Poetik der Gegenstände (Poetica degli oggetti)

Informazioni Evento

Luogo
CANTIERI CULTURALI ALLA ZISA
Via Paolo Gili 4, Palermo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Giovedì – Venerdì – Sabato dalle 16:00 alle 19:00 e per appuntamento

Vernissage
04/10/2025

ore 18

Generi
arte contemporanea, collettiva

La mostra riunisce, sulla scia di molti progetti del Verein Düsseldorf Palermo, artiste e artisti di diverse generazioni e provenienti da diversi ambiti delle arti visive, in uno scambio continuo tra scena siciliana e tedesca, attorno all’idea che gli oggetti siano in grado di rivelare valori simbolici.

Comunicato stampa

In occazione della XXI Giornata del Contemporano inaugura sabato 4 ottobre alle ore 18 – e fino al 6 dicembre - all’Haus der Kunst dei Cantieri Culturali alla Zisa di Palermo, Poetik der Gegenstände (Poetica degli oggetti), il nuovo progetto del Verein Düsseldorf Palermo Con il sostegno di Landeshauptstadt Düsseldorf e Johanna Ey Foundationche presenta i lavori di Tine Bay Lührssen, Boris Becker, Andrea Di Marco, Daniele Franzella, Bart Koning e Rossella Palazzolo.

La mostra riunisce, sulla scia di molti progetti del Verein Düsseldorf Palermo, artiste e artisti di diverse generazioni e provenienti da diversi ambiti delle arti visive, in uno scambio continuo tra scena siciliana e tedesca, attorno all’idea che gli oggetti siano in grado di rivelare valori simbolici, evocativi e critici, che vanno oltre la rappresentazione mimetica della realtà.

Nelle opere in mostra, gli oggetti sono assoluti protagonisti, presenze formali che trascendono la propria utilità per divenire veicolo di immagini, affetti, tensioni narrative o contemplative. “Questo avviene”, si legge nel testo critico, “attraverso l’emersione di significati che si manifestano nella forma e nei suoi medium possibili, nella scelta dei materiali, nei processi artistici, nella tensione tra presenza e assenza, tra la funzione dell’oggetto e la sua sospensione – e nella sua capacità di condensare in sé il trascorrere del tempo”. Come spiegano i curatori.

La Poetica degli oggetti viene così investigata attraverso il lavoro di Boris Becker (Colonia, 1961), fotografo e artista di fama internazionale che nell’estate del 2020, ha intrapreso un viaggio in barca lungo le vie navigabili interne dell’Europa, dai Paesi Bassi alla Polonia, documentando fotograficamente – con circa 650 scatti in bianco e nero – i ponti incontrati lungo il percorso. Le fotografie di Becker in mostra, composte in tableaux o in stampe di grande formato, restituiscono una panoramica di oltre centocinquant’anni di architettura del ponte: tutte le immagini sono state realizzate da un punto di vista costante, situato al centro del corso d’acqua, in cui il ponte assume il ruolo di soggetto principale.

Sono in apparenza anonimi e privi di pretesa estetica gli oggetti rappresentati nelle tele di Andrea Di Marco, (Palermo, 1970-2012) artista tra i più amati della Scuola di Palermo. A un primo sguardo, l’opera di Andrea Di Marco potrebbe evocare la tradizione della pittura di paesaggio, in particolare quella dei siciliani Leto e Lojacono; la sua ricerca però si colloca entro una più ampia riflessione sullo statuto dell’immagine e del visibile, portando alla luce, nelle sue pitture, scorie, detriti e oggetti spesso secondari e dimenticati, attraverso una rigorosa composizione formale e tecnica: centrale nella sua pratica è l’interazione di differenti medium – le fotografie, sviluppate in forma di diapositiva, attraverso cui selezionava i soggetti delle sue opere – che alimentano un vasto corpus visivo presentato nell’esposizione accanto alla sua produzione pittorica.

Le opere di Tine Bay Lührssen (Flensburg, 1973) costituiscono un’indagine sulla dimensione poetica dell’oggetto nella quotidianità. Elementi formali estratti dal contesto domestico vengono riorganizzati in strutture realizzate prevalentemente in legno, cartone e metallo, assumendo la forma di corpi spaziali polivalenti e sottraendosi a una lettura univocamente funzionale: questi “nuovi” oggetti mettono in discussione categorie interpretative consolidate, chiedendosi del rapporto tra soggetto e oggetto, delle funzioni potenziali di quest’ultimo e delle prospettive cognitive ed esperienziali che esso può attivare.

