Turner Prize 2014, vince Duncan Campbell. Alla Tate Britain di Londra la spunta su Ciara Phillips, James Richards e Tris Vonna-Michell e si porta a casa 25mila sterline

Una curiosità? Tre dei quattro artisti finalisti hanno studiato a Glasgow: qualcosa di molto istruttivo, soprattutto per la geopolitica formativa britannica. E nella shortlist di quest’anno non ci sono né pittori né scultori: una cosa inusuale, anche per un premio non certo conservatore, come vocazione. Parliamo del Turner Prize, riconoscimento assegnato in Inghilterra dal 1984 […]

Una curiosità? Tre dei quattro artisti finalisti hanno studiato a Glasgow: qualcosa di molto istruttivo, soprattutto per la geopolitica formativa britannica. E nella shortlist di quest’anno non ci sono né pittori né scultori: una cosa inusuale, anche per un premio non certo conservatore, come vocazione. Parliamo del Turner Prize, riconoscimento assegnato in Inghilterra dal 1984 che conserva ancora l’aura del prestigio assoluto, malgrado negli anni sia stato affiancato e superato da molte iniziative simili, almeno in termini di dotazione monetaria: un totale di 40mila sterline, delle quali 25mila al vincitore e 5mila ciascuno agli altri finalisti.
Ma è soprattutto quel prestigio a farne il premio più ambito nell’arte contemporanea britannica: e quest’anno a fregiarsene sarà l’irlandese Duncan Campbell. Nella cerimonia trasmessa come da consuetudine in diretta dal canale televisivo inglese Channel 4, l’artista ha prevalso sugli altri tre finalisti Ciara Phillips, James Richards e Tris Vonna-Michell. La giuria, presieduta da Penelope Curtis, direttrice della Tate Britain, era composta da Stefan Kalmár, executive director e curatore di Artists Space, New York, da Helen Legg, direttrice di Spike Island, Bristol, da Sarah McCrory, direttrice di Glasgow International, e da Dirk Snauwaert, direttore artistico del Wiels Contemporary Art Centre, Bruxelles.
Campbell partecipa al premio con It for Others, del 2013, e con Sigmar, opera del 2008 ispirata dall’artista tedesco Sigmar Polke. James Richards partecipa con Rosebud, The Screens e Untitled Merchandise (Lovers and Dealers), complesso progetto fra fotografia e video, Tris Vonna-Michell presenta Postscript II (Berlin), un’installazione autobiografica del 2014, e con la sua prima film installation, Finding Chopin: Dans l’Essex. Ciara Phillips espone una nuova installazione, Things Shared, con una serie di serigrafie incollate direttamente sulle pareti.

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Massimo Mattioli

Massimo Mattioli

É nato a Todi (Pg). Laureato in Storia dell'Arte Contemporanea all’Università di Perugia, fra il 1993 e il 1994 ha lavorato a Torino come redattore de “Il Giornale dell'Arte”. Nel 2005 ha pubblicato per Silvia Editrice il libro “Rigando dritto.…

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