E il Pecci non ha più la sua anima. Muore a Prato lo storico presidente del museo Valdemaro Beccaglia. Le dichiarazioni del direttore Marco Bazzini

Indubbiamente se ne va una delle anime del Pecci. La più profonda. Valdemaro Beccaglia, fiero industriale pratese del tessile, entra nel consiglio direttivo nel 1988, giusto quando il Pecci – tra i primi musei d’arte contemporanea italiani in assoluto – ha i suoi natali a Prato. Donatore (l’ultima opera che ha regalato al museo porta […]

Indubbiamente se ne va una delle anime del Pecci. La più profonda. Valdemaro Beccaglia, fiero industriale pratese del tessile, entra nel consiglio direttivo nel 1988, giusto quando il Pecci – tra i primi musei d’arte contemporanea italiani in assoluto – ha i suoi natali a Prato. Donatore (l’ultima opera che ha regalato al museo porta la firma di Giacomo Costa), supporter, sponsor finanziario con le sue aziende, promoter delle grandi mostre che hanno fatto la storia del museo, Beccaglia è sempre riuscito ad aggregare, reperire i denari necessari e soprattutto le partnership di altissimo livello istituzionale per il Museo. Dal 2005 era presidente del Pecci tra rilancio, internazionalizzazione e risanamento economico.
Tantissimi i passaggi che, lo ripetiamo, segnano in tutti i sensi la storia dell’istituzione: il rinnovato rapporto con la Regione Toscana, con l’Accademia di Firenze. “Anche l’apertura di una sede a Milano per promuovere il sistema-Toscana fuori regione e il progetto quasi ultimato della nuova ala del Pecci”, ci conferma il direttore Marco Bazzini, sono progetti che Valdemaro Beccaglia ha immaginato nel complesso tentativo di riposizionare il museo. “Era un visionario – continua Bazzini – sia come manager culturale, sia come imprenditore. Continuava ad investire nelle sue aziende nonostante la crisi del tessile a Prato e pensava proprio che la cultura potesse essere un volano di rilancio economico per la città”.
Ma come era lavorare con Valdemaro Beccaglia? “Occorre sottolineare – è sempre Marco Bazzini a parlare – che è stato lui a decidere di investire sulle risorse interne. Su di me, su Stefano Pezzato, sul direttore amministrativo. Era convinto che bisognasse formare un personale qualificato dal locale al globale. Il rapporto era fatto di complicità come di scontri, inevitabili visto il suo carattere deciso e presente. Tutto questo – conclude Bazzini – ci ha permesso di rianimare tutta la struttura del museo in questi anni”.
Per salutare lo scomparso presidente il Pecci, invece di chiudere per lutto, rimarrà aperto per tutto il finesettimana a ingresso gratuito. Perché, come diceva Beccaglia, “il museo deve essere sempre di più un patrimonio della città”.

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Redazione

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