A Torino c’è un workshop che incoraggia a ripensare il linguaggio della fotografia documentaria

Sono aperte le iscrizioni a quattro giorni di workshop e incontri con gli artisti Oliver Frank Chanarin e Lorenzo Vitturi dedicati alle nuove traiettorie del linguaggio documentario

Un programma pensato per esplorare le traiettorie più avanzate della fotografia documentaria contemporanea: New Documentary Practices – Futures 2025 è il nuovo workshop in arrivo da CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia dal 2 al 5 dicembre. Curato da Giangavino Pazzola e inserito all’interno della rete internazionale FUTURES, il percorso porta a Torino due figure di primo piano della scena internazionale, Oliver Frank Chanarin e Lorenzo Vitturi, con workshop e incontri aperti al pubblico.

CAMERA come centro di formazione fotografica

L’iniziativa, che apre con un panel dedicato alle Nuove Strategie Documentarie in dialogo con Marina Caneve, rappresenta uno dei tasselli più ambiziosi con cui CAMERA sta rafforzando la propria vocazione alla ricerca e innovazione, intrecciando sperimentazione, formazione e relazioni internazionali. Sono ancora aperte le iscrizioni ai due workshop, rivolti a giovani autori, curatori e artisti interessati a sperimentare nuovi modi di costruire narrazioni visive. Tutte le informazioni e il modulo d’iscrizione sono disponibili sul sito del Centro.

© Oliver Frank Chanarin dalla serie Love the sinner hate the sin
© Oliver Frank Chanarin dalla serie Love the sinner hate the sin

Oliver Frank Chanarin e la logica delle immagini nell’era dell’algoritmo

Il workshop di Oliver Frank Chanarin, Ama il peccatore, odia il peccato, parte da un presupposto chiave: la fotografia contemporanea è un sistema in continua mutazione, attraversato da automatismi, ricombinazioni e archivi che si generano e rigenerano senza sosta. Chanarin, artista noto per un approccio sperimentale che mescola fotografia, algoritmi, processi meccanici e forme ibride di narrazione, inviterà i partecipanti a lavorare su immagini trovate, d’archivio o prodotte sul momento, per indagare la circolazione visiva nell’epoca delle intelligenze artificiali e dell’automazione. Il riferimento alla sua installazione Apparatus, un robot che ricompone incessantemente un archivio fotografico, offre la chiave concettuale del laboratorio: mettere in discussione l’idea stessa di controllo, autorialità e montaggio. Il workshop diventa così un esercizio collettivo sulla costruzione di nuovi immaginari documentari, dove fotografie, parole e codici informatici convivono per produrre dispositivi narrativi inattesi. Un approccio che ribadisce l’interesse di CAMERA per le forme più radicali di riflessione sui linguaggi visivi contemporanei.

Lorenzo Vitturi dalla serie In Luna
Lorenzo Vitturi dalla serie In Luna

Con Lorenzo Vitturi, la fotografia oltre la superficie: materiali, territori, narrazioni

Di natura diversa ma complementare è il workshop di Lorenzo Vitturi, Tra fotografia e scultura, incentrato sul rapporto tra immagine, materia e processi di trasformazione. La pratica dell’artista si sviluppa tra scenografia, installazione e fotografia e qui diventa il punto di partenza per una ricerca che sfida la bidimensionalità classica del medium.

A Torino, e in particolare nel quartiere di San Salvario, i partecipanti saranno guidati in esplorazioni urbane e raccolte di materiali eterogenei, trasformati poi in sculture effimere e set temporanei. L’obiettivo è far emergere il potenziale narrativo di ciò che viene raccolto, scartato, accumulato: oggetti capaci di raccontare stratificazioni culturali, economie informali e dinamiche sociali. Il laboratorio spinge la pratica fotografica verso un territorio tridimensionale, performativo e installativo, invitando i partecipanti a concepire la fotografia come processo e non solo risultato, come spazio dove immagine e materia interagiscono per generare nuove forme di racconto.

Valeria Radkevych

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Valeria Radkevych

Valeria Radkevych

Valeria Radkevych (1995, Lugansk, Ucraina) è una curatrice e ricercatrice indipendente. Ha conseguito una laurea magistrale in arti visive con doppio titolo, condiviso tra l'Università di Bologna e la Paris 1 – Panthéon Sorbonne. La sua ricerca, avviata con la…

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