L’artista più rock di tutti? Leonardo da Vinci, con il suo Cenacolo a ispirare l’ultimo videoclip dei Vampire Weekend. E non si tratta della prima volta: precedenti illustri, dai Black Sabbath alla Gioconda secondo i Litfiba

Un Cristo in passamontagna nero, impassibile mentre gioca con uno smartphone glitterato. Tommaso in veste di cantante e Giovanni con la chitarra in mano, occhiali da sole, chiodo e stile strafottente alla Clash. E poi un Simone alla Kurt Cobain, Bartolomeo che rolla uno spinello e un sassofono reinterpretato in forma di bong gigante. La […]

Un Cristo in passamontagna nero, impassibile mentre gioca con uno smartphone glitterato. Tommaso in veste di cantante e Giovanni con la chitarra in mano, occhiali da sole, chiodo e stile strafottente alla Clash. E poi un Simone alla Kurt Cobain, Bartolomeo che rolla uno spinello e un sassofono reinterpretato in forma di bong gigante. La tavolozza è quella delicata delle Nozze di Cana del Veronese, la disposizione a tavola è invece presa pari pari dal Cenacolo vinciano; la trasposizione è a firma Vampire Weekend, band newyorkese che sceglie echi rinascimentali per il lancio del singolo Diane Young. Videoclip festaiolo, con il party apparecchiato in una versione dell’Ultima Cena che ammicca a Peter Greenaway e che conferma la predilezione del rock per Leonardo. Citato e sfruttato con ritegno prossimo allo zero da gruppi, gruppetti e grupponi vari, che si appropriano del suo genio e ne reinterpretano le opere per le copertine dei propri album. Sono alfieri del trash metal, imperversano con il loro carico di sanguinolenta e rabbiosa velocità fin dai primi Anni Ottanta: gli Exodus scheletrizzano l’uomo vitruviano per il loro Exhibit B: The Human Condition, ultimo prodotto in studio di una band che da allora – era il 2010 – ha fatto perdere le proprie tracce. Sorte analoga ad altri cattivoni, gli svedesi In Flames: pure loro vengono dall’area metal – sezione death melodico dicono le cronache – e si lasciano sedurre dall’omino leonardesco, piazzato in un pentacolo fiammeggiante sulla copertina di Clayman (2000).
Il non plus ultra del genere restano, in tutti i sensi, i Black Sabbath:  titola senza mezzi termini The Last Supper il DVD celebrativo che evoca la reunion della band nel 1998, con la cover a riprendere l’affresco di Leonardo con precisa azione mimetica di sostituzione degli apostoli con i membri del gruppo. Ozzy Osbourne al posto di Giovanni, Tony Iommi in veste di Giuda e via dicendo. Ma la palma del gruppo più leonardesco del rock non può non andare, anche per evidenti questioni geografiche, ai Litfiba di Piero Pelù. È il 1991 quando dall’album El Diablo viene estratto il singolo Gioconda, con il 45 giri che porta stampato sulla cover il dettaglio delle mani della Monna Lisa, opportunamente specchiate rispetto all’originale e arricchite di fede nuziale.   

– Francesco Sala

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