Cultura quanto mi costi! Pisapia contesta a Boeri 160mila euro di investimento per due mostre, e in giunta sale la tensione. Il sindaco chiede di stringere i cordoni della borsa, in attesa che arrivi un nuovo assessore al bilancio

C’è chi dice nasca tutto da una mostra. Chi sostiene che gli eventi della discordia siano in realtà due. Su un fatto, però, sembrano essere tutti d’accordo: nelle segrete stanze di Palazzo Marino sono volati gli stracci – e non è la prima volta – tra il sindaco Giuliano Pisapia e Stefano Boeri, assessore alla […]

C’è chi dice nasca tutto da una mostra. Chi sostiene che gli eventi della discordia siano in realtà due. Su un fatto, però, sembrano essere tutti d’accordo: nelle segrete stanze di Palazzo Marino sono volati gli stracci – e non è la prima volta – tra il sindaco Giuliano Pisapia e Stefano Boeri, assessore alla cultura con portafoglio, sì, ma sempre più vuoto. Risparmiare su ogni capitolo possibile di spesa, rendicontare e giustificare fino all’ultimo centesimo: il primo cittadino vara la propria personalissima spending review, chiedendo alla squadra che amministra Milano di fare i salti mortali per trovare i 370 milioni di euro che servono per Expo. Con un patto di stabilità fissato a 500milioni i conti sono presto fatti: Milano non ha un soldo da spendere per sé. Ma c’è chi sembra non ami fare il funambolo, Boeri appunto: i bene informati parlano di un faccia a faccia piuttosto serrato a margine della riunione di giunta che ha visto l’approvazione del Rendiconto 2012, con il dito puntato da Pisapia su un paio di eventi programmati nei prossimi mesi. Spesa prevista da parte del comune 160mila euro; centomila dei quali per una mostra a Palazzo Reale, a maggio, che omaggerà in un colpo solo Helenio Herrera – storico allenatore dell’Inter di papà Moratti – e Nereo Rocco, il paròn che negli Anni Sessanta guidò il Milan sul tetto del mondo. Soldi spesi male per il sindaco, supportato nelle reprimende dalla sua vice Lucia De Cesaris; la difesa di Boeri, dura, si tramuta in contrattacco: il suo assessorato conta sulla miseria di 800mila euro l’anno per il capitolo mostre. Se andiamo pure a sindacare su come vengono spesi, allora…
Allora il clima è teso a Palazzo Marino, tra due prime donne che non si sono mai guardate troppo teneramente. Fin dai tempi delle primarie che avrebbero determinato il candidato del centrosinistra alle comunali, con Pisapia a battere Boeri; poi le ruggini su Expo e una recente spigolatura sugli eventi alle Officine Creative Ansaldo, con il sindaco costretto a firmare l’autorizzazione a un concerto in deroga alle norme di sicurezza. Pace apparente, al momento, le delibere di giunta che autorizzano le due mostre vengono approvate: ma i musi lunghi restano. E la situazione, per Milano si fa sempre più difficile. Prima l’autosospensione per la futile corsa alle primarie nazionali del PD come quarto o quinto incomodo nel braccio di ferro tra Renzi e Bersani, poi un fugace ritorno e il nuovo addio per la corsa a un posto in Parlamento: porte girevoli, al fondamentale assessorato al Bilancio, per Bruno Tabacci. Che ha di fatto mollato il colpo già alla fine di ottobre, ma che verrà formalmente sostituito solo lunedì 18 marzo; pare da Francesca Balzani, che però è europarlamentare per il PD: e non sembra intenzionato, almeno fino all’autunno, a lasciare la poltrona a Bruxelles. Quasi Milano non avesse bisogno di qualcuno che facesse i conti a tempo pieno. Quando invece, pallottoliere alla mano, sembrerebbe proprio il contrario.    

– Francesco Sala

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Francesco Sala

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