Emilio Villa a cent’anni dalla nascita. Una mostra (e un’intervista)

Nasceva nel 1914 uno degli agitatori culturali più importanti che il secolo abbia dato all’Italia. Personaggio a lungo misconosciuto, Emilio Villa ha contribuito in maniera sostanziale alla vita culturale, artistica, poetica del nostro Paese. Sempre fuori dalle rotte più battute. Una mostra a Melzo ne racconta l’archivio, amorevolmente curato da Aldo Tagliaferro. Che abbiamo intervistato.

Esattamente dieci anni fa lei ha scritto una biografia di Villa intitolandola Il clandestino: perché un titolo così? E perché è stata pubblicata da un editore “militante” come DeriveApprodi?
Il titolo discende dalla constatazione dello stato di clandestinità in cui Villa visse e operò, almeno rispetto alla cultura accademica. DeriveApprodi divenne l’editrice in seguito all’opera di mediazione fornita da Nanni Balestrini.

Approfondiamo brevemente il contributo di Villa all’emergere di artisti a lui contemporanei, tramite il suo sostegno attraverso scritti, riviste ecc.
Villa collaborò con alcune riviste (come Arti visive e Civiltà delle macchine, o Ex, da lui stesso creata) in qualità di critico militante e di poeta. Si fece paladino di artisti allora poco noti, come Burri, Rothko, Novelli e Pollock.

Pur avendo avuto un ruolo importante nel mondo dell’arte, Emilio Villa compare poco, pochissimo nella programmazione dei musei italiani. Andando a memoria, ricordo soltanto un passaggio al Castello di Rivoli nell’ambito della rassegna Gli irregolari curata da Gianluigi Ricuperati nel 2010. Come si spiega un fatto del genere?
Villa ebbe un rapporto eminentemente conflittuale con il mondo istituzionale in genere, e con quello museale in particolare. Fu un poeta e organizzatore di eventi culturali controcorrente come gli esponenti delle prime avanguardie che lo ispirarono, come Breton e Artaud. Oggi la sua poesia gode di un favore molto diffuso soprattutto tra i giovani, ma ha avuto l’entusiastica approvazione di poeti come Raboni e Zanzotto.

Lei si è occupato per decenni dell’archivio di Villa. Qual è la sua specificità? E cosa si può vedere nella mostra allestita a Melzo?
Si tratta di un archivio comprendente la maggior parte dei cataloghi e dei volumi in cui apparvero originariamente testi villiani. Ma vi si trovano raccolti anche molti manoscritti di opere pubblicate quasi clandestinamente o ancora inedite.

Marco Enrico Giacomelli

Melzo // fino al 5 giugno 2014
Emilio Villa, poeta clandestino (1914-2003). L’archivio Tagliaferri per il centenario della nascita
a cura di Andrea Tomasetig
BIBLIOTECA COMUNALE VITTORIO SERENI
Via Agnese Pasta 43
02 95738856
[email protected]
www.bibliomilanoest.it

 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Marco Enrico Giacomelli

Marco Enrico Giacomelli

Giornalista professionista e dottore di ricerca in Estetica, ha studiato filosofia alle Università di Torino, Paris 8 e Bologna. Ha collaborato all’"Abécédaire de Michel Foucault" (Mons-Paris 2004) e all’"Abécédaire de Jacques Derrida" (Mons-Paris 2007). Tra le sue pubblicazioni: "Ascendances et…

Scopri di più