Cartoline su una carta irrigidita e consumata, resuscitate da un mondo Anni Cinquanta costellato da pin-up in tutine a metà tra Diabolik e Chi ha incastrato Roger Rabbit?, accompagnate da stralci di giornali ingialliti, testimoni di un passato fumettistico, abbondante e rotondo come le curve di Marylin, le prime televisioni bombate o la Ball Chair di Aarnio; figurine in technicolor in cornicette che ci immaginiamo aver racchiuso, come scrigni, piccoli oli olandesi ormai perduti. Il tutto insidiato dai terrori postmoderni di una realtà in cui le tutine sono diventate quelle di Kill Bill e in cui i tappeti (non più quelli “volanti” dei nostri sogni infantili) ci inghiottono come buchi neri nei nostri appartamenti futuristicamente rétro.
Tutto questo microcosmo di Ryan Heshka (Manitoba, 1970; vive a Vancouver), però, sembra rimanere distaccato dalla vita che, turbinosa e minacciosa, scorre attorno a noi, esiliandosi in un mondo di fiaba il cui incanto cessa non appena varcata l’uscita della galleria.
Giulio Dalvit
Milano // fino al 6 maggio 2013
Ryan Heshka – Teenage Machine Age
ANTONIO COLOMBO
Via Solferino 44
02 29060171
[email protected]
www.colomboarte.com
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