A Castelfranco Veneto l’arte contemporanea riattiva la memoria di un edificio simbolo della città
Dopo due anni di ricerca e progettazione un palazzo trecentesco Soranzo Novello accoglie una mostra di artisti di diverse generazioni intrecciando linguaggi e prospettive sul tema del doppio
Prende le mosse da Palazzo Soranzo Novello la narrazione del nuovo centro per l’arte contemporanea PORTOFRANCO, aperto al pubblico da venerdì 14 novembre 2025 a Castelfranco Veneto. Alla sua direzione la curatrice Rossella Farinotti, che ne inaugura una fase inedita con una mostra di artisti nazionali e internazionali di diverse generazioni: ad accoglierla una cornice dalla storia stratificata, dal Medioevo al Settecento, tra architetture, stili e funzioni, specchio dei mutamenti sociali e culturali della comunità castellana.

La storia di Palazzo Soranzo Novello
Furono i Soranzo, una delle famiglie più antiche della Serenissima, a stabilire qui la loro dimora nel Trecento: nel corso dei secoli la struttura venne ampliata, rialzata, ridecorata, trasformata prima dai Soranzo stessi e poi dai Novello, che nel XVIII Secolo ne definirono l’immagine tutt’ora leggibile nella facciata e negli interni. Dietro queste pareti hanno convissuto stemmi nobiliari, portici rialzati, affreschi votivi, stanze ridisegnate per adattarsi al gusto barocco e saloni veneziani arricchiti da stucchi raffinati. Restaurato nel Novecento dopo un lungo periodo di abbandono per diventare la sede della Banca Popolare di Castelfranco Veneto, il palazzo è oggi un vero e proprio archivio, fatto di innesti e residui, di continuità e rotture.
Che cos’è PORTOFRANCO
Ed è proprio questa sua natura discontinua a rendere Palazzo Soranzo Novello il luogo ideale per ospitare PORTOFRANCO, nell’insieme di tracce che rivelano come ogni epoca abbia riscritto la precedente. La mostra (al pubblico fino al 14 febbraio 2026), ha richiesto due anni di ricerca e progettazione e nasce grazie alla volontà dell’amministrazione e all’iniziativa di Daniele Costa e Lisa Rebellato: Farinotti parla di immaginari tracciati e messi in vita, di narrazioni che dal Palazzo “strabordano all’esterno”, creando una comunità di pensiero. Così il palazzo non è uno sterile contenitore, ma diretto interlocutore tra crepe, vuoti e prospettive interrotte, in un laboratorio di possibilità.
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Gli artisti in mostra a Castelfranco
Così, Vincenzo Agnetti, Marco Bongiorni, Thomas Braida, Rachele Calisti, Maurizio Cattelan, Flavio Favelli, Agata Ferrari Bravo, Anna Galtarossa, Goldschmied & Chiari, Adam Gordon, Guido Guidi, Agnese Guido, Duane Hanson, Sacha Kanah, Silvia Mariotti, Francesca Mirabile, Silvia Negrini, Marta Ravasi, Fabio Roncato, SC_NC, Raoul Schultz, Vedovamazzei e Zoe Williams sono i 23 artisti che, con opere e interventi, rispondono al tema del doppio, inteso come tensione tra realtà e immaginazione, memoria e presente.
PORTOFRANCO tra storia e arte contemporanea
È un tema che si inserisce perfettamente nelle architetture del palazzo, costruito per rappresentare potere e prestigio ma anche attraversato nei secoli da momenti di decadenza e ricostruzione. Ci sono sculture che riflettono, ambienti che si duplicano, installazioni che esistono a metà tra ciò che era e ciò che potrebbe essere. Alcuni interventi, site-specific, si intrecciano direttamente con le forme dell’edificio, altri esplorano la memoria della città o attivano processi partecipativi, mentre altri ancora giocano con l’illusione, con la trasformazione della materia e con la possibilità di far emergere tracce nascoste. Le opere abitano cortili, saloni settecenteschi, scale e ambienti in pieno stile Anni Settanta, chiedendosi cosa significa attraversare un luogo che custodisce molte vite. Ma PORTOFRANCO esce anche da Palazzo Soranzo Novello, presentando le sculture di Alice Ronchi al Museo Casa Giorgione, oltre a prevedere un public program tra talk, performance, laboratori, residenze d’artista, percorsi di accessibilità e collaborazioni con realtà artigiane ed eccellenze locali.
Caterina Angelucci
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