Dieci anni fa Banksy ci raccontava gli orrori di Gaza. Cosa è cambiato?
Lo street artist, che negli anni ha anche curato il design di un albergo “vista muro” in Cisgiordania, aveva presentato nel 2015 una serie di opere sulle rovine in Palestina. Un monito molto attuale

Sono passati dieci anni da quando lo street artist più famoso del mondo ha realizzato una celebre serie di opere nella Striscia di Gaza. Una ricordava Il Pensatore di Auguste Rodin, con la mano che invece di sostenere il viso lo copriva con disperazione, un’altra un gattino mentre giocava con una palla di metallo arrugginito, un’altra ancora dei bambini che volteggiano intorno a una torre di guardia come se fosse una giostra. Immagini che hanno fatto il giro del mondo e che ancora oggi raccontano la segregazione e l’apartheid con cui Israele assoggetta da decenni la Palestina.
Il video delle opere di Banksy sulla Palestina e il commento dell’artista
Insieme alle opere, rivendicate nel 2015 sul profilo Instagram dell’artista, Banksy aveva realizzato un video dal taglio pseudo-turistico che documentava la devastazione causata dalle milizie israeliane e dai bombardamenti dell’operazione Protective Edge del 2014: “Fai in modo che quest’anno TU scopra una nuova destinazione”, scriveva sarcasticamente nel video da due minuti. L’artista puntava così l’attenzione sull’assedio e la violenza di Israele, che abbiamo visto aggravarsi negli ultimi due anni: “Gaza è spesso descritta come la più grande prigione del mondo all’aria aperta, perché nessuno è autorizzato a entrare o uscire. Ma definirla così sembra ingiusto nei confronti delle prigioni, visto che qui manca l’elettricità o l’acqua potabile quasi tutti i giorni”.
Il Walled Off Hotel di Banksy
L’artista aveva già lavorato diverse volte su questo territorio, realizzando nel 2005 e nel 2007 delle sul muro della West Bank, inclusa la celebre colomba nel mirino, e ci sarebbe tornato qualche anno dopo facendo molto scalpore. Nel 2017 ha infatti curato insieme ad altri artisti il design del The Walled Off Hotel, un albergo a tre metri dal muro di Betlemme (nella Cisgiordania occupata) pubblicizzato come l’hotel con “la peggiore vista al mondo”.Una trovata che aveva raccolto il plauso della comunità internazionale ma anche alcune critiche per via della sua attitudine a capitalizzare sull’occupazione dei palestinesi.
Banksy e le proteste per la Palestina
Sempre di Palestina parlava, anche se indirettamente, l’ultima opera svelata del misterioso artista urbano. Il manifestante picchiato da un giudice (poi rimosso) era infatti comparso a Londra due giorni dopo l’arresto di quasi 900 persone durante una protesta organizzata per revocare l’iscrizione dell’organizzazione Palestine Action (creata per ostacolare le attività dei produttori di armi legati al governo israeliano) nel novero delle organizzazione terroristiche. Chissà che le proteste di questi giorni non lo ispirino a tornare ancora una volta sul tema.
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