La Laguna veste Prada. Inaugurata Ca’ Corner della Regina

La presenza di Prada a Venezia, durante la Biennale, non è affatto una novità. Ma da quest’anno non ci si dovrà sobbarcare una trasferta all’isola di San Giorgio Maggiore, chez la Fondazione Cini. Sì, perché ora Prada ha preso casa in Laguna, precisamente Ca’ Corner della Regina, a pochi passi da Ca’ Pesaro. Si tratta di […]

La presenza di Prada a Venezia, durante la Biennale, non è affatto una novità. Ma da quest’anno non ci si dovrà sobbarcare una trasferta all’isola di San Giorgio Maggiore, chez la Fondazione Cini. Sì, perché ora Prada ha preso casa in Laguna, precisamente Ca’ Corner della Regina, a pochi passi da Ca’ Pesaro. Si tratta di un edificio “post-barocco” che risale agli anni ’20 del XVIII secolo e che fu realizzato da Domenico Rossi. E che, non da ultimo, ospitò l’ASAC – Archivio Storico delle Arti Contemporanee, ora conservato in un’ala del Palazzo delle Esposizioni ai Giardini.
Il progetto, nato in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, consiste innanzitutto nel restauro conservativo del palazzo, da effettuarsi nell’arco di sei anni. La prima fase dei lavori si è già conclusa, in tempo per prender parte alle ILLUMInazioni di Bice Curiger.
La mostra inaugurale – oggi l’anteprima stampa – presenta opere dalla collezione, progetti di collaborazioni future e naturalmente i modelli per la nuova sede della Fondazione a Milano, disegnata da Rem Koolhaas (presente alla conferenza stampa) e la cui apertura è prevista nel 2013.
Mera ricollocazione di installazioni, dunque? Niente affatto, poiché per l’occasione le novità sono parecchie e si tratta di “allargamento, non rispecchiamento”, come ha dichiarato Germano Celant. Da Thomas Demand che dialoga con materiali dei Musei Civici veneziani ai “ponti” interculturali: l’uno imbastito da Jean-Paul Engelen – direttore del Public Art Programs dell’Arabic Museum of Modern Art di Doha – fra un reperto del Museum of Islamic Art e il lavoro di  Buthayna Ali; l’altro affidato all’Hermitage di San Pietroburgo, accostando ceramiche del XVIII secolo con Fait d’Hiver di Jeff Koons. E non è finita qui: Nicholas Cullinan, curatore alla Tate Modern, si è occupato d’interpretare quella parte della notevole collezione che concerne l’arte italiana dal 1952 al 1964; Carsten Höller presenta una pubblicazione relativa al suo The Double Club londinese; Marco Giusti propone un parallelo tra i film di Todd Solondz e le videoanimazioni di Nathalie Djurberg.

– Marco Enrico Giacomelli

Venezia // fino al 2 ottobre 2011
Fondazione Prada_Ca’ Corner della Regina
a cura di Germano Celant
www.fondazioneprada.org

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Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

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