Meredith Monk a Venezia per il Leone d’Oro alla Biennale Musica: il report del concerto

Sullo sfondo della cerimonia di consegna del Leone d’Oro alla Carriera, è andato in scena al Teatro Malibran di Venezia un concerto-antologica della compositrice e performer statunitense che usa la voce per costruire mondi sonori e visivi

L’unicità della sua voce sta nel fatto che non rappresenta, ma si manifesta. Non racconta emozioni, le vive”. La voce di cui parla la direttrice della Biennale Musica di Venezia, Caterina Barbieri, è quella della compositrice e performer statunitense Meredith Monk che il 20 ottobre ha ricevuto nella Sala delle Colonne di Ca’ Giustinian il Leone d’oro alla carriera. E due sere prima ha entusiasmato la platea del Teatro Malibran con un concerto-antologica di oltre 50 anni di produzione, affiancata dalle sue due collaboratrici fidate e di lunga data come Katie Geissinger, voce, e Allison Sniffin, voce, tastiere, violino.

La cerimonia di premiazione di Meredith Monk

Durante la cerimonia di consegna del Premio, il pensiero dell’artista 82enne è andato al 1975 quando, durante la Biennale Teatro di quell’anno – diretta da Luca Ronconi – ha allestito nei capannoni dismessi degli ex Cantieri Navali della Giudecca il suo primo spettacolo presentato in Italia, Education of the Girl child: “Un’occasione che ha cambiato la mia vita”, ha detto Monk, che già allora integrava musica, teatro, immagine e ricerca della voce, intesa non solo come strumento, ma come “mezzo di risonanza emotiva”.

Il concerto di Meredith Monk a Venezia

Quella stessa risonanza che, durante il concerto, ha fatto vibrare all’unisono il pubblico seduto a teatro, immerso nei respiri, nei balbettii e nei suoni gutturali emessi da Meredith Monk e dal suo piccolo ensemble vocale, più simili a un organismo vivente che a una composizione musicale. “Questo è lo strumento più radicale della sua arte, la relazione”, ha spiegato Barbieri. “Monk compone ambienti permeabili, in cui il pubblico è assorbito nel corpo-spazio della performance”. Un’artista che ha ispirato generazioni di artisti, dalla musica d’avanguardia alla classica contemporanea, dall’elettronica al jazz al pop. Tra i brani di maggior successo che ha presentato in concerto c’era, infatti, quel Gotham Lullaby, composto nel ‘75 e poi reinterpretato anche da Björk anni dopo.

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Meredith Monk Leone D’Oro Biennale Musica Venezia, ph. Claudia Giraud

L’installazione audiovisiva di Meredith Monk

All’interno del percorso espositivo della Biennale Architettura 2025 si poteva poi vedere l’installazione audiovisiva a tre schermi Songs of Ascension Shrine, in prima italiana, che noi avevamo già visto ad Amsterdam durante la sua prima grande retrospettiva, prodotta dalla Hartwig Art Foundation, e curata dalla sua direttrice Beatrix Ruf (ex direttrice dello Stedelijk Museum). Si tratta di un trittico video che riproduce un’esecuzione dal vivo della sua opera Songs of Ascension, ispirata ai temi dell'”ascensione” e anche all’architettura della torre di Ann Hamilton che, per la sua altezza, la scala a doppia elica e l’acustica, si prestava bene alla composizione che aveva in mente Monk: “Qui ti potevi sentire immerso nella musica, nel movimento e nella bellezza della torre”. Un luogo dove anche il semplice atto del salire e scendere le scale diventa parte del suono e, insieme, un’esperienza spirituale.

Claudia Giraud

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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