A Roma torna il festival del trompe l’oeil contemporaneo: quando l’arte inganna lo sguardo
A Trinità dei Monti va in scena il Festival Architectura Picta, tra magia, scienza e pittura prospettica in omaggio al celebre maestro Andrea del Pozzo
Nel cuore barocco di Roma, tra le pareti affrescate del Refettorio di Andrea del Pozzo, noto pittore gesuita, architetto e teorico dell’arte del Seicento, si chiude la seconda edizione del Festival Internazionale dell’Architectura Picta. Un evento unico nel suo genere che riunisce architetti, decoratori e studiosi per riscoprire la potenza visionaria dell’illusione prospettica.

La seconda edizione del Festival Internazionale dell’Architettura Picta a Roma
Un convivio di esperti che è un rito collettivo e immersione nella magia dell’arte prospettica e dell’inganno visivo. In un contesto di straordinaria bellezza, lo stesso in cui nel 1693 Pozzo trasformò la sala in laboratorio pittorico, tra il 18 e il 21 settembre 2025 i “virtuosi del pennello, della riga e della squadra” hanno lavorato fianco a fianco per restituire all’arte dell’illusione un linguaggio vivo e attuale.

Festival Internazionale dell’Architettura Picta: un evento esclusivo ma dal forte eco creativo
Fondato dalla giornalista Stefania Zappanico, il Festival si è svolto a porte chiuse, ma l’intensità creativa che ha attraversato Trinità dei Monti ha già lasciato traccia ben oltre le sue mura. Tra anamorfosi, trompe l’œil e disegno prospettico, i partecipanti hanno seguito un percorso immersivo e scientifico che culmina oggi in un’installazione collettiva su grandi tele, frutto di un bozzetto modulare interpretato secondo tecniche antiche e strumenti contemporanei.
Un incontro internazionale tra arte, scienza e progetto
Un’iniziativa che si fonda sul dialogo costante fra tradizione e innovazione, guidata da esperti internazionali e sostenuto da prestigiose istituzioni come la Notre Dame University e l’Università di Firenze.
Il Festival, sperimentale e intensivo, quest’anno alla sua seconda edizione, si pone come celebrazione del patrimonio artistico italiano, ma anche come laboratorio culturale, atto a ridestare e rinnovare le possibilità espressive di quell’arte che è stata capace di ingannare lo sguardo generando meraviglia.
Francesca de Paolis
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