Costituite da immagini attinte da un archivio personale creato dall’artista stesso, immagini sovrapposte le une sulle altre per dare vita a una pittura a strati, almeno apparenti, le opere di Mattia Barbieri (Brescia, 1985; vive a Milano) sono una “ricerca sula pratica pittorica stessa” o “pittura sulla pittura”, come egli stesso afferma. Indagando il rapporto fra contemporaneità e passato, Barbieri cerca di instaurare un ponte tra forma pittorica presente e antica, accostando immagini risalenti a periodi storici diversi. Il Gilles di Antoine Watteau viene messo sottosopra per essere poi sovrastato da immagini più contemporanee alle quali si sovrappongono ulteriormente disegni, scritte e ritagli di giornali. L’effetto visivo risulta comunque omogeneo, forse anche grazie al successivo utilizzo di una levigatrice sulla tela per appianare e “distruggere” l’eterogeneità dei substrati e rendere l’opera organica. Di difficile lettura appaiono invece i significati delle singole opere, che non riescono a entrare a far parte di un linguaggio condiviso a livello contenutistico e di senso. In questo discorso rientrano anche gli oggetti presenti in mostra, un coltello e una mandragora, strumenti artistici apparentemente decontestualizzati dalle pitture.
Caterina Failla
Trieste // fino al 20 luglio 2013
Mattia Barbieri – Pitture domestiche
STUDIO TOMMASEO
Via del Monte 2/1
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www.triestecontemporanea.it