I set più folli delle sfilate sono firmate dallo studio Bureau Betak 

Quando la scenografia ruba la scena alla moda. Tutta opera dello studio Bureau Betak, che ha dominato il fashion month da New York a Parigi

È stato un mese intenso che rimarrà nella storia della moda: circa quindici designer hanno debuttato a settembre, da New York a Parigi. Nella corsa all’attenzione durante le Fashion Week mondiali, le collezioni non bastano più. Serve un racconto, un’atmosfera, un’esperienza che vada oltre il capo d’abbigliamento. La moda ha smesso di accontentarsi di una semplice passerella: oggi ogni sfilata è una scenografia studiata, un universo narrativo costruito nei minimi dettagli.

I set scenografici delle sfilate dell’autunno 2025

Le scenografie monumentali delle prime sfilate di Karl Lagerfeld, John Galliano, Thierry Mugler e Vivienne Westwood sono sempre state un punto di riferimento per chi segue la moda. Un tempo realizzate da scenografi o direttamente dai designer, oggi sono affidate a realtà creative nate proprio per questo. In prima fila in questo cambiamento c’è Alexandre de Betak, fondatore dello studio Bureau Betak, attivo fin dagli Anni ’90. Spesso definito “il regista della moda”, il suo studio ha trasformato le sfilate in eventi multidisciplinari, dove architettura, luce, suono e performance convivono in un’unica esperienza immersiva. 

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Chanel primavera estate 2026

Tutto su Bureau Betak

Fondato all’inizio degli Anni ’90, è uno degli studi creativi più influenti dell’industria culturale. Nato nella Parigi vibrante di quegli anni, in tre decenni lo studio si è espanso, con sedi anche a New York e Shanghai. Lo sguardo pittorico e scultoreo di Betak ha incontrato, in diversi momenti, i grandi stilisti dei nostri tempi: John Galliano, Michael Kors, le sorelle Olsen per The Row, Hermès, Céline e molti altri. Oggi il team conta centinaia di collaboratori dislocati nelle sue tre sedi internazionali. Successo coronato nel 2017 con il libro fotografico Betak: Fashion Show Revolution, che celebra i suoi primi 25 anni di carriera.

Bureau Betak e la sfilata Gucci Primavera Estate 2023 

Vi ricordate, ad esempio, quella sfilata in cui Alessandro Michele ha portato in passerella coppie di gemelli vestiti in modo identico?  Era la primavera estate 2023 di Gucci, con scenografia firmata Bureau Betak. Michele ha voluto comunicare un messaggio potente e attuale: la solidarietà, impersonata dai gemelli che si tenevano per mano alla fine dello show. Infatti, post-show, ha confessato di sentirsi turbato dalle crisi climatiche, dalla crescente omofobia e dalla paura della guerra nucleare, tematiche più che mai attuali anche adesso. 

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Chanel primavera estate 2026

Bureau Betak e la sfilata Jacquemus Primavera Estate 2021

Una delle sfilate meglio ricordate di Simon Porte Jacquemus si è tenuta nel Parco Naturale del Vexin, vicino a Versailles. Era ancora un periodo segnato dal Covid, e il brand francese ha scelto di accogliere solo 100 ospiti VIP per una passerella all’aperto ispirata all’amore e alla celebrazione. Insieme a Bureau Betak, il fashion designer ha organizzato la sfilata primavera estate 2021 nel mezzo di un campo, su una passerella lunga 600 metri: un’immagine che evocava un matrimonio campestre o una sagra di paese. I giornalisti hanno definito questa collezione un colpo da maestro, capace di racchiudere i temi centrali del 2020: solitudine, diversità, autenticità e inclusività. A fine show, Jacquemus ha ribadito che una sfilata dal vivo non potrà mai essere sostituita da un video. 

Bureau Betak e la sfilata Chanel Primavera Estate 2026

È, però, l’ultima sfilata Chanel ad essere l’esempio emblematico di come scenografia e moda si riuniscono in un’unica espressione d’arte che ci porta oltre il solito presentare o raccontare una storia. Il Grand Palais Éphémère si è trasformato in un microcosmo cosmico, dove il cielo non era solo sfondo, ma protagonista emotivo per il debutto di Matthieu Blazy come direttore creativo della maison. L’idea era quella di unire poesia visiva e moda, portando il pubblico a “guardare in alto”, non solo con lo sguardo, ma con l’immaginazione. Non si trattava più di un semplice show, ma di un rituale estetico. Anche questo progetto è di mano del Bureau Betak che da anni collaborava con Karl Lagerfeld, conosciuto per la sua passione per le scenografie monumentali.

saint laurent primavera estate 2026 I set più folli delle sfilate sono firmate dallo studio Bureau Betak 
Saint Laurent primavera estate 2026

I migliori set delle sfilate primavera estate 2026

Per la stagione primavera estate 2026, quella che ha decretato il dominio dello studio nella progettazione dei set delle sfilate, ci sono stati altri show memorabili: da Alaïa e i suoi maxischermi a Dior con una scatola nera che ha mostrato agli spettatori chi ha preceduto il nuovo direttore creativo Jonathan Anderson. Poi Valentino, Off-White, Saint Laurent, per citarne alcuni.

La sostenibilità di Bureau Betak 

Comunque oltre al colpo d’occhio scenico c’è di più. Bureau Betak ha saputo intercettare una delle urgenze più pressanti del settore: la sostenibilità. Lo studio è stato uno dei primi del suo genere a ottenere la certificazione ISO 20121 per la gestione sostenibile degli eventi, e ha lanciato la piattaforma Better Betak, con l’obiettivo di condividere pratiche produttive più responsabili nel mondo degli allestimenti temporanei. Questo porta non solo alla spettacolarizzazione dell’industria della moda ma anche responsabilità di chi lavora in questo settore. Ma ciò che distingue davvero il lavoro di Bureau Betak non è solo l’estetica, ma la capacità di creare memorie visive. In un’epoca in cui tutto è filtrato, scrollato e dimenticato in pochi secondi, costruire uno spazio che lasci il segno nella mente del pubblico è quasi una forma di resistenza culturale.

Il futuro della moda 

La domanda che resta è: fin dove può spingersi la spettacolarizzazione della moda senza oscurare il contenuto? Se da un lato la scenografia rende lo show indimenticabile, dall’altro rischia di far passare in secondo piano la collezione stessa. Eppure, proprio in questo sottile equilibrio sembra risiedere la maestria di Bureau Betak: rendere il contesto inseparabile dal contenuto, creando un tutt’uno dove ogni elemento rafforza l’altro.

Vova Motrychuk 

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