Michele Alberto Sereni – L’opera in sé

Informazioni Evento

Luogo
CENTRO ARTI VISIVE - PESCHERIA
Corso XI Settembre 184, Pesaro, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

venerdì - domenica e festivi 16 - 19

Vernissage
04/10/2025

ore 18,30

Artisti
Michele Alberto Sereni
Curatori
Roberto Lacarbonara
Generi
arte contemporanea, collettiva

Pesaro, la Pescheria e le Marche sono i primi ‘territori’ in cui Sereni ha praticato e frequentato la fotografia d’arte, grazie all’incontro e alla collaborazione con numerosi artisti italiani e internazionali con cui ha avviato un intenso percorso di crescita professionale che lo ha portato ad essere oggi uno dei massimi protagonisti del suo settore.

Comunicato stampa

Sabato 4 ottobre, alle ore 18.30, alla Chiesa del Suffragio, inaugura L’opera in sé. Fotografie d’arte e ritratti d’artista dal 1990 al 2024, la personale di Michele Alberto Sereni a cura di Roberto Lacarbonara, che sarà visitabile fino al 16 novembre. L’esposizione è un approfondimento che nasce e si sviluppa dall’omonimo progetto editoriale (edito da Magonza) prodotto dall’associazione culturale Le Nuove Stanze di Arezzo e realizzato con il sostegno del bando Strategia Fotografia 2024 nell’ambito del “Piano strategico per lo sviluppo della fotografia in Italia e all’estero 2024-2026” attuato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura. La mostra è promossa dal Comune di Pesaro e dalla Fondazione Pescheria - Centro Arti Visive in collaborazione con Pesaro Musei. In occasione dell’inaugurazione, verrà presentato il volume alla presenza dell’autore, dei curatori, e dell’editore.

Cosa rende artistica una forma, un oggetto? Come può lo sguardo andare oltre la rappresentazione e appropriarsi della sostanza immateriale di un’idea? Sono due questioni che attraversano interamente il lavoro di Michele Alberto Sereni (Pesaro, 1958). Perché quello che resta dell’opera d’arte – qualunque sia il suo linguaggio e la sua materialità – è sempre un’immagine, costruita e racchiusa nelle sue dimensioni spaziali e bidimensionali, capace di sollecitare l’osservazione e la riflessione al punto da superare la rappresentazione e farsi opera in sé.

Pesaro, la Pescheria e le Marche sono i primi ‘territori’ in cui Sereni ha praticato e frequentato la fotografia d’arte, grazie all’incontro e alla collaborazione con numerosi artisti italiani e internazionali con cui ha avviato un intenso percorso di crescita professionale che lo ha portato ad essere oggi uno dei massimi protagonisti del suo settore. Nella sua biografia - scrive il curatore Roberto Lacarbonara nel volume edito da Magonza (Arezzo, 2025) - c’è un incontro fondamentale, c’è un prima e un dopo Mattiacci. Nel 1996, con i primi scatti dedicati all’opera del maestro marchigiano, Sereni davvero “lascia tutto” - la fotografia di architettura, lo still life, la corporate photography, molte delle sue esplorazioni autoriali e amatoriali - per un’impresa che matura dapprima nei musei, accanto all’opera di maestri del passato, poi, con sempre maggior dedizione e perizia, accanto ad artisti contemporanei che ritrovano in Sereni un “fattore dialogante” (Icaro) che lega per sempre il gesto dell’artista col destino visivo dell’opera d’arte.

Attraverso i 17 scatti di grande formato presenti in mostra, è possibile addentrarsi nei dialoghi, nelle collaborazioni e nella complicità che il fotografo pesarese ha sviluppato con alcuni degli artisti maggiormente indagati nel lavoro di documentazione delle mostre e dei libri, nelle attività di studio e negli eventi pubblici. Un compendio di momenti consegnati alla storia, blindati visivamente nella struttura dell’immagine e nella perennità del suo valore storico, ‘ufficiale’.

Il celebre scatto che ritrae Jannis Kounellis nel gesto di lanciare un cappotto, a completamento e sigillo della sua installazione in Pescheria nel 2016; le tante fotografie dedicate a Paolo Icaro, alle prese con la produzione site specific delle opere ambientali; la solida presenza di Eliseo Mattiacci incastonato tra le forme dinamiche della scultura, i congegni di sollevamento, la tensione e la concavità delle superfici metalliche; la penombra di certe stanze in cui Gilberto Zorio dispone il gasbeton con il neon, dando forma plastica e geometrica alle sue sculture: sono momenti che la letteratura artistica contemporanea ha adottato per conferire all’immagine un valore altro, testimoniale e autoriale.

Accanto a questi quattro artisti, sodali nelle prime esperienze fotografiche degli anni Novanta, compaiono i gesti performativi e le opere di Giovanni Anselmo, Pino Spagnulo, Pier Paolo Calzolari - qui effigiato in una singolare “danza” con Achille Bonito Oliva - e i tanti autori delle generazioni successive: da Luigi Carboni a Matteo Fato, Goldschmied & Chiari, Jacob Hashimoto, Wolfgang Laib, Matteo Nasini, Marco Neri, Luigi Ontani, Sissi e Giovanni Termini.

Evento realizzato nell’ambito del progetto ‘Michele Alberto Sereni. L’opera in sé. Fotografie d’arte e ritratti d’artista dal 1990 al 2024’ sostenuto da Strategia Fotografia 2024, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura.

Michele Alberto Sereni (Pesaro, 1958) inizia giovanissimo a lavorare in camera oscura, sviluppando un percorso di ricerca fotografica che lo porta a collaborare con la compagnia teatrale Il Labirinto e ad esporre in diverse mostre. Dal 1987 lavora come fotografo professionista nei settori dell’industria e dell’editoria, collaborando con istituzioni come Regione Marche, Fondazione Musei Civici di Venezia, Museo del Novecento di Firenze e Galleria Nazionale dell’Umbria. Parallelamente, documenta mostre e installazioni di artisti tra cui Giovanni Anselmo, Pier Paolo Calzolari, Luigi Ontani, Eliseo Mattiacci, Giulio Paolini, Jannis Kounellis, Ettore Spalletti e Gilberto Zorio. Ha collaborato con numerose gallerie italiane e internazionali, tra cui Studio la Città (Verona), Lia Rumma (Napoli-Milano), Continua (San Gimignano), Alfonso Artiaco (Napoli), Massimo Minini (Brescia).