Scrittura Obliqua

Informazioni Evento

Luogo
MUNAF - MUSEO NAZIONALE DI FOTOGRAFIA
Via Giovanni Frova 10, Cinisello Balsamo, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

dal mercoledì al venerdì: 16:00 – 19:00
sabato e domenica: 10:00 – 19:00

Curatori
Matteo Balduzzi
Generi
fotografia, collettiva

Un progetto espositivo che indaga le possibili relazioni tra fotografia e poesia, attraverso i lavori di sette fotografi della scena artistica contemporanea.

Comunicato stampa

Il Museo Nazionale di Fotografia presenta, dal 13 settembre 2025 al 18 gennaio 2026, la mostra Scrittura Obliqua, a cura di Matteo Balduzzi - Comitato Scientifico del progetto e della mostra composto da Davide Rondoni, Matteo Balduzzi, Corrado Benigni, Gabriella Guerci, Michele Nastasi, Mauro Zanchi. Un progetto espositivo che indaga le possibili relazioni tra fotografia e poesia, attraverso i lavori di sette fotografi della scena artistica contemporanea: Luca Campigotto, Federico Clavarino, Sabrina D'Alessandro, Linda Fregni Nagler, Alessandro Sambini, Alessandra Spranzi, Paolo Ventura.

La ricerca che ha portato a questa mostra nasce da un dialogo avviato nel settembre 2023, quando un gruppo di lavoro – tra cui Davide Rondoni, Matteo Balduzzi, Corrado Benigni, Gabriella Guerci, Silvia Mazzucchelli, Giorgio Zanchetti e con la partecipazione generosa ed entusiasta del maestro Giovanni Chiaramonte – si è riunito presso la biblioteca del Museo e si è interrogato sulla possibilità di avvicinare linguaggi ritenuti distanti: la fotografia come riflesso oggettivo e diretto della realtà, e la poesia come espressione più pura e intima della soggettività. Da questo confronto nasce la volontà di esplorare, attraverso la pratica artistica, le tensioni e i cortocircuiti che emergono nel rapporto tra immagine e parola. Il tema viene analizzato a partire da esempi illustri della fotografia degli Stati Uniti d’America, dove questo legame si evidenzia fin dalle origini della fotografia, in autori come Herman Melville e Carleton Watkins nel XIX secolo, Walt Whitman ed Edward Weston a inizio Novecento, e poi nella Beat Generation del dopoguerra, in autori come Jack Kerouac, Robert Frank e Minor White.

In Italia, viene citato il lavoro del maestro Ugo Mulas dedicato alla figura altrettanto imponente di Eugenio Montale, in particolare alla raccolta Ossi di seppia. Un ruolo centrale lo ha Mario Giacomelli, che nel corso della carriera ha spesso tratto ispirazione dalla poesia, confrontandosi direttamente con i poeti e con versi e opere di autori quali Giacomo Leopardi, Cesare Pavese, Mario Luzi, Francesco Permunian, Sergio Corazzini, Vincenzo Cardarelli, David Maria Turoldo, ma anche Edgard Lee Masters, Emily Dickinson, Jorge Luis Borges. Sono emersi anche altri autori italiani che hanno avuto un rapporto stretto con la poesia, in modalità divergenti: Franco Vaccari con la poesia visiva degli esordi, Luigi Ghirri con la poetica-poesia del quotidiano delle sue ricerche, spesso accostate a un carattere letterario, Giovanni Gastel e Giovanni Chiaramonte, che hanno coltivato anche un legame personale, parallelo a quello professionale, con la parola poetica, e Giulia Niccolai, che oscilla e comprende entrambe.

Deriva da questo primo incontro la volontà di mettersi in ascolto della voce fondamentale degli artisti, ricorrendo a una modalità di lavoro che ha caratterizzato l’istituzione fin dalla sua nascita, quella della committenza pubblica come forma di dialogo con gli autori e di sostegno alla sperimentazione.

Il Comitato Scientifico del progetto ha individuato un gruppo di sette autori - Luca Campigotto, Federico Clavarino, Sabrina D’Alessandro, Linda Fregni Nagler, Alessandro Sambini, Alessandra Spranzi, Paolo Ventura - sulla base del loro grande interesse per la scrittura in generale e per la parola poetica nello specifico, che appare evidente nel loro percorso artistico ma anche personale. Il Museo, con il supporto del bando Strategia Fotografia 2024 promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Ministero della Cultura,ha rivolto loro l’invito a produrre un lavoro inedito e totalmente libero nell’ambito dei possibili cortocircuiti tra fotografia e poesia.

