Un cantiere aperto al pubblico a Palazzo Venezia a Roma: da settembre sarà possibile visitare i restauri della Sala d’Ercole

C'è un Papa committente e un Palazzo costruito usando i marmi del Colosseo. Ancora molti misteri restano da chiarire su Palazzo Venezia, a Roma. Dall'autore del progetto a quello di un ciclo d'affreschi dedicato alle storie di Ercole che, ora è oggetto di un'operazione di restauro. Da settembre a porte aperte...

Su Palazzo Venezia a Roma, la Soprintendente Edith Gabrielli sta svolgendo un gran lavoro di recupero e promozione: situato quasi come uno spartiacque tra i quadranti del centro storico che individuano il vecchio “Tridente“, la zona archeologica dei Fori e del Colosseo e la zona adiacente l’altra area archeologica, quella “sacra” di Largo della Torre Argentina, il Palazzo è sede d’un Museo Nazionale che espone pregevoli collezioni – e altrettante pregevoli ne cela nei depositi – e che ospita l’Istituto e la Biblioteca Nazionale di Archeologia e Storia dell’Arte. Eppure, fino adesso, forse arrancando sotto il peso di una storia passata davvero ricca d’eventi, Palazzo Venezia è stato spesso dimenticato, relegato ad uno status di museo minore, uno dei tanti della nutrita compagine romana, privo di una identità ben definita.

RIAPRIRE LE PORTE DEL PALAZZO
Interessante è, quindi, la serie di interventi che sta mettendo appunto la Soprintendente, che – a piccoli passi – ha restituito alla città il giardino ispirato nel gusto classico del primo umanesimo al viridarium romano e lo ha fatto abitare da un ricco programma di eventi (tutt’ora in corso); che ha annunciato – nella conferenza di presentazione della X Biennale dell’Antiquariato che si terrà proprio nel Palazzo dal 29 settembre al 3 ottobre – la riapertura dell’ingresso principale, il portale sul fronte dell’edificio che dà su Piazza Venezia, attribuito a Giuliano da Maiano e che sta procedendo con un impegnativo programma di restauro, a porte aperte per il pubblico.

Sala fatiche di Ercole, Affreschi parete con Ercole e Anteo  Photo credit: M.Benedetti - A.Corrao

Sala fatiche di Ercole, Affreschi parete con Ercole e Anteo Photo credit: M.Benedetti – A.Corrao

LA SALA D’ERCOLE
I lavori interessano il soffitto ligneo e il fregio affrescato di una sala del primo piano denominata Sala d’Ercole, dal tema mitologico delle storie che si svolgono, intervallate da fontane con amorini, lungo il perimetro della stanza, che conserva ancora le fattezze che aveva nel XIV secolo, quando era utilizzata per riporre i paramenti pontificali, tanto da essere denominata nei documenti anche come Sala dei Paramenti.
L’intervento consisterà nella disinfezione della copertura il legno e nella pulitura degli affreschi, che hanno subito certamente altri meno accurati restauri, come dimostrano le “graffette”, poste per mettere in sicurezza, e i ritocchi fatti a tempera, per riempire le lacune di colore. Si spera di recuperare le tonalità originali, d’un ciclo pittorico che per tema e realizzazione, risulta uno dei più intriganti tra quelli del rinascimento romano.

Sala fatiche di Ercole, Affreschi parete con Ercole e Anteo  Photo credit: M.Benedetti - A.Corrao

Sala fatiche di Ercole, Affreschi parete con Ercole e Anteo Photo credit: M.Benedetti – A.Corrao

LA MANO DI MANTEGNA
Le fatiche d’Ercole, illustrate con felice esito affabulatorio, dimostrano, sia nella scelta iconografica, che negli elementi inseriti nella decorazione, il gusto colto che accomunava il committente – Papa Paolo II Barbo – e il misterioso artista che le aveva realizzate. S’è fatto in passato il nome di Andrea Mantegna, per l’afflato nordico e una certa lapidea durezza di alcuni volti, ma è la stessa Soprintendente a mostrare perplessità: “Dubito ci sia davvero la mano del Mantegna” – dice – “Ma la sala è un luogo fondamentale per fare luce sul Rinascimento romano, che è stato studiato ma non ancora sufficientemente indagato, in parte oscurato dal più celebre Rinascimento fiorentino. E qui deve aver lavorato un artista estremamente colto, che da prova di grande sensibilità’‘.

UN RESTAURO A “PORTE APERTE”
Il restauro aiuterà anche a chiarire il possibile autore, che qualcuno individua come un miniatore attivo presso la Corte Pontificia, e ancora si potrà scoprire se davvero la decorazione interessasse solo la parte alta della Sala, come oggi appare, o non fosse piuttosto estesa a tutte le pareti. Ma questo potrà scoprirlo anche il pubblico, a cui – a partire da settembre e su prenotazione – sarà possibile accedere al cantiere attraverso visite guidate gratuite. Una visione in corso d’opera.

-Maria Cristina Bastante

http://museopalazzovenezia.beniculturali.it/

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