New York Updates: Frieze è una fiera che deve decidersi a cambiare location. Il 2017 sarà l’anno del trasloco?

Il rischio è quello della deriva da “one day fair”. La fiera che dura un giorno dopo, che si esaurisce nel mercoledì inaugurale lasciando tutti gli altri giorno ad una sostanziale lentezza, magari con qualche picco, ma più di turismo che di business, ai giorni di fine settimana. È il rischio che corrono le fiere […]

Il rischio è quello della deriva da “one day fair”. La fiera che dura un giorno dopo, che si esaurisce nel mercoledì inaugurale lasciando tutti gli altri giorno ad una sostanziale lentezza, magari con qualche picco, ma più di turismo che di business, ai giorni di fine settimana.
È il rischio che corrono le fiere che hanno tanta concorrenza in città con altre manifestazioni (alle volte pesano le altre fiere collaterali, ma anche i musei se hanno iniziative troppo forti che tengono visitatori e collezionisti lontani dalla fiera principale), ma è anche il rischio che corrono le fiere che sono allestite in zone troppo impervie e questo appare essere il caso di Frieze Art Fair New York.
Insomma, molti galleristi sono un po’ stufi. Per una serie di motivi. La location è bella, ma è fuori mano. Per raggiungerla c’è un traghetto, che come tale parte da un solo imbarcadero di Midtown. Se vuoi azzardare a venire coi mezzi pubblici puoi raccomandarti l’anima perché una volta arrivato con la metro sulla 125esima strada poi sono dolori. Per non dire del taxi o Uber che dir si voglia: si rischia di trovare un gran traffico perché il ponte che collega l’isola di Randall con Manhattan è uno di quei ponti a pagamento, con tanto di casello. E il casello spesso e volentieri è gravato da lunghe attese e file interminabili.
Le conseguenze? Facili da intuire: molti visitatori vengono in fiera solo un giorno e poi, dopo aver avuto disagi per venire e per tornare, evitano di ripetere il calvario. Ma il problema è anche per i galleristi ovviamente: se hai un appuntamento in città, magari a metà giornata, devi mettere in conto ore da trascorrere lontano dallo stand e decine e decine di dollari spesi per gli spostamenti. E così le voci di un trasloco già a partire dal 2017 si fanno insistenti: i grandi moli lungo l’Hudson sono lì, pronti a portare Frieze in un luogo meglio raggiungibile.

www.frieze.com

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Redazione

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