Il Ministro della Cultura Giuli utilizza le strutture del Ministero per fare campagna elettorale in Campania (dopo l’affondo di Artribune il suo ufficio stampa si dimette)

Incapace di distinguere il suo incarico di ministro dal suo ruolo di attivista, Alessandro Giuli non solo investe giornate di lavoro per fare campagna elettorale in Campania, ma per farlo si serve anche degli strumenti del Ministero

Il deficit di fair play e di senso istituzionale del Governo Meloni è ormai tanto preoccupante quanto proverbiale. E, cosa ancora più grave, non accenna a diminuire dopo ben tre anni. Il Primo Ministro si vanta (giustamente) di presiedere un esecutivo molto molto longevo, ma non si cruccia minimamente del fatto che molti dei suoi esponenti sembrano ancora dopo tutto questo tempo degli inesperti stagisti delle istituzioni. Grezzi, volgarotti, cafoncelli e costantemente goffi e irrispettosi più o meno volontariamente. Avremmo bisogno di statisti piuttosto che di stagisti, ma tant’è…

Alessandro Giuli che fa campagna elettorale in qualità di Ministro

L’ultimo caso di goffaggine e cafonaggine amministrativa arriva purtroppo dal Ministero della Cultura. Alessandro Giuli non è tra i peggiori ministri dell’esecutivo quanto a faziosità politica e a sgrammaticature istituzionali, bisogna concederglielo. E bisogna concedergli pure che da sempre ha puntato sul territorio campano come terra di cultura e di arte. Tuttavia in occasione delle imminenti elezioni regionali in Campania si è lasciato a dir poco prendere la mano. 

Tre comunicati stampa di campagna elettorale dalla mailing list del ministero

Solo nella giornata di venerdì 21 novembre 2025, in occasione della chiusura della campagna elettorale e delle ultimissime iniziative politiche connesse, Giuli ha ritenuto di adoperare la mailing list stampa del Ministero della Cultura per veicolare ben tre comunicati stampa a favore del candidato del centrodestra Edmondo Cirielli (sì, proprio quello che non più tardi di un anno fa dichiarava che “il tratto distintivo più profondo del fascismo era uno spirito di libertà straordinario“).

Il contenuto (imbarazzante) dei comunicati stampa di Giuli

Presente agli eventi e alle conferenze stampa di chiusura della campagna elettorale in Campania, Giuli ha avuto la scusa per inviare ben tre dispacci stampa. Uno per fare il punto sugli investimenti culturali fatti dal Governo in questi 3 anni in Campania; uno per spiegare che se Napoli è diventata capitale della cultura negli ultimi anni lo deve tutto a Edmondo Cirielli (!); e infine uno – mirabolante – per sottolineare come Edmondo Cirielli sia, citiamo testuale togliendo i numerosi refusi, “la personificazione della cultura di governo. Il candidato presidente della Regione Campania non è solamente il Vice Ministro degli Affari Esteri, ma è un uomo che vive nel tessuto politico, e nella cultura del governo nazionale, da decenni. Conosce i meccanismi, le persone, le necessità del territorio. Ed è per questa sua credibilità che riesce a ottenere dal Governo il massimo sostegno ai progetti per la Campania, che non sono soltanto i progetti di un candidato presidente e della sua coalizione, ma fanno parte della visione strategica del Governo Meloni per l’Italia intera. I pianeti, oggi, finalmente si possono allineare, perché è già iniziato un nuovo corso. Tutto ciò che di buono è accaduto negli ultimi anni a Napoli e in Campania, soprattutto in campo culturale e sociale, è avvenuto perché dal 2022 esiste di fatto un governatore ombra. Un presidente, che risponde al nome di Edmondo Cirielli, che è già all’opera ed è sostenuto da un Governo che lo considera centrale nell’azione pubblica per l’Italia e per questa regione”. Insomma, un po’ come Trump quando cercava di ostacolare la campagna elettorale di Mamdani e favorire Cuomo minacciando di togliere i finanziamenti se avesse vinto il primo e di confermarli solo in caso di vittoria del secondo. Si sa poi come è andata…

Un ministro dovrebbe separare l’attività politica dall’attività istituzionale

Giuli ha tutto il diritto di fare attività politica da militante in affiancamento alla sua attività istituzionale da ministro. Ma dovrebbe avere la compostezza di tenere le due cose nettamente separate, con collaboratori separati, con mailing list separate. Utilizzare i mezzi del Ministero della Cultura per fare campagna elettorale per questo o per quell’altro candidato è una roba imbarazzante. Doppiamente imbarazzante se a porla in essere è il Ministro della Cultura: noi riceviamo in redazione i comunicati stampa del Collegio Romano da sempre e non ci era mai capitato, a memoria, un siparietto simile. Sorprendente infine, a livello meramente tattico, che i politici italiani ancora non abbiano compreso che con le sgrammaticature e le grossolanità istituzionali non si fa altro che il gioco degli avversari. 

AGGIORNAMENTO: Dopo un paio d’ore dalla pubblicazione di questo articolo, le cui riflessioni sono state riprese da un paio di note dei deputati PD della Commissione Cultura della Camera dei Deputati, il capo ufficio stampa del Ministero della Cultura Piero Tatafiore ha rassegnato le sue irrevocabili e immediate dimissioni scusandosi di aver utilizzato strumenti istituzionali per comunicazioni di natura politica. Bene.

Massimiliano Tonelli

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Massimiliano Tonelli

Massimiliano Tonelli

È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…

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