La Chiesa di San Carlo a Cremona si è trasformata in un groviglio di luminarie. Spente
L’intervento site-specific dell’artista Massimo Bartolini è una riflessione tra il visibile e l’invisibile, e suggerisce un tempo sospeso utilizzando un elemento tradizionale delle feste del Sud Italia. La mostra organizzata nell’ambito del progetto San Carlo
È un fitto groviglio di luminarie ad accogliere i visitatori nella navata della chiesa sconsacrata di San Carlo, a Cremona, ripensata dall’installazione site-specific di Massimo Bartolini (Cecina, 1962).
I “100 giorni” di Massimo Bartolini nella Chiesa di San Carlo
L’artista toscano ha qui immaginato un intervento dal titolo 100 giorni, che tiene insieme i punti focali della sua ricerca: la tensione tra visibile e invisibile, la sospensione tra reale e simbolico, la trasformazione della luce in materia e narrazione.
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Un groviglio di luminarie spente nella Chiesa di San Carlo
E dunque, all’ingresso dell’aula una grande luminaria spenta costruisce un corpo architettonico fatto di geometrie modulari. La festosità di un elemento solitamente accostato alle feste di paese risulta, così sopita: prive di luce, le caratteristiche luminarie siciliane – già utilizzate da Bartolini in passato – sono ridotte a un’intelaiatura essenziale. La festa è congelata: forse già conclusa, forse ancora da iniziare. Mentre sul retro dell’altare, al centro, un neon rosso si accende e restituisce luce e voce a due scritte murali rinvenute nel carcere di Cremona. Nell’intenzione dell’artista, quindi, la mostra si costruisce come una doppia soglia, dove l’elemento luminoso viene sottratto al dispositivo festivo per essere restituito alla voce dell’individuo isolato.
La Chiesa di San Carlo a Cremona e la sua rinascita con l’arte contemporanea
La mostra, visibile fino al 16 gennaio 2026, prende forma a Cremona per iniziativa del progetto San Carlo, spazio espositivo d’arte contemporanea legato all’impegno di Lorenzo Spinelli e Form. The Creative Group, nato per creare un dialogo aperto tra l’arte contemporanea, il territorio e la comunità locale. Prima di ospitare il progetto, infatti, la seicentesca chiesa sconsacrata di San Carlo, luogo nella memoria storica della città e della comunità, è stata per molti anni oggetto di incuria e abbandono e infine definitivamente chiusa al pubblico. Nel 2021 lo spazio ha riaperto dopo un lungo restauro come polo creativo dedicato al contemporaneo (tra le ultime iniziative, a luglio scorso, le volte della chiesa hanno accolto, solo per una notte, l’intervento di Marcello Maloberti, Metronotte). Ora si trasforma nuovamente per i 100 giorni di Massimo Bartolini. Le foto.
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