Daniele Franzella (Palermo, 1978) presenta una serie di opere ispirate alle celebri macchine da scrivere prodotte da Olivetti, reinterpretate attraverso la pratica scultorea della ceramica. Gli oggetti, che richiamano nella forma l’archetipo funzionale di provenienza, vengono sottoposti da Franzella a un processo di astrazione e rimodulazione che li trasforma in carene di oggetti potenziali: forme di funzionalità inespresse, che esistono al di fuori di ogni possibilità d’uso. Per l’occasione, Franzella realizza un cabinet inedito, in cui queste carene vengono esposte insieme a oggetti su un tavolo da ufficio immaginario, allestiti come figure autonome ma simultanee, punti di vista esclusivi che collidono su un’idea di forma che attraversa epoche, tecniche e linguaggi, tra memoria industriale ed estetica del design in dialogo con echi arcaici, generando un dispositivo plastico e ucronico sospeso tra passato e possibilità alternative del presente.

Nel dipinto Ford Perfect, così come nei ritratti dedicati alle figure giocattolo, Bart Koning (Amsterdam 1957) indaga il concetto di formato come dispositivo percettivo e semantico. Il giocattolo, concepito come replica in scala ridotta della realtà, diviene per l’artista il punto di partenza per un’operazione di inversione proporzionale. Attraverso un consapevole ingrandimento che tenta, per paradosso, di ripristinare il “formato originario” del soggetto del giocattolo, l’oggetto viene restituito a una dimensione visiva amplificata, capace di riattivare l’attenzione verso dettagli altrimenti trascurati nella loro scala consueta, e di rivelare una monumentalità nell’oggetto, attraverso una pittura nitida che pone i soggetti/giocattolo a confrontarsi con generi tradizionali della pittura come il ritratto. Le opere in mostra spostano il focus dal contenuto alla composizione formale e materica dell’immagine.

Le opere di Rossella Palazzolo (Palermo, 1983) si caratterizzano infine per l’impiego costante del cemento come materiale sia plastico sia concettuale. I lavori esposti si presentano sotto forma di sezioni di oggetti regolari che evocano reperti archeologici, come nel caso dei vasi modulari che contengono piante, o frammenti di affreschi, come nei transfer analogici. Attraverso questa operazione, il cemento viene sottratto alla sua destinazione d’uso, quello edilizio per essere riscritto in una temporalità altra, che ne sospende la funzione originaria. Nei transfer Palazzolo muove da motivi naturalistici, indagando le geometrie interne e i rapporti tra gli elementi, traducendo l’effimero della rappresentazione in forme reificate. Nei vasi modulari, geometrie differenti dialogano alla ricerca di un’armonia compositiva che si pone in tensione con la natura della pianta e con il materiale utilizzato.

BIOGRAFIE DEGLI ARTISTI

Tine Bay Lührssen nasce nel 1973 a Flensburg. Dopo una formazione iniziale alla Kunsthøjskolen di Holbæk (Danimarca) e corsi presso il Museum Ny Carlsberg Glyptotek di Copenaghen e la Sommerakademie di Salisburgo, ha completato i suoi studi alla Hochschule für Bildende Künste di Amburgo nel 2003. La sua ricerca è stata presentata in numerose mostre personali e collettive in Germania, Danimarca, Italia e Regno Unito. Tra le personali si segnalano: CUT OUT LIGHT (Trouverie, Ingelheim, 2025), il progetto site-specific Franciska Clausen nello spazio pubblico di Aabenraa (2024) e right here, right now (Künstlerhaus Düsseldorf, 2022). Ha preso parte a mostre collettive come Die Große Kunstausstellung NRW (Museum Kunstpalast, Düsseldorf), und wir fangen gerade erst an! (Kunsthalle Düsseldorf), Raumbilder – Frontiera (Haus der Kunst, Palermo) e Assembled Spaces (KARST Gallery, Plymouth, UK). Le sue opere fanno parte di collezioni pubbliche e private, tra cui la Roosen-Trinks Collection, la Stadtgalerie Brunsbüttel e la Aabenraa Kommune.

Boris Becker, nato a Colonia nel 1961, è un fotografo e artista tedesco. Dopo una prima formazione presso la Hochschule der Künste di Berlino, prosegue gli studi alla Kunstakademie di Düsseldorf sotto la direzione di Bernd Becher. Parallelamente all’attività artistica, si dedica all’insegnamento, ricoprendo incarichi presso la Hochschule für Künste di Brema (2004–2006), la Kunsthochschule für Medien e la Rheinische Fachhochschule di Colonia. Nel 2012 fonda la casa editrice Sprungturm Verlag, specializzata in pubblicazioni fotografiche. Le sue opere sono state presentate in numerose istituzioni, tra cui il Kunstmuseum Bonn (1998), la Bundeskunsthalle di Bonn (2007), la SK Stiftung Kultur di Colonia (2009, 2019) e la Kunsthalle di Erfurt (2023). Il suo lavoro è stato riconosciuto con diversi premi, tra cui l’Arbeitsstipendium del Land Schleswig-Holstein (1993), il Chargesheimer-Preis della città di Colonia (1996), e ha partecipato a residenze presso la Villa Massimo a Roma (1995) e la Künstlerhaus Schloss Wiepersdorf (2008).

