Licio Gelli e le arti. Luca Vitone e gli inquietanti riferimenti della Loggia P2 tornano attuali con la morte del “venerabile”: ecco le immagini
Esiste una collezione Licio Gelli, donata oltre 10 anni fa all’Archivio di Stato di Pistoia. Ma – come molti potranno facilmente immaginare – scordatevi di trovarvi dipinti, sculture, o altri oggetti d’arte che spesso si associano al collezionismo: vi sono infatti conservati documenti storici, carte, doni particolari, foto, tessere, passaporti, lettere, tutte legate alla vita […]
Esiste una collezione Licio Gelli, donata oltre 10 anni fa all’Archivio di Stato di Pistoia. Ma – come molti potranno facilmente immaginare – scordatevi di trovarvi dipinti, sculture, o altri oggetti d’arte che spesso si associano al collezionismo: vi sono infatti conservati documenti storici, carte, doni particolari, foto, tessere, passaporti, lettere, tutte legate alla vita del findatore della loggia massonica P2, scomparso nella serata del 15 dicembre all’età di 96 anni a Villa Wanda, la sua casa di Arezzo.
Eppure l’inquietante figura del custode di mille segreti della prima repubblica, politici ma anche di cronaca nera, non ha mancato negli anni di far valere la sua presenza anche in ambito artistico: in particolare con l’opera di Luca Vitone, artista notoriamente sensibile agli stimoli politico-sociali. L’ultima volta lo scorso anno, quando l’artista – chiamato a creare delle luminarie natalizie a Bologna – vi inserì chiarissimi simboli legati alla P2. “Credo che questa sia un’occasione culturale per ricordare il dramma della strage alla stazione di Bologna”, dichiarò Vitone a La Repubblica. “La P2 vi ha avuto parte, Licio Gelli è stato condannato per depistaggio. Quest’opera è dedicata alle vittime, ricordando quel che disse Carmelo Bene nel 1991 dalla Torre degli Asinelli: più che dei morti bisogna parlare dei vivi, di chi resta e serba il dolore“.
Ma non era la prima volta che l’artista utilizzava questi simboli nelle sue opere, ogni volta scatenando ppolemiche e proteste anche pubbliche: era accaduto nel 2010, con il progetto Souvenir d’Italie, alla Galerie Michel Rein di Parigi, dove fra l’altro era esposta una grafica, una lapide “a futura memoria” con i 962 nomi degli iscritti alla P2. Noi rivediamo alcune immagini anche delle luminarie bolognesi…
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