Occuprint. We are the 99 %

Informazioni Evento

Luogo
AR/GE - KUNST GALLERIA MUSEO
Via Museo 29, Bolzano, Italia
Date
Dal al

Ma-Ve 10 – 13, 15 – 19 / Sa 10 – 13

Vernissage
14/06/2013

ore 19

Biglietti

ingresso libero

Patrocini

Con il gentile sostegno di:
Provincia Autonoma di Bolzano, Ufficio Cultura
Comune di Bolzano
Fondazione Cassa di Risparmio, Alto Adige
www.occuprint.org

Curatori
Luigi Fassi
Generi
collettiva, disegno e grafica
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I poster raccolti da Occuprint si concentrano sui messaggi e proposizioni volti a contrastare il rapporto tra l’1% della popolazione mondiale, accusata di perpetrare politiche a proprio esclusivo vantaggio, e il 99%, che ne subisce le conseguenze. Proprio lo statement di we are the 99% è lo slogan che più ritorna nei materiali in mostra presso l’ar/ge kunst, a testimonianza del carattere collettivista e mondialista del fenomeno Occupy.

Comunicato stampa

OCCUPRINT
We are the 99%

Vernissage 14.06.2013 alle ore 19
14.06. – 03.08.2013

Mostra curata da Luigi Fassi in collaborazione con www.occuprint.org

Con l’occupazione di Zuccotti Park, Wall Street, New York City, iniziata il 17 settembre 2011, nasce il fenomeno Occupy, destinato a espandersi a livello globale in 82 Paesi seminando un inatteso vento di protesta, rinnovamento e speranza di cambiamento nel pieno della crisi economica e sociale che attanaglia gran parte dell’Occidente.

Sorto durante il momento più vivace e politicamente innovativo delle manifestazioni di protesta, Occuprint è un collettivo curatoriale statunitense impegnato a dare visibilità alle produzioni artisticamente più rilevanti prodotte dagli Occupy Movements internazionali.

L’invito da parte dell’Occupy Wall Street Journal a dedicare un numero speciale alla poster art del movimento Occupy, ha dato l’avvio al progetto di Occuprint, divenuto una piattaforma digitale in espansione continua che conserva e promuove le realizzazioni grafiche sorte in seno ai diversi Occupy Movements globali, distribuiti su tutti i continenti.

I poster raccolti da Occuprint si concentrano sui messaggi e proposizioni volti a contrastare il rapporto tra l’1% della popolazione mondiale, accusata di perpetrare politiche a proprio esclusivo vantaggio, e il 99%, che ne subisce le conseguenze. Proprio lo statement di we are the 99% è lo slogan che più ritorna nei materiali in mostra presso l’ar/ge kunst, a testimonianza del carattere collettivista e mondialista del fenomeno Occupy. Resistenza, smantellamento dello status quo dei privilegi e assoluta alterità ad ogni politica verticistica e antidemocratica sono così le istanze chiavi dell’ideologia Occupy.

La caratteristica principale dei manifesti presentati presso l’ar/ge kunst è quella di rappresentare così una vera agenda programmatica, che spazia da proposte di politica internazionale al rinnovamento della modalità di produzione industriale e del lavoro, sino a definire un nuovo modello etico di benessere collettivo, incentrato sui principi di solidarietà e di condivisione dei beni pubblici condivisi. L’idea della democrazia come condivisione di commons è così contrapposta alla voracità delle privatizzazioni dettate dalle politiche neoliberiste di matrice americana che sempre più trovano credito nei governi europei.

La collezione di Occuprint si rivela così fautrice di discorsi politici ed economici molto più complessi di quanto non appaia ad uno sguardo superficiale. Slogan, motti e disegni satirici - che spaziano dagli Indiani d’America al toro di Wall Street sino alle proteste in lingua spagnola dei Paesi sudamericani e a quelle delle diverse città europee, compongono un armamentario semiotico che riassume in rapidi tratti tutti i problemi irrisolti che il mondo occidentale dovrà affrontare negli anni a venire.

Allo spettatore, anche a quello ignaro dei movimenti Occupy, si manifestano così all’istante i nuovi scenari che animano il dibattito politico su scala globale, non quello ufficiale dei parlamenti e dei governi, ma quello più autentico e reattivo che nasce dal basso, come frutto dell’azione dei nuovi cittadini del mondo in tutte le città del mondo contemporaneo.