La città dell’Aquila si prepara a diventare Capitale italiana della Cultura 2026: temi e obiettivi

Mostre, performance di arte contemporanea, concerti, concorsi per giovani talenti, ma anche la riapertura di spazi storici e nuovi centri culturali. L’Aquila si avvicina all’anno da Capitale della Cultura con l’impegno a valorizzare le comunità dell’Appennino Centrale. Partendo dalla riscossa dei territori del cratere sismico

L’anno da Capitale italiana della Cultura dell’Aquila inizierà ufficialmente il prossimo 17 gennaio. Intanto a Roma, alla presenza del Ministro della Cultura Alessandro Giuli, una compatta delegazione istituzionale arrivata in rappresentanza dell’Abruzzo – e non solo – anticipa obiettivi e temi della rassegna, che significativamente farà capo al motto “Un territorio, mille capitali”.

L’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026. Gli obiettivi

L’idea, come sottolinea il sindaco della città Pierluigi Biondi, è quella di valorizzare il ruolo dell’Appennino Centrale “come laboratorio di innovazione e di rinascita”, con L’Aquila a farsi portavoce di mille capitali quante sono le molteplici realtà territoriali che affrontano le sfide cui sono soggette le aree interne italiane. Tanto più nel cratere del Centro Italia ad alto rischio sismico, ripetutamente colpito, negli ultimi anni, da terremoti che hanno messo a dura prova le comunità. Con gli effetti del terribile sisma del 2009, che ha di fatto interrotto la vita in città, L’Aquila fa ancora i conti: la ricostruzione, però, con colpevole ritardo, ha finalmente preso slancio, e la nomina a Capitale della Cultura non solo è motivo d’orgoglio, ma anche opportunità per consolidare la rinascita e concentrare nuove energie (auspicando che l’occasione sia colta con più efficacia e lungimiranza rispetto a quanto fatto dalla Capitale uscente, Agrigento). Di “laboratorio vivo di rigenerazione culturale” parla, non a caso, il Presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio.

L’investimento sull’Aquila Capitale della Cultura

Complessivamente, il Comune dell’Aquila ha investito più di 16 milioni di euro nel progetto (1 milione arriva dal Ministero della Cultura, e contribuiscono anche i fondi del programma Restart, per lo sviluppo delle attività culturali e all’attrattività turistica del cratere sismico): “Segno di una volontà politica chiara” sottolinea Biondi “affiancare alla ricostruzione materiale una strategia culturale strutturale, capace di generare futuro”. L’Aquila Capitale italiana della Cultura 2026 genererà, dunque, oltre 300 eventi in 300 giorni, coinvolgendo una coralità di comunità, e contando anche sul gemellaggio con il Comune di Rieti, con il sindaco Daniele Sinibaldi in prima linea – “superiamo i confini amministrativi e geografici valorizzando le radici culturali comuni del territorio” – a sostenere il progetto (a Rieti, peraltro, inaugurerà proprio nel 2026 il Museo Nazionale dei Sabini).
Il modello da attuare, oltre il dossier della “città multiverso”, è quello policentrico che individua la capacità delle città “medie” – come L’Aquila – di attivare un proficuo dialogo creativo con una vasta area circostante. Facendo della coralità un punto di forza. E spetta al coordinatore scientifico della candidatura, Pier Luigi Sacco, anticipare un altro obiettivo centrale del progetto: misurare concretamente gli effetti dell’esposizione prolungata alla cultura sul benessere psicofisico. Per questo a L’Aquila è nato il primo Osservatorio Culturale Urbano in Italia, che avrà il compito di misurare l’impatto delle politiche culturali sulla cittadinanza.

Gli eventi dell’Aquila Capitale italiana della Cultura

Tra gli eventi più attesi di un calendario ancora in aggiornamento, oltre alle ricorrenze tradizionali come la Perdonanza Celestiniana, i Cantieri dell’immaginario, il Festival delle città del Medioevo e il festival Jazz italiano per le terre del sisma, la programmazione di mostre del MAXXI L’Aquila, che a Palazzo Ardinghelli proporrà una mostra omaggio a Fabio Mauri curata da Maurizio Cattelan e Marta Papini e un focus su architettura e urbanistica abruzzesi dal titolo Convergenze e continuità. Prima ancora, già dal 5 dicembre, il museo ospiterà una grande retrospettiva su Andrea Pazienza. Attese anche le performance di Marinella Senatore – Sond The School of Narrative Dance – e Liu Bolin (Oltre il visibile).

Ma anche il ritorno del Munda nella sede storica del Castello Cinquecentesco, la riapertura del Teatro Comunale (prevista per la fine del 2026) e quella del Teatro San Filippo. Ma anche Palazzo Spaventa, edificio tardo ottocentesco in pieno centro storico, sarà restituito alla città come spazio culturale. Il 18 luglio, invece, sarà presentata in anteprima assoluta l’opera di Nicola Piovani commissionata dalla Società Aquilana dei Concerti Bonaventura Barattelli, mentre per l’ottavo centenario della morte di San Francesco andrà in scena uno spettacolo inedito con le parole di Davide Rondoni, la musica di Roberto Molinelli e il canto di Simona Molinari per l’Istituzione Sinfonica Abruzzese.
Per quel che riguarda la promozione dei giovani talenti, la Capitale della Cultura terrà a battesimo un Concorso internazionale per giovani direttori d’orchestra e un Premio nazionale delle Arti in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti dell’Aquila, con l’arrivo di 25 Accademie d’Italia per presentare 500 opere realizzate dagli studenti, di cui parte saranno acquisite permanentemente dalla città.

Livia Montagnoli

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