"È destino inevitabile di un'arte così legata alle possibilità tecnologiche la continua messa in discussione di sé stessa. Che non può avvenire - pena la sterilità- in una continua autoanalisi, o nella chiusura nei propri circoli, quanto invece nel fertile confronto, e drammatico e ferito e gioioso confronto, con le altre forme dell'arte. A questi incontri, sodalizi, creazioni, il Museo Nazionale che ho l'onore di presiedere darà spazio, a partire dalla poesia." Sono le parole di Davide Rondoni, Presidente del Museo Nazionale di Fotografia, che accompagna I sette autori selezionati, tra loro differenti per generazione, linguaggio e pratiche, hanno avviato nel settembre 2024 i loro progetti, intraprendendo percorsi di ricerca ex-novo oppure approfittando dell’opportunità per espandere traiettorie già in parte tracciate. Interpretando il tema in modo più o meno rigoroso, gli artisti hanno sempre e comunque interrogato sul piano visivo un’idea, se non di poesia in senso stretto, comunque di parola e di testo, di segno, di scrittura, traduzione e trascrizione.

Ne è nata una costellazione di opere profondamente eterogenee accomunate da un’intimità diffusa, da una dimensione di raccoglimento (che non per forza ha accentuato il lato biografico o introspettivo) che espande una sfera interiore capace di vibrare all’unisono con una sensibilità più ampia e collettiva.

I sette lavori si confrontano con la materia, con la scrittura, con il tempo, rivelando l’incontro tra visione e linguaggio, tra testo e immagine.

Luca Campigotto – La vita nascosta, 1995–2025

Da lungo tempo Campigotto lavora al progetto di un libro che unisce fotografie e poesie da lui stesso realizzate, nel corso dei suoi numerosi viaggi. Se la selezione delle immagini, con il passare del tempo, si è cristallizzata e queste sono diventate ormai icone fisse, la scrittura si è invece evoluta negli anni, riflettendo i mutamenti interiori dell’autore. Il progetto diventa in questo modo un flusso di coscienza che unisce fotografia, parola, memoria e viaggio. Per Scrittura Obliqua Campigotto presenta nove opere poste su uno sfondo che simula una pagina di carta logorata, dove le immagini “resistono come naufraghi aggrappati a un legno alla deriva”.

Federico Clavarino – Ballgame, 2025

Il perimetro della piazza del mercato Jeu de Balle di Bruxelles è il luogo che Clavarino sceglie per il suo progetto, che nella metafora di ricerca senza posa di ciò che la società ha scartato, della caducità della metropoli e del passar del tempo, rievoca la figura dello straccivendolo di Baudelaire. Gli oggetti da lui scelti vengono riprodotti attraverso il calco fisico e attraverso la stampa fotografica analogica, subendo un cambiamento di stato quasi alchemico: come la poesia trasforma la materia stessa della parola, il suono e la forma. L’artista utilizza oggetti comuni trasformandoli, li accoppia in giochi visivi e poetici, come passaggi di palla o rime, per esplorare processi trasformativi della realtà.

Sabrina D’Alessandro – Fotopiuvoli Trivulziani, 2009–2025

D’Alessandro accosta una selezione di fotografie del suo archivio personale a parole tratte dal Codice Trivulziano di Leonardo da Vinci, in un dialogo visivo e fonico, di matrice non concettuale ma dichiaratamente sentimentale. Le immagini e i termini formano trittici che giocano su assonanze e risonanze visive, dove è lasciata all’osservatore la possibilità di scegliere se risolvere almeno in parte l’enigma, cercandone il significato. L’opera si inserisce nel progetto Leonardo Parlante, ricerca che dal 2022 D’Alessandro svolge sugli scritti di Da Vinci, volto a valorizzare Leonardo come “collezionista di vocaboli”.

