“Differenze minime. Ognuno con un carattere diverso. Ma quelle piccole differenze risultano stranianti come un americano che parla inglese o un portoghese in Brasile” (Avoidance-Avoidance (A project of Transparency) [script 8]). È una riflessione sugli slittamenti e le circonvenzioni di significato, intenzionali e accidentali, quella che Jesse Ash (Londra, 1977) propone nella sua personale da Monitor. Oggetti che sono opere, ma anche scenografia della performance che ha inaugurato la mostra; forme elementari che sono la traduzione di grafiche di campagne elettorali e che diventano protagoniste di un video; sfere che sono la rappresentazione di quei “mondi a parte” che sono i terminal degli aeroporti. Tutto perfettamente rispondente al titolo della mostra, che racconta l’arresto di uno studente pakistano causato dall’errore di traduzione di una lettera d’amore, in cui la parola ‘cristallino’ è diventata – a tutti gli effetti – ‘materiale esplosivo’.
Maria Marzia Minelli
Roma // fino al 26 luglio 2014
Jesse Ash – Is That ‘Crystal Clear’ Or Did I Say Too Much?
MONITOR
Via Sforza Cesarini 43a
06 39378024
[email protected]
www.monitoronline.org
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