenza di trasformare i silos del cantiere di Piazza Venezia per la Metro C in una sorta di “pinacoteca a cielo aperto”: oltre a Elisabetta Benassi sono stati coinvolti Liliana Moro, Pietro Ruffo, Marinella Senatore, TOILETPAPER e Nico Vascellari
L’artista romana parte da un’immagine antica, barocca: gli angeli marmorei del Ponte Sant’Angelo scolpiti da Gian Lorenzo Bernini e dalla sua bottega nel Seicento. Quelle figure, ciascuna con in mano uno degli strumenti della Passione di Cristo, diventano nella sua reinterpretazione moderna un modello compositivo e concettuale. Siamo a Piazza Venezia, nel bel mezzo del cantiere della metro C a Roma, dove da venerdì 5 dicembre 2025 sono comparsi sette operai ritratti mentre sollevano gli strumenti del loro lavoro, trasformati in simboli di un’epica quotidiana.
Il nuovo intervento di “Murales” a Roma è di Elisabetta Benassi
Si tratta di TOOLS, il nuovo intervento site-specific di Elisabetta Benassi per Murales, il progetto che sta ridisegnando il perimetro del grande cantiere con opere d’arte contemporanea. Così, in un gioco di rimandi tra passato e presente, Benassi sostituisce ai simboli sacri gli utensili con cui ogni giorno si costruisce la città: pinze, chiavi, scalpelli, guanti da lavoro. Il risultato è un’immagine insieme sacra e laica, antica e contemporanea. Un omaggio alla comunità dei lavoratori vivono i cantieri, figure dietro le quinte ma fondamentali nella storia materiale di Roma. Le mani, al centro dell’opera, raccontano un sapere antico, una manualità che attraversa la storia e che oggi continua a costruire il futuro della città.

Chi è Elisabetta Benassi
Nata a Roma nel 1966, Elisabetta Benassi è una delle voci più affermate della scena artistica italiana contemporanea, conosciuta per il suo lavoro tra installazione, fotografia, video e dispositivi concettuali che interrogano la memoria culturale, politica e artistica del Novecento. La sua ricerca si muove spesso attraverso archivi, documenti e oggetti rinvenuti, che l’artista decontestualizza per costruire nuove narrazioni. Dalle fotografie di agenzie stampa utilizzate nei progetti All I Remember (2010) e The Innocent Abroad (Biennale di Venezia 2011), ai mattoni del Polesine impressi con codici di detriti spaziali nell’imponente installazione The Dry Salvages (Padiglione Italia, Biennale 2013), fino alla riflessione sull’architettura del potere in EMPIRE (2018). Nel 2024 il MACRO di Roma le ha dedicato una grande antologica, ripercorrendo le esperienze internazionali tra il MAXXI, la Galleria Nazionale, il Centre Pompidou, la Kunsthalle Wien, il Louisiana Museum e le tre edizioni della Biennale di Venezia.

“Murales”: il cantiere della metro come pinacoteca urbana
Il progetto Murales, promosso dalla società consortile guidata da Webuild e Vianini Lavori per i lavori della linea C e realizzato con il patrocinio di Roma Capitale, nasce dall’esigenza di trasformare i silos del cantiere di Piazza Venezia in una sorta di “pinacoteca a cielo aperto”. Il modello è quello delle esperienze europee che hanno saputo integrare arte e infrastrutture, dalle Stazioni dell’Arte di Napoli ai programmi pubblici di Londra, Parigi e Berlino, ma con uno sguardo fortemente radicato nella storia visiva di Roma. Non a caso un Comitato Scientifico composto da alcune delle principali istituzioni culturali della città (Galleria Nazionale, MAXXI, Galleria Borghese, Palazzo delle Esposizioni) seleziona gli artisti chiamati a interpretare, ognuno a modo suo, il tema della trasformazione urbana. Oltre a Elisabetta Benassi sono stati coinvolti Liliana Moro, Pietro Ruffo, Marinella Senatore, TOILETPAPER e Nico Vascellari.
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