Ancora belle storie, questa volta da Bratislava. Continuano nel mondo i dialoghi sul tema dei rifugiati, con mostra e programma di incontri. Quando in Italia?

L’arte si mobilita sul tema dei rifugiati. Vi abbiamo già parlato della iniziativa portata avanti dai Musei tedeschi con il progetto multiculturale Multaqa, riservato ai rifugiati provenienti da Siria e Iraq. La seconda notizia viene oggi da Bratislava, precisamente dalla Kunsthalle cittadina, con il progetto “Fear the Unknow”, la paura dello sconosciuto, che lancia fino […]

L’arte si mobilita sul tema dei rifugiati. Vi abbiamo già parlato della iniziativa portata avanti dai Musei tedeschi con il progetto multiculturale Multaqa, riservato ai rifugiati provenienti da Siria e Iraq. La seconda notizia viene oggi da Bratislava, precisamente dalla Kunsthalle cittadina, con il progetto “Fear the Unknow”, la paura dello sconosciuto, che lancia fino al 31 luglio una mostra a cura di Lenka Kukurovà con la partecipazione di Dan Perjovschi, Oliver Ressler, Kateřina Seda, Anna Witt, Artur Zmijewski, Tobias Zielony, Pavlína Fichta Čierna, Oto Hudec, Daniela Krajčová, Tomáš Rafa. Molti i temi caldi da affrontare, in quella che è ritenuta dagli autori la più grave crisi europea dalla seconda guerra mondiale ad oggi.
L’argomento risulta particolarmente caldo e interessante se si considera che la mostra si svolge in Slovacchia. In Europa Orientale infatti i temi del dialogo interculturale con l’ignoto e della convivenza tra religioni, molto noti nel Mediterraneo costituiscono un inedito nell’esperienza collettiva. Troppo recente e fresca è infatti la caduta del Muro di Berlino che aveva evitato ogni contatto con l’esterno in tal senso.

LA MOSTRA
Gli artisti coinvolti non sono naturalmente degli esperti di geopolitica o sulla questione dei rifugiati, ma si sono concentrati sulle assenze e gli errori nella comunicazione nella gestione dell’incontro. Sono inoltre partiti dalle suggestioni personali e dalla percezione, anche epidermica, di questo topic così difficile per aiutare le persone a riflettere, andando oltre alla dicotomia tra “buono” e “cattivo”. Inoltre l’esigenza non è quella di stabilire torti o ragioni, quanto connessioni, in una piattaforma aperta di dibattito inclusiva, che racconti al pubblico quanto questo tema ci riguardi tutti, sia nei problemi che nella loro soluzione. Proprio per questo è stata anche coinvolta una rete di organizzazioni no-profit e associazioni per garantire un programma di iniziative didattiche, esplicative e di accompagnamento per i visitatori generalisti, ma soprattutto per coinvolgere i rifugiati stessi, con l’obiettivo di rendere ciò che è sconosciuto noto.

-Santa Nastro

www.kunsthallebratislava.sk

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Santa Nastro

Santa Nastro

Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è vicedirettore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione…

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