Dennis Oppenheim – Lamp Dog e Rock Garden nel Rossini Art Site

La nona mostra del ciclo annuale Gli Amici di Alberto Rossini – che rende omaggio al collezionista scomparso nel 2015 celebrandone la memoria attraverso il dialogo con gli artisti con cui condivise idee e progetti – si concentra sul rapporto tra Alberto Rossini e Dennis Oppenheim, presentando opere e materiali che ne testimoniano l’intensa collaborazione e affinità artistica.
Comunicato stampa
Rossini Art Site, con la collaborazione di Fondazione Pietro e Alberto Rossini, presenta la mostra
Dennis Oppenheim. Lamp Dog e Rock Garden nel Rossini Art Site, che si tiene nel parco di
scultura, dal 19 maggio al 2 novembre 2025. La mostra, a cura di Francesca Guerisoli, è parte del
ciclo annuale Gli Amici di Alberto Rossini, giunto alla sua nona edizione, dedicato alla memoria
del collezionista scomparso nel 2015 e agli artisti con cui condivise progettualità e visioni.
Al centro della mostra vi sono due lavori: una selezione di esemplari della serie Lamp Dog, tra le
sculture più emblematiche della fase monumentale di Dennis Oppenheim, e Rock Garden, i
modellini del progetto site-specific concepito per il Parco Rossini. Accanto a questi, i disegni e
materiali d’archivio inediti che documentano il legame tra l’artista e il collezionista.
La mostra propone un dialogo attivo tra opera, paesaggio e memoria, rendendo omaggio a uno
dei protagonisti più sperimentali della ricerca artistica del secondo Novecento. Nella Collezione
Rossini, Dennis Oppenheim è tra le presenze più significative e radicali. Noto per la sua capacità
di mescolare linguaggi e tecniche, per l’esplorazione dei confini tra arte, architettura e spazio
pubblico, ha contribuito ad espandere il concetto di scultura, integrando elementi della
performance, video, fotografia e installazione, servendosi di oggetti comuni così come elementi
industriali e materiali naturali. Nelle sue opere è costante l’intento di coinvolgere il pubblico in
un’esperienza sensoriale e concettuale fuori dalle convenzioni.
Il dialogo tra Dennis Oppenheim e Alberto Rossini prende avvio alla fine degli anni Novanta.
Abbandonate le pratiche legate alla Land Art e all’estetica minimalista, l’artista si concentra sulla
produzione di opere scultoree dal forte impatto visivo, manipolando e trasfigurando oggetti
quotidiani, generando forme ibride cariche di ironia e ambiguità. La collaborazione tra artista e
collezionista si caratterizza per un dialogo creativo profondo, che unisce visioni e sensibilità in
progetti condivisi, culminando in un’importante opera site-specific per il Parco. Nel 2000, Rossini
acquisisce Lamp Dog, oggi installato in via permanente nel Parco, e si impegna a realizzare più
versioni a dimensioni decrescenti previsti nel progetto originario dell’artista.
Dal 18 maggio al 2 novembre 2025
Inaugurazione
Sabato 17 maggio 2025, ore 17
Con la sua struttura imponente ma rarefatta, Lamp Dog si presenta come una sintesi efficace
della poetica di Oppenheim: una figura canina delineata da un filo metallico essenziale, che
suggerisce più che definire, e attraversata da punti luce posti in corrispondenza degli organi
interni. L’opera gioca sul paradosso tra monumentalità e leggerezza.
Se da un lato richiama i consueti temi dell’artista, dall’altro segna un’esplorazione nuova e
autonoma nel contesto della sua produzione, ampliando i confini tra scultura, installazione e
rappresentazione simbolica.
La collaborazione tra Dennis Oppenheim e Alberto Rossini si intensifica nel 2003 con il progetto
Rock Garden, che incarna un aspetto centrale della ricerca dell’artista: la confluenza tra
architettura e scultura. A partire dalla fine degli anni ’90, Oppenheim introduce nel proprio lavoro
strutture architettoniche svuotate della loro funzione d’uso, trasformandole in pura forma. Nel
2003, alla Biennale di Valencia, Oppenheim presenta per la prima volta un lavoro che incarna
questa nuova visione. Nello stesso anno, avvia Rock Garden per il parco di Briosco: un progetto
visionario composto da tre elementi, sculture architettoniche in pannelli di vetro colorato dalle
forme irregolari e sfaccettate, concepite per essere attraversate dal pubblico. Rimasto allo
stadio di modello, Rock Garden conserva l’utopia di una futura realizzazione.
Completa la mostra una selezione di materiali d’archivio della Collezione Rossini che tracciano
la relazione tra il collezionista e l’artista. Alberto Rossini (Carate Brianza, 1934 - 2015)
seppe unire spirito industriale e sensibilità artistica. Nel 1969 fondò la Ranger Italiana, che
negli anni Settanta si affermò come azienda leader nel settore delle materie plastiche e dei
materiali compositi, diventando partner tecnologico di gruppi automobilistici e aziende di
arredamento. Collezionista e mecenate, mise inoltre le tecnologia più avanzata al servizio
dell’arte contemporanea; alla Ranger, oltre a Dennis Oppenheim, sperimentarono artisti come
ad esempio César, Andrea Cascella, Pietro Consagra: tecnici e operai lavoravano al fianco degli
artisti, contribuendo in modo attivo alla realizzazione delle opere. Il dialogo tra arte e industria,
tra visione creativa e competenza produttiva, rappresentò per Alberto la sintesi ideale tra il fare
e il pensare, tra la cultura del progetto e la forza della materia.