Quello stadio assomiglia troppo a una vagina. Si apre il dibattito attorno al progetto dell’Al-Wakrah Stadium, in Qatar: l’ha disegnato lo studio AECOM, ma c’è – e si vede – anche lo zampino di Zaha Hadid…

Nelle intenzioni degli ideatori, lo spunto doveva venire dalle forme della tradizionale barca utilizzata dai pescatori di perle del Golfo Persico. Ma non appena il progetto è stato svelato – sabato 16 novembre – sono stati tanti gli osservatori a commentare: ma veramente quello stadio assomiglia di più a una vagina. Di che parliamo? Dell’Al-Wakrah […]

Nelle intenzioni degli ideatori, lo spunto doveva venire dalle forme della tradizionale barca utilizzata dai pescatori di perle del Golfo Persico. Ma non appena il progetto è stato svelato – sabato 16 novembre – sono stati tanti gli osservatori a commentare: ma veramente quello stadio assomiglia di più a una vagina.
Di che parliamo? Dell’Al-Wakrah Stadium, la prima struttura che il Qatar ha messo in cantiere in vista dei mondiali di calcio del 2022: l’ho progettato il megastudio californiano AECOM, in collaborazione – come è facile individuare – con Zaha Hadid. Vuoi per le appendici laterali della copertura, che richiamano le forme di labbra, vuoi per le linee sinuose, vuoi per il colore rosato – magari utilizzato solo per i rendering, chissà… -, ma l’associazione ai genitali femminili – vedete immagini e video – è stata quasi immediata, dilagando rapidamente in rete.

E c’è stato anche chi ha inserito il progetto in una contro storia parallela dell’architettura “sessuale”: dove gli edifici dall’evocazione fallica non mancano di certo, dalla Torre Agbar di Jean Nouvel a Barcellona, al “cetriolo” londinese di Norman Foster. E dove esiste già una costruzione che meritò l’appellativo “vaginale”, il Crain Communications Building di Chicago…

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

Scopri di più