Il rapimento di Aldo Moro diventa uno spettacolo teatrale 

Il nuovo lavoro della compagnia Naturalis Labor scava nelle viscere dei sentimenti umani oltre ogni giudizio storico o morale, ponendo lo spettatore davanti a una delle vicende più controverse e ingarbugliate del nostro Paese

Stella, di Luciano Padovani andato in scena al Piccolo Bellini di Napoli l’11 e il 12 ottobre scorsi – teatro di cui chi scrive è la programmatrice – è il racconto emotivo di un progetto visionario impraticabile: la liberazione dell’Italia moderna dal capitalismo e dalle politiche imperialiste. La resistenza armata o il Partito Comunista Combattente – così come si definivano i circa 20000 appartenenti alle Brigate Rosse – sognava il popolo italiano libero dalle regole mortificanti del mercato e dei partiti politici, dal violento capitalismo e dal soffocamento sempre più incalzante del proletariato. Stella racconta lo stato psicologico ed emotivo più profondo di due brigatisti poco più che ventenni e le dinamiche ansiogene durante la prigionia del presidente della DC Aldo Moro rapito nel 1978, considerato fin dal primo comunicato delle BR come il rappresentante supremo di una politica controrivoluzionaria. 

Naturalis Labor, Stella, Napoli, 2025
Naturalis Labor, Stella, Napoli, 2025

Come appare in scena il personaggio di Aldo Moro

Rilegato sul fondo della scena c’è lui, il presidente Aldo Moro, di spalle, immobile, già sconfitto, arreso all’idea di non essere altro che il capro espiatorio per coloro che non muoveranno un dito per salvarlo. Lì nel buio di un fondale non illuminato s’intravede la sagoma un po’ curva di un uomo adesso inerme che ha smesso di credere nella propria sopravvivenza. L’angoscia e lo strazio vivono nel fondo del palcoscenico, l’idea folle dell’alba di una nuova rivoluzione mette a soqquadro la scena e il proscenio tra sedie sbattute via, una radio che dà aggiornamenti sulle fasi del rapimento e un tavolo luogo di quotidianità, accordi e disaccordi. 

Qual è il significato dello spettacolo “Stella”

È necessario porsi in ascolto in una sorta di esperienza estatica di fronte a due combattenti divorati dal fuoco di una rivoluzione permanente e violenta, persino armata, nel nome dei propri ideali.  Un lavoro di teatro fisico che, attraverso il movimento crescente e vorticoso, scava nelle viscere dei sentimenti umani al di là di qualsiasi forma di giudizio storico-morale. Padovani ci ha lavorato per un anno e mezzo, tra documenti, ricostruzioni genealogiche e alcuni incontri con un ex brigatista rimasto anonimo. Stella è la restituzione danzata delle dinamiche complesse generate dal potere, dalle ideologie e dall’obbedienza cieca ai propri ideali. Da qualunque parte si scelga di guardare alla storia è uno spettacolo che apre a tante riflessioni e lotte dell’anima, suscita dubbi, paure e un’infinità di sentimenti contrastanti che coabitano lo spirito umano. 

Naturalis Labor, Stella, Napoli, 2025
Naturalis Labor, Stella, Napoli, 2025

La compagnia Naturalis Labor

Fondata a Vicenza nel 1988 da Luciano Padovani – che ancora oggi la dirige e ne firma le creazioni – la compagnia Naturalis Labor rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama della danza contemporanea italiana sviluppando un percorso artistico fondato sulla ricerca, la contaminazione e la sperimentazione dei linguaggi del corpo ed esplorando il dialogo tra danza contemporanea e nuove forme performative. Nel corso degli anni, la compagnia ha dato vita a spettacoli e progetti originali nei quali il movimento incontra tanto la musica, quanto la teatralità e l’immaginario visivo tra la realtà e la fantasia, la dimensione reale e quella immateriale. Ogni creazione nasce da una riflessione profonda che ha come obiettivo la costruzione di esperienze sceniche capaci di emozionare e coinvolgere il pubblico in una connessione empatica sempre ricercata. Riconosciuta e sostenuta dal Ministero della Cultura, dalla Regione Veneto, dalla Provincia e dal Comune di Vicenza, nonché da Arco Danza, Naturalis Labor promuove anche rassegne e festival che sono diventati appuntamenti di riferimento per il pubblico e per gli operatori; attraverso un linguaggio sempre in evoluzione, la compagnia continua a interrogarsi sul ruolo della danza oggi, come forma d’arte in cui si fondono stili, culture e tradizioni, come strumento di emancipazione e come spazio di assoluta libertà creativa per esplorare l’infinita varietà dei sentimenti umani e il loro intrecciarsi con i fatti storici.

Manuela Barbato

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Manuela Barbato

Manuela Barbato

Dottoressa di ricerca in Filosofia Politica e critica di Arti Performative si occupa soprattutto di danza in tutte le sue declinazioni in un lavoro fatto di scrittura, critica e programmazione artistica. È programmatrice e direttrice artistica al Teatro Bellini di…

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