Una ricerca sul campo, una ricognizione etica, una intromissione intellettuale nel lavoro altrui e nell’altrui civiltà. Concepita seguendo direttive geocreative, la prima personale italiana di Maxime Rossi (Parigi, 1980) pone al centro del discorso un programma di antropologia estetica che rivisita e reinventa l’itinerario di Max Ernst tra i nativi americani. Nato da un cammino culturale a Sedona (Arizona), Kemosabe – titolo della mostra che delinea la figura di un affidabile esploratore – propone difatti un viaggio fisico e metaforico che sottopone lo spettatore ad una indagine minuziosa.
Un potente wallpaper, un paracadute con la stampa di una grafica di Vasarely e un bassorilievo circolare (zoomata su un punto del wallpaper, fantomatico rifugio di Ernst), accanto a quattro sculture in ceramica, a una eccezionale cianotipia e a un acrilico su tela, rappresentano i nove cardini di un ritratto in cui l’artista esprime la propria riflessione su un orizzonte di pensiero accattivante e leggero.
Antonello Tolve
Salerno /// fino al 7 dicembre 2013
Maxime Rossi – Kemosabe
TIZIANA DI CARO
Via delle Botteghelle, 55
089 9953141
[email protected]
www.tizianadicaro.it