Milano, Africa. Ecco le immagini della grande mostre della Triennale sull’architettura del Continente nero: fra possibilità e complessità

Comprendere la portata di un cambiamento quando ne è protagonista un continente così ricco e complesso come quello africano è una sfida non facile. Africa Big Change Big Chance è una mostra che, partendo dalle questioni generate dalla ricca produzione architettonica che ha caratterizzato la progettazione tanto residenziale quanto urbanistica, amplia il suo orizzonte sconfinando […]

Comprendere la portata di un cambiamento quando ne è protagonista un continente così ricco e complesso come quello africano è una sfida non facile. Africa Big Change Big Chance è una mostra che, partendo dalle questioni generate dalla ricca produzione architettonica che ha caratterizzato la progettazione tanto residenziale quanto urbanistica, amplia il suo orizzonte sconfinando nelle possibilità, quanto nelle complessità, che sono insite in questo territorio. Inaugurata il 15 ottobre presso la Triennale di Milano, a cura di Benno Albrecht, l’esposizione fonda le sue basi su una ricerca approfondita che ha coinvolto molti professionisti, studenti dell’Università IUAV di Venezia, il CIVA – Centre International pour la Ville l’Architecture e le Paysage di Bruxelles per la sezione fotografica, che ha permesso di affrontare i temi africani dal generale al particolare, inducendo nel visitatore un’importante riflessione. L’Africa è laboratorio di idee e forme che per vastità, densità e pressione della sua popolazione assorbe e contamina tutte le trasformazioni che la riguardano, in particolare quando concernono il corretto uso e sfruttamento delle risorse naturali ed energetiche. Inoltre nell’imparare a leggere ed inquadrare questi cambiamenti emerge una chiave di lettura che si avvicina molto alla dualità, tipica della vicenda architettonica Italiana, tra evoluzione tecnologia del linguaggio compositivo e coerenza con storia e tradizioni fortemente radicate.
Il percorso di mostra si articola in cinque sezioni che aiutano a tenere le fila degli argomenti affrontati: la Geografia delle quantità, verso un controllo dei mutamenti che sia sostenibile ed ecologico, le Architetture continentali, ed il loro impatto sull’ambiente, le Architetture della modernità, per evidenziare gli esperimenti eccezionali che i progettisti africani hanno portato avanti dal dopoguerra ad oggi, la Città della globalità, quella dell’Africa che trasforma i suoi villaggi in grandi metropoli, sino agli Apparati. L’ultima sezione è “diffusa” all’interno dell’esposizione, in quando comprende le fotografie di artisti africani capaci di fermare in uno scatto la vorticosa trasformazione della loro terra, la modellazione e stampa 3D, per restituire con modellini architetture poco conosciute e difficilmente raggiungibili, i contributi video e le possibili configurazioni future degli scenari urbani nelle visioni di architetti militanti. Il tutto è legato armonicamente dalla grafica di mostra di Stefano Mandato, ed esposto su grandi tavoli totalmente riutilizzabili in vista delle future tappe della mostra, realizzati con materiali reperibili in Africa, provenienti direttamente dall’edilizia. Un argomento di grande attualità trattato in modo esaustivo e non banale, merita tempo e curiosità di chi vorrà visitarla.

– Flavia Chiavaroli

 

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Flavia ChiavarolI

Flavia ChiavarolI

Architetto, exhibition designer e critico freelance. Osservatrice attenta e grande appassionata di architettura ed arte moderna e contemporanea riporta la sua esperienza nell’organizzazione di workshop, collabora con artisti e fotografi e aggiornando i principali social network. Dal 2012 si occupa…

Scopri di più