Silvia Amodio – Io ero sono, sarò

Informazioni Evento

Luogo
CASTELLO SFORZESCO
Piazza Castello , Milano, Italia
Date
Dal al

La mostra è visitabile gratuitamente tutti i giorni dalle ore 7.30 alle ore 19.30. Sala Panoramica Castello Sforzesco, Piazza Castello, Milano

Vernissage
18/05/2018

su invito

Artisti
Silvia Amodio
Generi
fotografia, personale
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Io ero, sono, sarò è un progetto fotografico di sensibilizzazione sul tumore al seno, nato da un’idea di Coop Lombardia e realizzato da Silvia Amodio, fotografa e giornalista e documentarista.

Comunicato stampa

Io ero, sono, sarò è un progetto fotografico di sensibilizzazione sul tumore al seno, nato da un’idea di Coop Lombardia e realizzato da Silvia Amodio, fotografa e giornalista e documentarista.

La mostra è composta da 50 fotografie di grande formato, 49 donne (e un uomo) con solo un velo sul corpo, che descrivono in maniera elegante, originale e onesta la ferita e le storie di chi si è misurato con il dolore della scoperta e la fatica delle cure, ma anche di chi ha colto l'opportunità di rimettersi in gioco, ripensare a come prendersi cura di sé e trovare il coraggio di realizzare un sogno.
I colori tenui e garbati e la delicatezza della fotografia ci rivelano l'anima e la forza di queste splendide donne. Chi ha deciso di partecipare al progetto lo ha fatto per celebrare la vita.

“Ho provato che cosa significhi ‘sentirsi crollare il mondo addosso’. Ogni tre mesi i controlli mi portano a fare i conti con la realtà, ma sono pronta ad affrontarli con la consapevolezza che potrò sempre rialzarmi e guardare a oriente, per vedere il sole dietro le nuvole” - Annalisa 56 anni.

“’Ehi mamma, cos'è questa pallina?’ Mi chiede mio figlio una mattina qualunque. Una settimana dopo ero finita nel girone dantesco dei controlli. A scacciare la paura è stato un semplice pensiero: se il mio corpo ha generato una pallina, allo stesso modo perché non può eliminarla? Oggi sono una donna in cammino, il domani lo attendo un giorno alla volta, senza fretta e aspettative” - Silvia 47 anni.

Le storie di queste donne raccontano di chi scopre per caso la malattia tre giorni prima del matrimonio o di chi si accorge che c’è qualcosa che non va perché il figlio lattante smette improvvisamente di “attaccarsi a uno dei due seni”, di chi nota una strana reazione del proprio gatto oppure semplicemente si sottopone a un controllo di routine.

Il progetto

Un giorno si sono presentate in sede un piccolo gruppo di donne. Le loro, purtroppo, erano storie comuni, che ci hanno ricordato quelle di amici, parenti o conoscenti. Abbiamo sentito il bisogno di fare qualcosa, di raccogliere queste testimonianze insieme a quelle di altre donne che hanno vissuto la stessa esperienza - Alfredo De Bellis, vicepresidente vicario di Coop Lombardia.

Il progetto vuole essere anche una profonda riflessione sul tempo perchè il tempo scandisce tutto dall'inizio. Da qui il titolo: Io ero, sono, sarò - prima, durante e dopo la malattia.

Il lavoro si sviluppa grazie al continuo confronto tra la fotografa e le protagoniste: la casa studio di Silvia ha contribuito a creare un clima familiare, di fiducia reciproca e di intimità mentre la presenza di un truccatore professionista ha rimesso al centro la bellezza. Il velo, leggero, trasparente e avvolgente, è il fil rouge di tutti gli scatti. Il suo utilizzo ha consentito di “giocare” sul set e di (s)velare non solo le parti del corpo colpite dal male ma anche le cicatrici profonde e non sempre visibili.

La mostra sarà accompagnata da un catalogo (a cura di Terre di mezzo Editore) che conterrà tutti i 50 scatti realizzati corredati dalle rispettive storie e da una serie di interventi scientifici e istituzionali. Tra loro anche il racconto di un uomo che a 41 anni scopre un nodulo al seno e inizia la sua sfida verso la guarigione.

A firmare la prefazione è il fotografo Giovanni Gastel che descrive il lavoro di Silvia Amodio così: "Questo straordinario lavoro di Silvia stempera e rende anche un argomento come il tema del tumore al seno una carrellata di bellezze femminili che la malattia non è riuscita ad intaccare ma anzi ha, in qualche modo, reso ancora più consapevoli che il tragitto drammatico cui sono state sottoposte rende la loro bellezza più profonda, la loro presenza nel mondo importantissima e necessaria al tessuto della storia. In queste splendide donne sta il racconto di gioia e dolore di ogni singolo tragitto umano. Silvia le ha accarezzate con la sua fotografia”.

L'autrice:
Silvia Amodio, fotografa, giornalista e documentarista milanese. Nel suo lavoro coniuga etica ed estetica per affrontare temi complessi come la diffusione dell’Aids in Sudafrica, la pedofilia clericale, i bambini lavoratori in Perù, l’albinismo e la malnutrizione in Burkina Faso. Collabora con numerosi periodici, e le sue fotografie sono apparse sulle principali riviste di settore. Ha esposto in Italia, Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Olanda, Spagna.