Nuovo percorso immersivo per rivivere la storia del Pantheon di Roma, uno dei siti più affascinanti di tutta l’antichità
Unisce storia e tecnologia l’allestimento inedito proposto ai visitatori del Pantheon negli ambienti del lapidarium creato all’inizio del Novecento alle spalle della Rotonda, dov’era un tempo la Basilica di Nettuno. Tra videomapping e preziosi reperti riscoperti
All’epoca della costruzione del Pantheon, Marco Vipsanio Agrippa volle costruire anche una basilica intitolata al dio Nettuno, per celebrare le proprie vittorie navali. Era il 25 a.C., e l’edificio avrebbe scontato, nei secoli a venire, una sorte meno fortunata rispetto alla Rotonda nata come tempio pagano e poi convertita in chiesa (tutt’oggi consacrata come Basilica di Santa Maria ad Martyres), che è ancora tra gli edifici meglio conservati e più spettacolari dell’antichità classica.

La storia della Basilica di Nettuno
Coinvolta nell’incendio dell’80 d.C., la Basilica di Nettuno fu ricostruita all’epoca dell’imperatore Adriano, ma un crollo della copertura nel Duecento ne determinò la progressiva rovina: oggetto di una spoliazione reiterata, nel Cinquecento sui suoi resti fu costruito il palazzo dell’Accademia Ecclesiastica (parte della decorazione architettonica, però, era stata messa in salvo con papà Niccolò V, alla metà del Quattrocento, con il trasferimento il Vaticano).
Sono i disegni realizzati nel Cinquecento a restituire un’idea più precisa di come dovesse essere l’edificio, a pianta rettangolare, posto su un basamento: al suo interno, la basilica custodiva, probabilmente la statua del dio del mare. E al centro si apriva una grande esedra semicircolare con l’abside coperta a semicupola, mentre la trabeazione presentava un fregio con coppie di delfini, conchiglie, tridenti ed elementi vegetali. Ai lati dell’esedra vi erano quattro colonne, una delle quali ricollocata nell’Ottocento. Oggi sono visibili resti delle mura sul lato posteriore del Pantheon, lungo via della Palombella, da cui si ha un’idea anche dell’imponenza della grande abside semicircolare.

La Basilica di Nettuno in una ricostruzione virtuale
Il nuovo percorso immersivo Oltre il Pantheon, che i visitatori del monumento romano potranno apprezzare a partire dal 26 novembre, restituisce la Basilica di Nettuno al suo contesto, grazie al supporto di un allestimento high tech, destinato a diventare permanente, ampliando l’offerta del sito romano, che dall’estate 2023 si visita previo acquisto di un biglietto di ingresso. Della basilica si fornisce una ricostruzione virtuale, attraverso un video che, proprio dove l’edificio sorgeva ne racconta la storia e aiuta a immaginare come dovesse apparire, con le sue raffinate decorazioni architettoniche e policrome.

Il nuovo percorso immersivo “Oltre il Pantheon”
Ma l’inedito percorso di visita, collocato negli spazi che all’inizio del Novecento furono organizzati come lapidarium dall’allora ispettore ai monumenti Antonio Muñoz si spinge oltre. Negli ambienti adibiti a deposito dei marmi utili a tenere tracce delle molteplici vicissitudini architettoniche, artistiche e religiose del Pantheon – finora visitabili solo in occasione di visite guidate speciali – il nuovo itinerario permette, innanzitutto, di ripercorrere la storia del monumento nel contesto del Campo Marzio. Un videomapping ricostruisce le diverse fasi architettoniche dell’edificio – in età tardo-repubblicana, augustea, adrianea, severiana, fino ad arrivare a oggi – seguendo al contempo i cambiamenti urbanistici dell’area, dal Campo Marzio romano all’odierna piazza della Rotonda. Un secondo videomapping si concentra, invece, sui giochi di luce creati dall’oculo della cupola del Pantheon in date particolari: 21 dicembre, 7 aprile, 21 giugno, 5 settembre. Poi si passa a esplorare la storia cattolica del sito, consacrato come Santa Maria ad Martyres da Bonifacio IV, il 13 maggio del 609 dopo la donazione da parte dell’imperatore bizantino Foca. “Tutte le immagini proposte sono frutto di una ricostruzione scientifica basata sulla combinazione degli ultimi dati archeologici con documenti storici”, sottolinea il direttore del Pantheon, Luca Mercuri.

La riscoperta del Pantheon attraverso un nuovo allestimento
L’allestimento mette in luce anche alcuni resti di particolare pregio, dai frammenti di affreschi duecenteschi e trecenteschi, un tempo in basilica, al ciborio realizzato a cavallo tra VIII e IX secolo davanti all’altare, di cui sono state ripristinate le lastre originali che ritraggono pavoni, simbolo di immortalità. E poi laterizi con i bolli di Adriano, e busti che ritraggono personaggi illustri del Cinquecento.
Il progetto, in cantiere dal 2019, è stato sostenuto dalla Direzione Generale Musei e curato dal direttore Mercuri. Si accede al percorso dal cosiddetto Fossato del diavolo (aperto nel 1881), sette metri sotto il livello stradale, dov’era in origine la pavimentazione della Basilica di Nettuno, che fu utilizzata all’inizio come contrafforte del Pantheon. E oltre la Cappella di Santa Maria ad Martyres, dov’è un’antica icona della Vergine con Bambino, appena restaurata, si prosegue seguendo murature che raggiungono quasi sedici metri d’altezza.
Livia Montagnoli
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