Linda Fregni Nagler – Untitled, 2025

Per il suo progetto Fregni Nagler si ispira alla figura di Hércules Florence, pioniere della fotografia in Brasile, per esplorare i passaggi tra disegno e immagine fotografica, recuperando la diversa temporalità del disegno a mano rispetto all’immagine meccanica, riscoprendone l’occasione meditativa, la fatica e l’esperienza esistenziale. Il lavoro parte da una selezione di immagini dal suo archivio personale, riprodotte a mano dall’artista con esattezza e ingrandite su carta da lucido, che a sua volta diventa matrice e negativo, che stampato a contatto riporta alla fotografia. In questo modo Fregni Nagler si accosta alla scrittura nel senso di traduzione e di segno, nel senso più ampio possibile. Per Scrittura Obliqua, realizza tre opere, tre variazioni su uno stesso soggetto: una lente di Fresnel, simbolo di luce, di proiezione che si apre poi al viaggio e al ritorno.

Alessandro Sambini – The Poetry of the Steak, 2025

Il progetto visivo di Sambini è uno studio che parte dagli sviluppi dell’AI e indaga la possibilità di insegnare alla macchina “il piacere, fisico, inspiegabile, carnale, che suscita mordicchiare le guance di un bambino”. Ispiratosi al film La mosca (1986) di David Cronenberg e alla rappresentazione della carne, l’artista riprende una precedente ricerca sul corpo nudo, attraverso l’intelligenza artificiale generativa. Il progetto punta ad esplorare i limiti dell’AI nel riprodurre il piacere fisico umano, evocando un universo di corpi sintetici e divinità digitali. Si riflette sul contrasto tra immaginario erotico e censura, realtà e artificio. Il lavoro sospende ogni giudizio etico per aprire uno spazio contemplativo e interrogativo sulla nostra contemporaneità.

Alessandra Spranzi – Poesia in forma di rosa, 2025

Spranzi fotografa libri della sua biblioteca lasciandosi ispirare dalla raccolta Poesia in forma di rosa di Pasolini e dall’impossibilità di cogliere la vera bellezza della rosa fotografata. Le sue immagini, fotografate con luce naturale, mostrano frontespizi e dettagli dei libri che evocano mondi simbolici, senza riferimenti diretti ad autore o editore. Il risultato è una sequenza poetica e fragile di sei immagini-parole, idealmente guidate dalla voce di Pasolini, che si trasformano nel tempo, come petali sfogliati.

Paolo Ventura – À Bas Guillaume, 2025

Ventura rievoca il mancato ultimo incontro tra Giuseppe Ungaretti e Guillaume Apollinaire, avvenuto simbolicamente l’11 novembre 1918, giorno esatto della resa della Germania, al termine del conflitto mondiale. A Parigi, la folla in tripudio grida “À bas Guillaume”, abbasso Guglielmo, l’imperatore sconfitto Guglielmo II. Queste urla suonano però come presagio nefasto ad Ungaretti che corre a casa dell’amico Apollinaire, già malato, trovandolo morto. Ventura realizza il suo progetto visivo accostando tecniche differenti, fotografia, pittura e scultura, in un’atmosfera malinconica e vagamente surreale, come il non incontro tra i due amici. Le parole di Ungaretti sono trascritte sulle mani di Ventura stesso, rendendo personale e tangibile la memoria. Il progetto riflette sul dolore della perdita e sul potere evocativo del linguaggio visivo

In autunno è prevista la pubblicazione dell’omonimo libro edito da Quodlibet, con book design dello Studio Sonnoli, a cura di Davide Rondoni, completo di tutti i progetti e dei testi di approfondimento di Davide Rondoni, Matteo Balduzzi, Corrado Benigni, Michele Nastasi e Mauro Zanchi. Scrittura Obliqua conferma così una delle principali missioni del Museo Nazionale di Fotografia: non solo conservare e valorizzare il patrimonio fotografico, ma attivare processi di produzione e sperimentazione, sostenendo l’arte contemporanea come strumento di riflessione culturale. Attraverso queste opere, che entrano a far parte della collezione permanente del Museo, l’istituzione rafforza il proprio ruolo come luogo di dialogo interdisciplinare, in cui la fotografia è pensata come linguaggio poroso, capace di confrontarsi con la poesia, la parola, il segno e il pensiero. La mostra è inclusa nel programma del Festival Ubiqua – fotografia e poesia, che si svolge dall’11 al 14 settembre nella sede di Villa Ghirlanda e al Museo Nazionale di Fotografia, il quale a partire dalle prossime edizioni, si aprirà al dialogo con altre arti come la musica, il teatro e le arti performative. 🌐 munaf.it