Vogliono trasformare l’Accademia di Francia a Roma in un museo. La direttrice Muriel Mayette-Holtz risponde

L’ente costa troppo: e una commissione del Senato francese mette in dubbio il futuro di un’istituzione storica, fondata nel 1666

L’interrogativo su quale sia oggi la missione dell’Accademia di Francia a Roma è legittimo, ed esiste dal ‘700”. Chi si aspettava un arroccamento a difesa dell’istituzione culturale romana Villa Medici della direttrice di Muriel Mayette-Holtz, si sbagliava di grosso. In realtà la regista teatrale succeduta alla guida ad Eric de Chassey, raggiunta da Artribune a Parigi, accetta di argomentare le affermazioni di oggi del senatore André Gattolin, relatore del rapporto di una commissione del Senato francese secondo il quale, in sostanza, i costi dell’Accademia di Francia non sarebbero più compensati da adeguati benefici. La mission dell’istituzione creata nel 1666 non sarebbe più d’attualità, e oggi Roma non sarebbe più la città ideale su cui investire. E si parla allora della possibilità di trasformarla in museo. “Il mio compito” prosegue la direttrice, facendo ancora sue le osservazioni, “è quello di dare una risposta a tale domanda. Per questo da quando sono diventata direttrice ho voluto dare un segnale forte di apertura, attraverso una programmazione sempre più multidisciplinare e capace di coinvolgere il pubblico in maniera trasversale, dando così la possibilità ai nostri borsisti di confrontarsi a 360 gradi con la realtà di Roma, con la sua storia ma anche con la sua attualità”.

ROMA NON È PIÙ IL CENTRO DELLA CREAZIONE
Roma non è più il centro della creazione, come quando si insediò l’Accademia di Francia a Villa Medici“, ha detto fra l’altro il senatore Gattolin. E la direttrice continua vantando l’inversione di tendenza sotto la sua guida: “la relazione presentata dal senatore Gattolin contiene 19 raccomandazioni: alcune di queste le abbiamo già fatte nostre includendole nel nostro documento strategico presentato a settembre. Altre le stiamo valutando, mentre altre non sono attuabili nel contesto artistico romano. Continueremo a lavorare per produrre cultura e per favorire la ricerca degli artisti che accogliamo”. Ed è questo il cuore della faccenda: i costi esorbitanti, con i borsisti residenti ogni anno che percepiscono stipendi altissimi, essendo assimilati a diplomatici in trasferta. E questo senza che venga richiesto loro di documentare il lavoro ed i progressi avuti a Roma. Ma questo, come ci spiegano dall’Accademia, fu proprio il cuore del programma lanciato nel Seicento: consentire ad artisti di trascorrere un periodo di studio, senza preoccuparsi di ciò che avrebbero prodotto.

TUTTI GLI AMBITI DELLA CREATIVITÀ
Oggi”, ha affermato ancora Gattolin, “dobbiamo porci l’interrogativo se sia ancora logico accogliere artisti a Roma, pagandoli con fondi pubblici, o se la Villa debba essere trasformata in un museo“. Ma la Mayette-Holtz snocciola i successi è l’importanza di un’accademia impostata così: “Abbiamo inaugurato, per esempio, “I giovedì della Villa – Questions d’art”, l’appuntamento settimanale gratuito con esponenti internazionali di tutti gli ambiti della creatività. E a settembre, insieme alla Villa Kujoyama e alla Casa de Velàzquez, abbiamo realizzato la prima edizione del festival Viva Villa, proprio per mostrare ai francesi il risultato del lavoro svolto dalle Accademie all’estero. Abbiamo infatti presentato le opere di alcuni dei borsisti delle tre istituzioni a Palais Royal e all’École du Lovre a Parigi”.

– Massimo Mattioli

Académie de France à Rome
Villa Medici
Roma, Viale della Trinità dei Monti 1
www.villamedici.it

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

Scopri di più