Tutti i ministeri vengono al pettine. La Villa Reale è mia e la gestisco io: e il ministro Galan “cacciò” i leghisti da Monza

A Giancarlo Galan la Lega Nord non piace. Per lui che viene dal Partito Liberale, che s’è seduto al desco di Arcore fin dal ‘93 per preparare la costruzione di Forza Italia; che s’è fatto eleggere in Veneto, roccaforte verde, con un braccio di ferro tra alleati che gli ha consegnato la poltrona di governatore… […]

A Giancarlo Galan la Lega Nord non piace. Per lui che viene dal Partito Liberale, che s’è seduto al desco di Arcore fin dal ‘93 per preparare la costruzione di Forza Italia; che s’è fatto eleggere in Veneto, roccaforte verde, con un braccio di ferro tra alleati che gli ha consegnato la poltrona di governatore… beh, con il Carroccio il conto è aperto. A fine aprile l’anatema lanciato contro Giulio Tremonti, il più “leghista” dei ministri PDL, che dopo l’annuncio dei tagli alla cultura si becca del “socialista”: la notizia è l’accezione negativa del termine, quasi a cancellare i limpidi rapporti PSI (Craxi) – Forza Italia (Berlusconi).
Ora il nuovo strappo: quello attorno alla Villa Reale di Monza. Ieri il ministro aveva lanciato a mezzo stampa l’aut aut: via i celti dalla Brianza! I soldi investiti per il restauro del complesso architettonico non sono stati messi in campo per dare nuovi uffici a sottosegretari vari, né tanto meno per inventare ministeri: se ne vada dunque altrove Michela Vittoria Brambilla, ministra senza ministero che sperava di mettere le tende proprio a Monza.
L’eco della vicenda non si spegne. Oggi Libero, a margine del paginone con cui riprende il botta e risposta tra Bossi e Napolitano sui ministeri volanti, torna a far notare il diniego di Galan; Il Giornale, guascone, incensa invece le meraviglie della Villa, lodando il contenitore… a prescindere dal contenuto.
Schermaglie estive? Chi lo sa. Certo viene da pensare che questo Galan sia un tipetto tosto: abituati alle morbidezze di Sandro Bondi, ecco uno che la lingua a freno non la tiene (ne sanno qualcosa gli ascoltatori de La Zanzara di Radio 24Ore, che spesso lo coinvolge in siparietti arroventati). Prima la querelle su Sgarbi, diviso tra Biennale e musei veneziani; poi il caso Tremonti ed ora la sgambetto alla Lega. In fin dei conti è un’estate fredda: bisognava pure che qualcuno la scaldasse un po’…

– Francesco Sala

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Francesco Sala

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