Turismo sostenibile: il patrimonio storico della Diocesi di Brescia si apre all’ospitalità
Nel capoluogo lombardo la Diocesi bresciana inaugura una nuova rete di ospitalità che valorizza eremi, palazzi storici e dimore antiche trasformandoli in strutture ricettive per un pubblico interessato all’arte, al territorio e alla spiritualità

Non si tratta solo di dormire in luoghi straordinari, ma di qualcosa in più. Come camminare negli stessi corridoi dove hanno meditato santi e artisti, toccare pietre scolpite da mani sapienti, respirare un’atmosfera di bellezza e spiritualità. Oltrebrescia rappresenta una nuova forma di turismo sostenibile, in cui non si costruisce nulla di nuovo, ma si recuperano e valorizzano strutture già esistenti, ville storiche, monasteri, eremi. Un originale concept di ospitalità che rappresenta una forte attrattiva per i viaggiatori alla ricerca di luoghi che favoriscano calma e connessione con l’ambiente e se stessi, indipendentemente dalla fede religiosa.
L’Eremo di Montecastello una delle quattro strutture di “Oltrebrescia”
Come avviene all’Eremo di Montecastello, uno dei gioielli di Oltrebrescia, il nuovo circuito di accoglienza che unisce quattro strutture diverse per epoche, stili e paesaggi nel territorio bresciano. È dedicato al cardinale Carlo Maria Martini (Torino, 1927 – Gallarate, 2012), che fu uno dei suoi frequentatori, insieme a Giovanni Battista Montini, che poi diventò papa Paolo VI. Si trova a Tignale, sospeso su uno sperone di roccia a picco sulla sponda lombarda del Lago di Garda e proprio accanto al Santuario della Madonna di Montecastello. È dedicato alla Madonna della Stella che nel 1200, a quanto si narra, sarebbe apparsa miracolosamente durante una battaglia tra bresciani e trentini, decretando la fine dello scontro. Al suo interno si trovano affreschi di scuola giottesca e un ex voto, il più grande d’Europa, opera del pittore bresciano Giovanni Andrea Bertanza, risalente agli inizi del Seicento, che raffigura gli ultimi istanti di vita di Zanazù, un temuto bandito dell’epoca.

Un altro luogo di “Oltrebrescia”: l’Eremo di Bienno dei Santi Pietro e Paolo
Dal lago si può passare al fitto dei boschi, quelli della Val Camonica, in cui è immerso l’Eremo di Bienno dei Santi Pietro e Paolo. Sorge sulle rovine di un antico convento francescano, fondato da Sant’Antonio da Padova tra il 1228 e il 1230 e trasformato nel corso degli anni in una casa di cultura e spiritualità. Alla mattina è piacevole passeggiare nel chiostro del convento, oppure tra le stradine del borgo medievale di Bienno, uno dei più belli d’Italia, o raggiungere la statua del Cristo Re, dello scultore camuno Timo Bortolotti, che dal 1931 svetta sul colle della Maddalena. Fu creato in occasione della Conciliazione tra lo Stato del Vaticano e il Regno d’Italia attraverso i Patti Lateranensi, e per onorare i caduti della valle nella Grande Guerra. Il luogo fu scelto perché: “…da quel colle lo sguardo abbraccia un lembo meraviglioso della valle dell’Oglio dove il Creatore ha sparso le bellezze della natura...”.

Villa Luzzago: un ottimo punto di partenza per chi ama camminare
Un altro ottimo punto di partenza per chi ama camminare (ma anche sciare in inverno sulle piste del Passo del Tonale) è Villa Luzzago, sulle colline soleggiate di Ponte di Legno, in Alta Val Camonica. Qui i sentieri s’inoltrano nei boschi, quelli del Parco dell’Adamello e dello Stelvio, tra malghe, laghetti e maestosi larici che in autunno offrono lo spettacolo del foliage. E quando si ritorna nella residenza storica si è accolti dal silenzio del parco, la pace della piccola chiesetta, con il mosaico di don Giacomo Trombini e l’altare scolpito dallo scultore Maffeo Ferrari. Un luogo che sembra fatto apposta per sostare e lasciare fluire liberamente i pensieri.

Poi, nel cuore della città, l’ultima chicca di “Oltrebrescia”: il Centro Paolo VI
Un’autentica sorpresa è poi il Centro Paolo VI, dove il benvenuto è quello di un maestoso scalone del Settecento, definito dallo scrittore e storico Fausto Lechi “uno dei più grandiosi in Brescia”. Il Centro nasce dalla fusione di due dimore patrizie, edificate da due famiglie distinte a distanza di oltre un secolo una dall’altra, ed è inserito in un parco secolare, nel cuore cittadino. La prima famiglia, quella dei Maggi, ristrutturò nel Seicento il precedente edificio cinquecentesco. In seguito, la seconda famiglia, i Gambara, acquistò il palazzo e lo inserì in una nuova porzione da loro voluta.

Le restaurazioni del Centro, dal ‘700 ad oggi
Risale proprio a questo periodo la sistemazione settecentesca firmata dall’architetto Antonio Marchetti, con le finestre decorate, lo scalone monumentale, portali e archi in pietra, soffitti adornati da stucchi e dipinti. Nel 1854 Monsignor Gerolamo Verzieri, vescovo di Brescia, rilevò l’intera struttura e continuò l’opera di sistemazione. Nel 1930 la chiesa interna venne decorata con marmi e affreschi dal pittore bresciano Vittorio Trainini.
Oggi al suo interno si trova una pala del Moretto: La Trinità incorona la vergine, con i santi Pietro, Paolo e le allegorie della Giustizia e della Pace. Un luogo inaspettato, a due passi dalla propria camera c’è tutto il meglio della Leonessa d’Italia: la Pinacoteca Tosio Martinengo, il Duomo Vecchio, il Duomo Nuovo, il Castello e Brixia, il parco archeologico di Brescia romana, tra i meglio conservati in Italia, riconosciuto patrimonio mondiale UNESCO nel 2011 insieme al complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia.
Luisa Taliento
Libri consigliati:
(Grazie all’affiliazione Amazon riconosce una piccola percentuale ad Artribune sui vostri acquisti)
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati