Atto 2/3: Col Tem-po

Informazioni Evento

Luogo
RHINOCEROS FONDAZIONE ALDA FENDI ‒ ESPERIMENTI
Via del Velabro, 9a, 00186 Roma, RM, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
26/11/2025

ore 18

Generi
arte contemporanea, collettiva

Secondo capitolo di una trilogia di mostre sviluppata in collaborazione con la galleria parigina
Bigaignon.

Comunicato stampa

A Roma, rhinoceros gallery www.rhinocerosroma.
com/galleria, lo spazio dedicato alle arti contempo-
ranee fondato da Alessia Caruso Fendi all’interno
di Palazzo Rhinoceros, presenta “Atto 2/3: Col Tem-
po”, il secondo capitolo di una trilogia di mostre svi-
luppata in collaborazione con la galleria parigina
Bigaignon www.bigaignon.com.
In programma dal 26 novembre 2025 al 14 gennaio
2026, la nuova esposizione è dedicata all’elemento
essenziale del tempo e segna la continuazione di
un progetto articolato in tre atti, che si concluderà
nel marzo 2026.
Fondata a Parigi quasi dieci anni fa, Bigaignon è
conosciuta per la promozione di artisti che indaga-
no i fondamenti di luce, spazio e tempo attraverso
pratiche legate al minimalismo, all’astrazione e alla
fotografia concettuale.
Il tempo — invisibile e sfuggente — costituisce la
trama stessa dell’esperienza umana e rappresenta
una delle materie essenziali dell’arte. Se la fotogra-
fia si definisce attraverso la luce e lo spazio, lo fa
altrettanto attraverso il tempo: lo interrompe, lo
sospende, lo trasforma in una sostanza tangibile.
Ogni immagine è un frammento, un istante che si
rifiuta di scomparire.
Da sempre gli artisti cercano di comprendere cosa
il tempo faccia alla forma, al corpo, alla memoria.
Eraclito vedeva il mondo come un flusso perpetuo,
mentre Sant’Agostino — meditando proprio a Roma
— si stupiva di questo paradosso: il tempo esiste
solo nella coscienza umana, teso tra il ricordo del
passato e l’attesa del futuro. A Roma questa rifles-
sione assume una risonanza particolare. Qui il tem-
po diventa visibile, quasi tangibile. Gli strati della
storia si sovrappongono come livelli di memoria: le
rovine dialogano con il presente, le pietre antiche
incontrano la luce di un nuovo giorno. La Città Eter-
na ci ricorda che il tempo non è solo ciò che passa,
ma anche ciò che resta.
BIGAIGNON X RHINOCEROS
GALLERY
Gli artisti in mostra esplorano questa materia in-
visibile, fluida e persistente. Attraverso la traccia,
la sovrapposizione, la ripetizione, o al contrario la
brillantezza di un singolo istante fugace, indagano
la tensione tra transitorietà e permanenza.
Thomas Paquet cattura la traccia del tempo nell’ar-
co di un intero anno attraverso la cianotipia, così
come fa — in modo diverso — l’artista spagnolo
Juan Couder. Morvarid K, con la performance,
modella la carta fotografica imprimendovi tracce
temporali. Nella serie Latent, Hideyuki Ishibashi
evoca il tempo attraverso la memoria. In un approc-
cio più concettuale ma altrettanto potente, il col-
lettivo belga Lab(au) presenta un monocromo che
sembra assumere la forma di un dittico: realizzato
con polvere di uranio su un lato e piombo sull’al-
tro, sarà il tempo stesso a trasformare l’opera in un
monocromo, poiché ciò che separa i due materiali
è proprio il tempo. Gli artisti Yannig Hedel e Chris
McCaw offrono composizioni poetiche che evoca-
no l’iscrizione del tempo che passa, mentre — come
ricorda il filosofo Henri Bergson — il tempo vissu-
to, la durata, non si misura ma si sente: si dilata o
si condensa secondo le nostre emozioni e i nostri
ricordi. L’artista ospite Charles Xelot rende visibile
questa durata, mentre Fernando Marante e Harold
Feinstein invitano a contemplare il tempo come
sostanza viva: nel primo si distende come un’onda
tranquilla, nel secondo si dispiega immagine dopo
immagine, come una sequenza cinematografica.
In un’epoca satura di immagini istantanee e infor-
mazioni fugaci, ripensare il tempo— la sua lentezza,
la sua profondità, la sua densità — diventa quasi un
atto politico. Forse, in fondo, il vero compito dell’ar-
te è proprio questo: dare forma al tempo, affinché,
anche solo per un momento, possiamo abitarlo in
modo diverso.
In parallelo, dallo scorso settembre e fino a marzo
2026, Bigaignon occupa uno spazio al primo piano
di Palazzo Rhinoceros con una grande installazi-
one di Olivier Ratsi. Una vera e propria sintesi delle
tre mostre previste alla rhinoceros, quest’opera im-
mersiva riunisce i tre temi che la galleria francese
esplorerà durante la sua residenza romana: luce,
tempo e spazio