Henrik Håkansson – There is a Butterfly on top of the Mountain/C’è una Farfalla sulla cima della Montagna

Informazioni Evento

Luogo
LES MAISONS DE JUDITH
Pra Sec - Val Ferret , Courmayeur, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
12/07/2025

ore 11.30

Artisti
Henrik Håkansson
Generi
arte contemporanea, personale

Nella cornice dei fienili settecenteschi di Pra Sec, in Val Ferret, l’Associazione culturale Monte Bianco Montagna Sacra – fondata da Glorianda Cipolla nel 2014 come luogo di dialogo tra la dimensione spirituale dell’arte contemporanea e l’ambiente ascetico del Monte Bianco – celebra 11 anni di attività con la personale, presentata dalla Galleria Franco Noero, There is a Butterfly on top of the Mountain – C’è una Farfalla sulla cima della Montagna, di Henrik Håkansson.

Comunicato stampa

Nella favolosa cornice dei fienili settecenteschi di Pra Sec, in Val Ferret, l’Associazione culturale Monte Bianco Montagna Sacra - fondata da Glorianda Cipolla nel 2014 come luogo di dialogo tra la dimensione spirituale dell’arte contemporanea e l’ambiente ascetico del Monte Bianco - celebra 11 anni di attività con la straordinaria personale, presentata dalla Galleria Franco Noero, There is a Butterfly on top of the Mountain - C’è una Farfalla sulla cima della Montagna, di Henrik Håkansson. L’artista svedese genera una coesione tra gli intimi spazi delle baite in legno e la cornice naturale circostante, coinvolgendo il visitatore in una meticolosa osservazione della Natura, presentando una serie di lavori concepiti per l’occasione e la riconfigurazione di opere di più recente realizzazione.

Un (piccolo) trattato sul (lungo) tempo
Marcella Beccaria per Henrik e Glorianda
Nel dicembre del 1972 il matematico e meteorologo Edward Lorenz presentò un
intervento all’American Association for the Advancement of Science che iniziava
con le due seguenti affermazioni: 1. “Se un singolo battito d’ali di farfalla può
contribuire alla formazione di un tornado, lo stesso possono fare tutti i battiti
precedenti e successivi delle sue ali, così come i battiti delle ali di milioni di altre
farfalle, senza contare le attività di innumerevoli creature più potenti, inclusa la
nostra specie.” 2. “Se il battito d’ali di una farfalla può contribuire alla formazione
di un tornado, può altrettanto contribuire a impedirlo.”
Intitolato Prevedibilità: Il battito d’ali di una farfalla in Brasile può provocare un tornado in
Texas?, il discorso di Lorenz rifletteva sui modi in cui piccole differenze in un
sistema dinamico come l'atmosfera potevano innescare risultati vasti e spesso non
prevedibili a immediato livello logico. Basata su ricerche da lui iniziate già nel
decennio precedente, la teoria diventerà poi celebre come il cosiddetto “effetto
farfalla”, concetto che insiste sui profondi legami che collegano insospettabili
(piccole) cause a (giganteschi) effetti, capaci di ripercuotersi in grande scala. Nel
maestoso contesto della Val Ferret, Henrik Håkansson ha scelto di intitolare la sua
mostra alle Maisons de Judith di Glorianda Cipolla There is a Butterfly on top of the
Mountain - C’è una farfalla sulla cima della montagna, proponendo non solo una
appropriata citazione delle teorie di Lorenz, ma anche una percepibile
comprensione del valore del contesto incontrato, dominato dal massiccio del Monte
Bianco e da antichi ghiacciai ormai prossimi allo scioglimento.
In accordo con la sua pratica, la mostra per Håkansson è cominciata con una ricerca
sulla Valle d’Aosta, documentandosi sui ghiacciai in estinzione e sulle specie che
vivono nel territorio, concentrandosi sulla grande biodiversità delle farfalle di
montagna. L’artista si è appassionato a rare specie locali a rischio, tra cui la
Phengaris arion, o Grande Blu, dall’inconfondibile colore delle sue ali, e la
Polyommatus humedasae, o Farfalla anomala del Piemonte. Idealmente, Håkansson
vorrebbe che alcune di queste farfalle diventassero le protagoniste di un film da
girarsi con una cinepresa ad alta velocità. L’idea è quella di ottenere sequenze nelle
quali ciò che normalmente accadrebbe in un secondo diventi immagini della durata
di alcuni minuti.
Mentre scrivo questo piccolo testo, ancora non so ancora se l’artista riuscirà a
portare a termine il suo progetto. Potrebbe piovere, fare freddo, o potrebbe anche
accadere che le farfalle, nel giorno delle riprese non si facciano trovare…
Auspicando che invece il film accada, il risultato ha le potenzialità per diventare
quello che definirei un “(piccolo) trattato sul (lungo) tempo”. Il tempo rapidissimo
che connota il battito delle ali diventerà un tempo rallentato, allungato, forse al
limite della sopportazione di chi guarda. Questi due tempi – quello rapido e quello
esteso – a loro volta parleranno drammaticamente del nostro tempo. È
insopportabile davvero, ma è proprio il nostro, il tempo nel quale l’emergenza
climatica fa si che molte specie si estinguano e che un minimo cambiamento, più
che mai diventi impattante su grandissima scala.
In questo trattato sul tempo, c’è in fondo anche la vita dell’artista e non solo. Fin da
bambino, Håkansson ha coltivato una passione per le farfalle, prima intuendone e
poi capendone l’importanza di una specie che è un preciso indicatore dei
cambiamenti climatici. In zoologia, le farfalle sono definite una “specie ombrello”,
specie la cui protezione, a causa del suo ruolo nell'ecosistema, porta
automaticamente alla protezione di altre specie che condividono il suo habitat.
Forse, concentrandosi su queste rare farfalle di montagna, il film di Håkansson
contribuirà a proteggerle, salvaguardando anche l’intera rete di specie correlate,
fino al loro prezioso habitat? Solo il tempo, quello che inizia con questo film e
prosegue nel futuro, lo potrà dire.