Andrea Di Marco nasce nel 1970 a Palermo. Studia all’Accademia di Belle Arti di Urbino, dove stringe legami con altri artisti siciliani come Fulvio Di Piazza e Alessandro Bazan. Insieme a loro e a Francesco De Grandi farà parte della cosiddetta Scuola di Palermo. Espone in Italia e all’estero (Bruxelles, Berlino, Stoccarda, Houston, Düsseldorf), partecipa alla XV Quadriennale di Roma e vince il Premio Fabbri. La sua consacrazione arriva con la mostra Palermo Blues (2001) e, nel 2011, con Almanacco o Diario per il diletto Comune alla GAM di Palermo. Scomparso prematuramente nel 2012, le opere dell’artista continuano a essere oggetto di attenzione critica e museale. I suoi lavori, presenti in collezioni pubbliche e private, sono stati esposti in mostre collettive, La Scuola di Palermo (2018, Museo Riso, Palermo), Pinakothek’A (2024-25, Fondazione Sant’Elia, Palermo) e personali, tra cui Endemico (2015, FAM – Fabbriche Chiaramontane di Agrigento) e Pegno (2022, Palazzo Branciforte – Fondazione Sicilia, Palermo).

Daniele Franzella (Palermo, 1978). Studia all’Accademia di Belle Arti di Palermo, dove insegna Scultura. Ha esposto in numerose mostre personali, tra cui MITOLOGEMA (RizzutoGallery, Palermo, 2023), An Inventory Of (2020) e Anabasi (2018), Movimenti del doppio presso l’Ex Convento del Carmine a Marsala (2012), e in bipersonali come Sexophilia (con Francesco De Grandi, 2021) ed Engramma (con Clemens Botho Goldbach, 2019). Ha inoltre partecipato a importanti collettive in Italia e all’estero, tra cui diverse edizioni di Die Große Kunstausstellung NRW (Kunstpalast, Düsseldorf), il Premio Cairo (Palazzo Reale, Milano). Vincitore di numerosi premi, tra cui A disposizione – ArtVerona (2018), il Premio FAM (2014) e l’AXA al Talent Prize (2013), ha preso parte a residenze artistiche come quella promossa dal Verein DP a Düsseldorf. Le sue opere si trovano in collezioni private e museali come Hetjens-Museum di Düsseldorf.

Bart Koning nasce ad Amsterdam nel 1957. Dopo una prima formazione artistica presso l’Academie Artibus di Utrecht, prosegue i suoi studi alla Gerrit Rietveld Academie di Amsterdam, dove si diploma nel 1982. Nel 1992 si trasferisce a Krefeld, in Germania, dove continua a vivere e lavora. Nel corso della sua carriera ha partecipato a numerose esposizioni in ambito tedesco, sia collettive che personali. Tra le mostre più significative degli ultimi anni si ricordano la Die Große Kunstausstellung NRW al Museum Kunstpalast di Düsseldorf (2021), la personale Bart Koning, Malerei presso il Malkasten Jacobihaus, sempre a Düsseldorf (2021), e la presenza al Salon der Künstler al Museum Kurhaus Kleve (2022). Nello stesso anno espone nella collettiva Junge Tiere presso la Galerie Peter Tedden di Düsseldorf, dove ritorna nel 2024 con una personale intitolata Bart Koning 2024. Nello stesso anno prende parte anche alla mostra Im Fluss presso l’Arp Museum di Dormagen.

Rossella Palazzolo nasce a Palermo nel 1983, nel 2009 si laurea all’Accademia delle Belle Arti di Palermo dove studia pittura e fotografia. Dal 2014 avvia il progetto Studio Kepha, dedicato alla produzione di oggetti in cemento per l’interior design, ambito nel quale partecipa a mostre e fiere in tutta Italia. Il progetto viene incluso nella guida Homo Faber, promossa dalla Michelangelo Foundation. Ha preso parte a numerose esposizioni, sia in Italia che all’estero, presentando le sue serie in cemento Relief e Transfer. Nel 2021 viene selezionata per il progetto espositivo 5 anni di gemellaggio artistico Düsseldorf–Palermo, mentre nel 2022 realizza il premio per la XXVI edizione della Deutsch-Italienische Kulturbörse. Espone nell’ambito della rassegna annuale Die Große Kunstausstellung NRW presso il Kunstpalast di Düsseldorf: nella sezione Kleinformat nel 2023 e nella Hauptausstellung nel 2025. Nel 2024 partecipa alla mostra collettiva Raumbilder–Frontiera, presso l’Haus der Kunst di Palermo, e nel 2025 è tra gli artisti selezionati per Gibellina Photo Road 2025.