Peter Hide 311065 – Luminose

Mostra personale.
Comunicato stampa
“Ho scelto diversi anni fa il nome d’arte Peter Hide 311065 (mi chiamo Franco Crugnola) derivandolo dall’ossimoro tra Peter pan (noto sempiterno bambino buono) e mr. Hyde (la parte brutale e “cattiva” del dottor Jekyll). i due nomi hanno la stessa notorietà e rappresentano il primo il bene, l’innocenza, la purezza e la bellezza, il secondo il male, la cruenta e la forza bruta. come nel romanzo di R. Stevenson ove la lotta impari che oppone il bene e il male tra Jekyll a Hyde, mette in gioco temi di grande suggestione, la metamorfosi e il doppio, lo specchio e il sosia, fino a toccare le corde più segrete e inconfessate dell'animo umano, cosi nei miei lavori cerco di ricreare il male che può prevaricarci attraverso un’immagine allegra e scanzonata.
Cerco di rappresentare attraverso immagini che fanno parte del nostro vivere quotidiano, ed apparentemente concilianti, gli opposti che esse stesse rappresentano, e di aprire nella mente dello spettatore che vorrà approfondirne la lettura, una porta immaginaria verso il pericolo della sopraffazione dell'effimero. In una società contemporanea, dove tutto è misurabile col e dal denaro, e dove spesso si ha la sensazione che non solo il materiale ne sia soggiogato, ma anche l'immateriale, la parte più unica che contraddistingue l'individuo, il denaro, ha per me il valore simbolico di rappresentare il pericolo di una vasta decadenza culturale, e per opposto il degrado che la sua mancanza ne produce.
Non voglio rappresentare graficamente la povertà, la violenza fisica o psicologica, il degrado ambientale, ma neppure la bellezza generata solo ed unicamente dalla manipolazione della ricchezza, la sensazione di potenza quasi divina ed il sogno di felicità, ma voglio far riflettere su che cosa genera ciò per cui tutti noi ci affanniamo, viviamo e a volte moriamo: il denaro.”
Peter Hide 311065 (Franco Crugnola) nasce a Varese nel 1965. Creativo di professione, concepisce e progetta con la moglie il primo e-book della storia nel 1992 (INCIPIT).
Collabora nel campo del design con importanti aziende quali SWATCH e ALESSI e rilevanti aziende nel settore dell’arredamento.
La sua passione per l’arte inizia negli anni ‘80 durante il suo “gap year” a NYC ove incontra e conosce i maestri della pop e della street art internazionale. Tornato in Italia inizia la sua carriera nel mondo dell’arte come artista indipendente.
È il precursore e fondatore (insieme a G. Colosimo e C. Pietroiusti) di quella corrente artistica di carattere globale (definita da Luca Beatrice in uno dei suoi ultimi saggi “MONEY ART”), che attraverso l’uso sistematico di banconote nelle opere, utilizzate proprio come supporto-materia del suo lavoro, sonda il delicato rapporto tra società-economia e individuo-denaro, come "messaggio" di un malessere contemporaneo.
L’artista ha partecipato a numerose mostre e manifestazioni artistiche tra cui la Prima Biennale di Malta nel 1996, dove ha vinto il secondo premio. Ha esposto in diverse gallerie d’arte ed istituzioni museali in Italia e all’estero, tra cui alla Galleria Infantellina a Berlino nel 2011, alla Triennale di Milano nel 2014, al museo MA*GA di Gallarate (VA) nel 2016. Nel 2017 partecipa a Padiglione Tibet durante la 57° Biennale D’Arte di Venezia e l’anno seguente ritorna a Venezia ai Magazzini del Sale, al museo F. Bodini di Gemonio nel 2019, al museo di arte contemporanea Villa Croce di Genova, nella sede della Commissione Europea di Bratislava e Vienna, in Palazzo Regione Lombardia e nella prima mostra collettiva dedicata alla “Money Art” a Brighton (UK). Nel 2021 al museo ZKN di Karlsruhe in Germania.
Nel 2022 il Blog Australiano di Melbourne Banknoteartconcept gli dedica un’ampia antologia promuovendolo sui loro social.
A complemento del proprio percorso artistico, edita negli anni diversi libri d’artista con note case editrici e partecipa alla IV° Biennale del Libro di Artista di Napoli nel 2017.
Da sempre vicino alla Fiber art, realizza tappeti artistici e spesso lavori con intrecci e materiali tessili come enfatizzazione del proprio messaggio.
Showcases Gallery
Sviluppata dallo studio Franco Crugnola Studio di Architettura, Showcases Gallery si presenta come una “galleria diffusa”, incastonata nel tessuto cittadino e visibile a tutti, a qualsiasi ora del giorno e della notte. L’idea nasce dalla volontà di creare un luogo dinamico e accessibile che indaghi le nuove ricerche artistiche del territorio, stimolando la fruizione culturale quotidiana attraverso un linguaggio visivo immediato e coinvolgente.
Scrive Vittorio Raschetti (Giornalista, saggista, copywriter. Docente di diritto allo IASSP – Istituto di Alti Studi Strategici e Politici per la Leadership):
“Showcases Gallery” è una casa di vetro per l'arte, una Wunderkammer in vetrina, un monolite di meraviglie aperto sulla curiosità della città. Il dono dell'arte in un micro teatro pubblico, una caleidoscopica lanterna magica aggettante sull'anemia della città. Una cabina minimalista, un contenitore di idee in movimento, un affaccio sullo sguardo di passaggio. Pensieri che navigano in un acquario di reminiscenze da ripescare nel futuro, perché l'arte è sempre contemporanea al futuro. Un involucro di protezione messo a disposizione, perché l'arte si protegge solo offrendola in dono. Lasciarsi contagiare dall'energia simbolica, generando nuovi sguardi, educando i propri sensi all'insolito e favorendo nuove abitudini mentali, senza arrendersi alla latitanza della cultura: perché il sonno dell'attenzione genera mostri di noia. “Showcases Gallery” è un luogo eccentrico, trasparente e permanente, capace di dialogare con le pietre più nobili ed antiche della città, catalizzando un campo di forze creative e rigenerando una qualità dello spazio urbano come luogo di meditazione inattesa. L'insorgere di improvvise occasioni di bellezza gratuita.
Un contenitore di materia, luce, forma, ossigeno immaginativo. Un campo di azione per interrogarsi sul senso e risvegliare una sensibilità consapevole, un territorio di sfida per gli artisti e…, per imparare a reggere l'urto delle interpretazioni dei cittadini, perché le trovate apparentemente assurde e le scommesse paradossali dell'arte contemporanea sono autentiche bussole per trovare una via d'uscita dal caos.”