Isabella Benshimol Toro / Emma Moriconi – Resonances
Resonances, duo show delle artiste Isabella Benshimol Toro (Caracas, 1994) e Emma Moriconi (Milano, 1997).
Comunicato stampa
Artopia è lieta di inaugurare giovedì 20 novembre, resonances, duo show delle artiste Isabella Benshimol Toro (Caracas, 1994) e Emma Moriconi (Milano, 1997).
Le artiste si incontrano per la prima volta nello spazio della galleria: due pratiche, due ricerche e due esistenze che scorrono parallele ai due lati del mondo, Londra e New York. Protagonista di questo duetto è il corpo, presente nella sua assenza. Lo si percepisce nelle sculture-installazioni di Benshimol Toro, che gioca con la materia del quotidiano, e nelle composizioni pittoriche di Moriconi, dove prendono forma gli ecosistemi nascosti dell’anatomia umana e naturale. Il progetto espositivo nasce da questo scambio, un dialogo che prende forma in una narrazione sospesa nel tempo, muovendosi in un fragile equilibrio tra esperienze personali e dinamiche universali.
Isabella Benshimol Toro con le sue teche sospese, congela nel tempo azioni, gesti e impressioni legati ad un ordinario domestico. Fuoriescono dalle pareti della galleria vestiti usati, cristallizzati nella resina, mostrati in quelli che l’artista definisce “monumenti all’inconscio”. Il punto di vista qui è su ciò che non vediamo, sulla realtà che si nasconde dentro al corpo, sulla percezione di un sentire intimo ed ineffabile suscitato dalla parvenza del quotidiano. La resina, elemento centrale nella poetica dell’artista, diventa l’agente che permette di fissare momenti ed azioni rendendoli visibili tramite la sua trasparenza. Attraverso un rigoroso processo di sperimentazione della materia, Benshimol Toro trasforma il disordine della vita in composizioni inedite, riflettendo su come un cambio di prospettiva possa influenzare il significato della realtà stessa. L’assenza di un corpo, di un luogo e di un tempo definito, apre uno spazio di possibilità interpretative, che permettono ad ognuno di ritrovare le tracce del proprio quotidiano.
Le tele di Emma Moriconi sono il risultato di una ricerca interdisciplinare che intreccia il corpo, come entità emotiva, a immagini di carattere medico-scientifico e danno forma a ciò che si presenta sotto la superficie, alle strutture intricate ed invisibili che regolano la vita umana e non umana. L’interno del corpo ed i tessuti che lo compongono si rivelano in tratti veloci che ricordano grotte calcificate, sedimenti, paesaggi organici dove il colore e la luce mappano un’anatomia invisibile. Nella serie di lavori che tratteggiano i due piani della galleria, l’artista esplora la tensione tra vita e decadimento, tra presenza e assenza, partendo dalle sue esperienze personali, dalle suggestioni visive delle immagini delle ecografie dei suoi organi riproduttivi e del cuore di sua madre. Proprio l’immagine ecografica si trasforma da processo clinico e meccanico ad un’esperienza intima ed emotiva. Le opere si rivelano nella loro materialità: le increspature della tela grezza di iuta, contrapposta a superfici lisce come lino o legno, sembrano rispecchiare le diverse texture del corpo umano. Rivolgendo l’attenzione su ciò che è nascosto a livello molecolare, cellulare o geologico, Moriconi svela i meccanismi segreti essenziali al mondo organico e inorganico.
Le opere delle due artiste, pur nella loro individualità, sembrano a tratti sfiorarsi nello spazio della galleria, rivelando naturali analogie tematiche e affinità compositive, come la ricerca materica, la tensione costante verso la luce e una pratica volta al superamento delle categorie pure di pittura e scultura.